PANFILI Gianni

La mia vita podistica


Erano gli ultimi mesi del 2002, quando a seguito di donazione del sangue, portavo i risultati degli esami al medico di famiglia. Esito allarmante: o fai dieta oppure sei a rischio pancreatine. I livelli di colesterolo e trigliceridi erano elevatissimi!Incomincia la dieta e nel marzo del 2003, a seguito di esonero da preparatore dei portieri di squadra di serie “D”, incominciai, visto che mi rimaneva qualche ora di libertà, a correre qualche chilometro.Incominciai a frequentare il parco del “Cormor”, che si trova a 3 km da casa e luogo ove tutti gli udinesi si recano per fare jogging. Era veramente un corricchiare per 10’.Piano piano, cercavo di aumentare i minuti di corsa o di correre per qualche centinaio di metri in più.Era molto dura, mi annoiavo, però dovevo farcela ad aumentare i minuti.Le mie sedute erano di tre alla settimanali; mi portavo un vecchio wolkmen in un marsupio, che puntualmente mi “ballava” sullo stomaco.Le scarpe erano un vecchio paio di scarpe a tennis, ma quando ho visto i prezzi per una paio da corsa, mi sembrava un’esagerazione, e poi il commesso che mi chiedeva a che velocità andavo; e quando mai sapevo qual’era la mia andatura!!!Passano i mesi, e i minuti di corsa aumentavano, vedevo i primi risultati: la bilancia incominciava ad essere un’amica. Incominciai, nell’agosto, la preparazione come preparatore dei portieri della squadra Primavera dell’Udinese calcio. Il tempo incominciava ad essere tiranno e quindi dovetti desistere a qualche allenamento, limitandomi a correre la domenica pomeriggio o in qualche giornata in cui non allenavo.La corsa mi mancava, e incominciavano i primi dolorini ai tendini: che siano dovuti alle scarpe inadatte?Ebbene sì. Andai in un negozio specializzato e qui mi feci consigliare dal commesso. Erano un paio di Mizuno.Non riuscivo più ad avere il tempo per correre, quindi alla fine dell’allenamento di calcio, mi infilavo le scarpe da running ed andavo al parco per farmi la mia corsetta.Nel frattempo sono raggiungere all’ora di corsa continua. E, non mi sembrava vero, non mi pesava più correre, anzi non riuscivo a farne a meno.Una sera avevo come ospite a cena un mio amico, preparatore atletico, professore di ed. fisica, che conoscevo tramite il calcio. Parlando del più e del meno, gli comunicavo che riuscivo a correre per un’ora. Lo stesso sorpreso mi lanciò una sfida: “facciamo assieme la maratonina di Udine (gara che era prevista a distanza di 4/5 mesi)”. Premetto che il mio amico aveva già corso una maratona e si allenava costantemente. Io accettai, a patto che lo stesso mi preparasse un programma di allenamento. Fu così che nel sett. 04, partecipai alla maratonina di Udine. Per me l’importante era giungere alla fine, mi sembrava impossibile correre per 21 km. Intanto il mio amico mi aveva tirato “il pacco”. Ma ormai mi ero preparato e quindi affrontai la gara. Ero teso ed emozionato in attesa dell’evento, non sapevo come vestirmi, anzi non avevo alcun indumento adatto, ad eccezione delle scarpe. Fu così che mi presentai al via con un paio di scaldamuscoli da calcio e una maglietta tecnica acquistata il giorno prima in svendita. E’ stata un’emozione unica per tutto il tracciato, mi sembrava di essere tornato un bambino. Il crono alla fine segnava poco più di 01.31. All’arrivo i miei occhi non credevano al cronometro e al fatto che sono riuscito ad arrivare! Da qui inizia la mia vita da podista. Qualcuno mi disse: quando terminerai la prima maratonina vedrai che vorrai correre la maratona. Io non ci credevo. Ma il lunedì successivo già pensavo di affrontare la maratona. Istigato da due miei amici che intendevano affrontare la Firenze Marathon, incominciai la preparazione, non vi era molto tempo, mancavano i lunghi. Firenze Marathon ‘04: la prima, risultato finale 03.21, ma l’importante era arrivare alla fine in buone condizioni fisiche. Il tempo trascorre e la febbre della corsa aumenta. Aumentano gli allenamenti, sempre in modo graduale, e i ritmi e di gara in gara trovo sempre un record personale: Treviso Marathon ‘05: 03.05; Padova marathon ‘05: 02.58. Non avrei ma pensato di fare un viaggio a New York, mi sembrava un sogno. Incomincia a vedere i prezzi, ma forse la scusa della maratona era un buon motivo per andarci.Provo con le agenzie, ma il costo è troppo elevato, anche perché, giustamente, dovevamo muoverci in quattro (la mia famiglia). Poi mi facevano notare che per l’iscrizione, visto il mio personal time, non serviva appoggiarsi alle agenzie di viaggio. E così nel novembre 05 mi trovavo a percorrere le strade di New York assieme al mio amico preparatore atletico.L’emozione e grande, chiudo la gara con un tempo, che sinceramente non mi aggrada: 02.59.  Ma l’importante era tutto il resto, la città, la gente e l’atmosfera. Questa è la mia storia da podista. Non voglio annoiare con le successive gare, cito solamente le più importanti: Berlino ‘06: 02.48; Venezia: 02.45. Per finire voglio solo aggiungere la mia seconda N.Y. Marathon ‘07: sono cosciente che a New York non si deve correre la gara per fare il tempo ma per divertirsi. E’ così parto con il presupposto di fare una buon allenamento per divertirmi per poi fare una seconda maratona a poca distanza di tempo per fare il personal time.Si parte da Varazzano, le gambe girano molto bene, non ci faccio caso, durante il percorso mi diverto ad incitare il pubblico e a dare i “cinque”, ma alla fine vedo il crono: 02.38 e poi la posizione totale 90° assoluto. Incredibile!!! Aggiungo solamente il conseguente risultato della Treviso Marathon ‘08 e attuale mio personale: 02.36.05.