PAPERE E PANNOCCHIE

Post N° 1002


Il caso Moro
A Roma, alle 9.15 del 16 marzo 1978, il giorno in cui il governo appena nominato, guidato da Giulio Andreotti, doveva presentarsi in Parlamento per ottenere la "fiducia" da parte del Parlamento, l'auto che trasportava Moro da casa alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Mario Fani da un "gruppo di fuoco" (commando) delle Brigate Rosse, organizzazione terroristica di sinistra, che in pochi istanti portò a termine una delle più feroci azioni terroristiche che si ricordino nella storia italiana contemporanea. In una manciata di secondi, sparando con armi automatiche, i brigatisti massacrarono i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti a bordo dell'auto di scorta (Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Moro venne caricato a forza su un'auto che si allontanò rapidamente verso una direzione in quel momento ignota. Il rapimento fu rivendicato con il primo dei nove comunicati che le Brigate Rosse inviarono durante il seguestro. Il 9 maggio dello stesso anno, dopo 55 giorni di detenzione, al termine di un presunto processo del popolo, sarebbe stato assassinato per mano di Mario Moretti. Il cadavere di Moro venne ritrovato in una Renault 4 rossa in Via Caetani, in pieno centro della capitale. Un altro dei tanti tragici casi di cronaca nera e di politica italiana avvolti da un alone di mistero per ordine supremo e ancora poco chiaro. da: brubus1