PAPERE E PANNOCCHIE

Post N° 1560


Tags: società la storia siamo noi. ANZI, SONO LOROLa storia siamo noi. Anzi, sono loro E' stata istituita una giornata in ricordo delle vittime del terrorismo. E va bene, ci può stare. L'hanno messa per il 9 maggio. Anniversario della morte di Aldo Moro. Fosse dipeso da me l'avrei fatta il 12 dicembre, anniversario di piazza Fontana. Perchè è da quella piazza che, per certi versi, comincia tutto. Comunque lasciamo stare. Ho guardato con curiosità le cose dette e trasmesse. Ho visto la versione politically correct della storia di quegli anni. Peccato che non sia la storia vera. La storia vera l'hanno nascosta, perchè in Italia si fa sempre così, no? Le cose scomode non si dicono. Stefania Craxi torna alla ribalta e vuole che si dedichino vie a suo padre. E non uno, a parte Travaglio, che si ricordi di dirle: "Ciccia...capisco tutto. Ma tuo padre era un ladro e latitante...". Torniamo al terrorismo. Le cose più becere le hanno dette su Calabresi. Il commissario. Per la cui morte è stato accusato Sofri. Statue, busti, commemorazioni (e ci può anche stare), visita del presidente della Repubblica alla vedova (e ci può pure stare), figlio (giornalista di Repubblica) che parla del padre (e ci può stare). Morale: Calabresi, barbaramente assassinato ecc ecc. Ce ne fosse stato uno (forse solo Mentana ha sfiorato la cosa) dicesi uno che abbia spiegato perché Calabresi è stato ammazzato. Non è bello da dire che dalla finestra del suo ufficio è caduto (o scaraventato) Giuseppe Pinelli, meglio conosciuto come l'anarchico Pinelli. Ingiustamente accusato di aver messo la bomba a Piazza Fontana. Ingiustamente incarcerato. Ingiustamente maltrattato. Ingiustamente interrogato in quel modo. Ingiustamente caduto (o precipitato) dalla finestra. Esemplificare della morte di Calabresi ci può stare. Ma non si può parlare di Calabresi senza, prima, parlare di Pinelli. Perché se sull'innocenza di Calabresi (cioè che non gli abbia dato una spintarella) qualche ombra c'è sempre stata, sull'estraneità di Pinelli a Piazza Fontana mai. La storia la si modifica così. La storia non sono i fatti. La storia sono loro. Altra meraviglia venduta come fatto storico. La "vergognosa campagna di stampa contro Calabresi". Detta così sembra che un bel giorno della gente si svegli e dica: «Allora, oggi sul giornale facciamo il culo a...vediamo a chi....ecco Calabresi. Chiunque egli sia». Non è andata così. La campagna stampa è stata fatta con uno scopo ben preciso. Visto che nessuna indagine si voleva aprire su come PInelli avesse saltato la finestra, alcuni direttori si erano detti: "Picchiamo sui giornali fino a farci denunciare per diffamazione. Quando si denuncia si va in tribunale, e si deve parlare di questa cosa". Così è stato fatto. E' una cosa un po' diversa da come è stata venduta. Calabresi (e ci sta). Hanno parlato di Moro (e ci sta). Hanno parlato dei fratelli Mattei (e ci sta). Hanno parlato di Casalegno (e ci sta). Nessuno, o quasi, ha parlato di Giorgiana Masi.
Giorgiana Masi l'hanno ammazzata il 12 di maggio del '77. Aveva 19 anni. Partecipava ad una manifestazione, anzi, ad una grande festa, per il terzo anniversario del referendum sul divorzio. Sarà mica che in questo clima di rigurgito fanfascista, come si diceva allora, parlare di divorzio è una cosa che ai cattonazisti (perché sarà vero che esistono i cattocomunisti, ma dei cattonazisti nessuno parla mai. Però ci sono) faceva un po' storcere il naso? Però Giorgiana Masi non è morta. Perché nessuno l'ha ammazzata. Il colpevole non si è mai trovato. Qualche tempo fa, l'allora ministro dell'Interno, ed ex presidente della repubblica, Kossiga, ha detto che lui sa chi l'ha ammazzata. Sa ma non lo dice. Perché l'ha ammazzata qualcuno dei suoi. Ma non si può dire chi è perché è persona importante. Qualcuno si è preso la briga di andare dal vegliardo e dirgli: "Bene, adesso lo dici anche a noi sennò per te sono cazzi"?. No, perché mai? Ovviamente la colpa di quell'evento, così come di tanti altri, è sempre stata dei manifestanti. I facinorosi. Kossiga l'ha sempre sostenuto. Finché un giorno ti salta fuori una serie di foto. Questa tra le altre.
Si vedono i poliziotti, armati, vestiti come i manifestanti. In mezzo ai manifestanti. Un po' come Carlo Giuliani e il G8. Il Ministro degli Interni elogia le forze dell'ordine. Poi basta fare una ricerca in internet e scopri i "manifestanti" seduti, con il portachiavi che sbuca dalle tasche. E sul portachiavi c'è l'immagine del duce. Che tutti i no global abitualmente portano. Nessuno l'ha detto, ma il ministro degli interni del G8 è stato condannato in questi giorni. Il giudice Angela Latella ha stabilito che a Genova non c'è stata alcuna iniziativa isolata, ma che i pestaggi delle forze dell'ordine facevano parte di un disegno repressivo. Sono serviti solo 6 anni, ma qualcosa si inizia a vedere. E poi Amato si stupisce che le forze dell'ordine sono malviste... Non so, ci ascolterei bene questa  a ricordo di questo ambaradan. E' un po' lunga, ma ne vale la pena Ps. Ringrazio Billieholiday per le dritte sulle modalità, a me completamente ignote, di inserimento della canzone succitata .commenti.... da: lubely .