PAPERE E PANNOCCHIE

NON è semplice


.Orgoglio pedofilo (vergogna)Una delle cose più riprovevoli per la coscienza umana è l’abuso su chi è più debole. La pedofilia è l’attrazione erotica verso i bambini, tanto più condannabile perché implica spesso reati come violenza sessuale e atti osceni. La fantasia criminale di questi pervertiti si spinge a creare reti di pedofili che sfruttano i bambini, costretti poi a rimanere nel “giro” a suon di regali o minacce. Il cuore di persone che rovinano per sempre l’esistenza di questi innocenti non può essere che di ghiaccio. Dico “per sempre” perché gli effetti di queste esperienze scioccanti permarranno a lungo nelle giovani menti sconvolte di questi bambini, creando talvolta emarginazione sociale e malattie psichiche gravi.Il bambino naturalmente si fida di chi si accosta a lui, e da quel momento, visto che la sua fiducia è stata mal riposta, avrà paura persino ad esprimersi liberamente.Uno squallido mondo, che spesso presenta “manager” pronti senza scrupoli, a mettere in piedi un’attività commerciale in piena regola i cui profitti sembra siano enormi. Oggi attraverso il sito http://www.ibld.net/ibld.cgi  che non è un sito illegale, perché non contiene pornografia, anzi questi signori si impegnano a convincere i loro lettori di agire nel bene, di volersi differenziare dai criminali, da chi fa atti violenti, da chi costringe i bambini, i ragazzi, dicendo che loro li amano, si scopre che il 23 giugno sarà la giornata dell' orgoglio pedofilo, una notizia  che fa inorridire le coscienze di tutte le persone pensanti. Questi inqualificabili mostri hanno il coraggio di dedicare una giornata all’orgoglio pedofilo. E’ giunto dunque il momento di “armarci” per vincere anche questa lotta; tiriamo fuori dalla miseria, dall’ignoranza, dalla fame quei poveri bambini che vengono venduti; educhiamo i genitori a seguire con maggior senso di responsabilità i loro figli e a denunciare qualsiasi tentativo di adescamento senza stupide remore o assurdi silenzi e timori. Senza stare ad ascoltare chi si leverà a parlare in difesa delle libertà del singolo, che verrebbe limitata da leggi comuni, pronte a colpire con la necessaria durezza. Inviterei questi “garantisti” ad ogni costo a riflettere e a pensare al proprio comportamento nel caso in cui il minore adescato fosse il proprio figlio. La pedofilia è un cancro che va estirpato con qualsiasi mezzo legale, da ritenersi grave quanto la complicità nel reato per coloro che rimangono indifferenti. Di fronte a queste mostruosità invochiamo si leggi più severe, come la non prescrizione del reato, che colpiscono duramente, ma anche, e forse soprattutto, prevengono reati di questo tipo. Tutti i siti i siti web che in qualche modo danno voce e spazio alla pedofilia devono essere oscurati.Non sempre però le leggi e le azioni di polizia arrivano al momento giusto, spesso intervengono, quando il male è già stato compiuto.Uniamoci, facciamo sentire la nostra voce, la nostra contrarietà  per i siti pedofili e per i siti che proclamano la giornata dell’orgoglio pedofilo, affinché questi animali sappiano che non sono braccati solo dalle forze di polizia, che sono braccati da tutti i genitori, dai parenti, dai vicini di casa, dagli amici degli amici, da tutti e che per questo non potranno farla franca. Tutti insieme dobbiamo gridare forte: “Basta con la pedofilia basta la violenza sui bambini”.    da: shardana0    .. Inviato da agentealcairo il 06/06/07 @ 14:06 via WEBBellissimo post, giusto, non se ne parla mai abbastanza e tu poi sai farlo nella giusta maniera, molto bella l'immagine, si potrebbe farne un banner da mettere in un box personalizzabile? Mi è piaciuta molto, la trovo incisiva, la migliore che abbia visto finora..a presto e..buon pomeriggio, carissimo..cris(Rispondi) ..Inviato da shardana0 il 06/06/07 @ 17:54 via WEBCuiao Cris, non si può stare in silenzio dopo aver saputo del 23 giugno. Un salutone e grazie. :-)(Rispondi) Inviato da nientesono il 06/06/07 @ 17:44 via WEBE'vero,non si può restare indifferenti a tutto il marciume che sta venendo fuori;di cosa potrebbero essere orgogliosi?dovrebbero stare rintanati e vergognosi di questo orribile stato,non proclamarsi "orgogliosi" Ma sarà poi vero?mi sembra incredibile che si arrivi a tanta tracotanza.Però ti devo dire che mi ha colpita alla TV la storia di quella signora che era stata vittima dall'età di dieci anni sino all'età di venticinque delle violenze del parroco..non capisco come dopo la prima volta abbia continuato per ben quindici lunghi anni a frequentare la parrocchia,sarebbe dovuta stare ben lontana....mmmm..mi è sembrata una cosa inconcepibile. Ti prometto che urlerò fortissimamente:FERMATE I PEDOFILI.(Rispondi) ..Inviato da shardana0 il 06/06/07 @ 17:56 via WEBGrazie per il tuo commento. Ti auguro una buona serata salutandoti caramente. Ciao :-)(Rispondi) Inviato da rimescolareilvolga il 07/06/07 @ 00:32 via WEBCi sono dei dubbi che mi pongo spesso e delle domande, di cui in nessun blog visitato ho trovato risposta. C'è una "campagna" in atto contro la pedofilia ma nesssuno spiega come si diviene pedofili. Questa sera ho visitato una cinquantina di blog e ritrovo la stessa impostazione sulla pedofilia tanto che mi sorge un dubbio che qualcuno di noi abbia paura di esserlo; è una strana sensazione, si invita il linciaggio di una cosa che non si conosce, come se mettendo la parola " FINE " fosse tutto risolto. Mi lascia perplesso il cercare di non approffodire le situazioni e di contro cavalcare il senzazionalismo degli eventi. Faccio alcuni esempi: 40-45 anni fa in Italia erano permesse e tollerate nelle scuole le punizioni corporali; nelle famiglie era una pratica diffusa considerata educativa (non intendo lo sculaccione, ma le cinghiate)...ora qualcuno mi dovrebbe spiegare che influenza hanno sui comportamenti umani e sulla crescita di un bambino. "Mi sorge il dubbio" che i comportamenti genitoriali influiscono in maniera determinate sui comportamenti dei figli che un giorno saranno adulti; si perchè prima di essere adulti si è bambini, adolescenti etc. Non stò affermando che gli atti pedofili sono giusti, anzi il contrario, ma vorrei capire qual'è la causa di certi comportamenti. Credo che un bambino non nasca pedofilo pertanto avviene qualcosa che lo renderà tale, ed è questo qualcosa che viene continuamente "sorvolato", perchè potrebbe mettere in discussione certi nostri comportamenti e paure. Più che dire basta con la pedofilia, basta con la violenza sui bambini bisognerebbe cominciare a dire altri " Basta..." ma ciò implica delle "analisi" sui propri comportamenti e modificare se stessi...e sono queste analisi che non ritrovo nei blog, e cio mi sconcerta...UN abbraccio - Mauro(Rispondi)Inviato da shardana0 il 07/06/07 @ 01:03 via WEBCiao Mauro, non è così semplice determinare i motivi reali che inducono a praticare la pedofilia, tanto che né la scienza, né la medicina hanno identificato le cause e trovato validi sistemi di cura. Alcuni esperti sostengono che la responsabilità sia dei genitori, altri che pedofili si nasca a causa di una fragilità genetica. Non sono in grado di esprimere un parere determinante anche se perso che la causa si da ricercare nelle esperienze vissute nell'infanzia. Ma non conoscere le cause di questa grave patologia non deve necessariamente fermare la lotta antipedofilia. Un nsalutone :-)(Rispondi) ..Inviato da rimescolareilvolga il 07/06/07 @ 02:39 via WEBper fermare o quantomeno contenere un problema devi conoscerne le cause; nei blog si cavalca la tigre ma non ci si pone una domanda, o per lo meno è imbarazzante scriverlo e renderlo quindi pubblico, cioè se si può essere considerati tali. Dichiararsi antipedofilo non vuol dire non esserlo....ti lascio alcune note dal sito http://www.psychomedia.it/pm-thesis/fantoni/1-3.htm...3.2 Le radici della violenza I cosiddetti "rischi o fattori di violenza" (soprattutto familiare) sono stati individuati utilizzando il "modello ecologico di Bronfenbrenner" (15), secondo quattro livelli di analisi (16): - le caratteristiche individuali; - il contesto sociale immediato; - il contesto ambientale più ampio; - il contesto sociale e culturale. Riguardo alle caratteristiche individuali, il basso livello di autostima, lo scarso controllo dell'impulso, l'affettività negativa e l'eccessiva risposta allo stress sicuramente aumentano la probabilità che un individuo possa divenire perpetratore di violenza familiare. Anche la dipendenza da alcool e droghe gioca un ruolo importante sia come fattore di rischio sia come elemento predisponente alla violenza. In relazione al contesto sociale immediato, le caratteristiche del sistema familiare hanno importanti implicazioni per l'eziologia o l'esercizio della violenza intrafamiliare: a questo proposito occorre citare la struttura e la dimensione della famiglia ed anche eventi "paranormativi", come la perdita di un lavoro o la morte di un familiare. Alcuni autori (17) hanno rilevato che le famiglie che abusano dei loro figli sono spesso caratterizzate da un maggior numero di eventi stressanti, anche se ciò non vuol dire che tutte le famiglie colpite da tali eventi abusino dei loro figli. Tuttavia, laddove ciò accade, pare che gli abusanti siano più aggressivi e ansiosi dei non abusanti. In riferimento al contesto ambientale più vasto, la violenza intrafamiliare è legata anche alle caratteristiche della comunità in cui la famiglia è collocata, come la povertà, l'assenza di servizi per la famiglia, l'isolamento e la mancanza di coesione sociale. Inoltre alti livelli di disoccupazione, abitazioni inadeguate e violenza nella comunità contribuiscono ad aumentare il rischio. Considerando che certamente non tutte le famiglie povere abusano dei propri figli, varie ricerche hanno sottolineato che la principale differenza tra famiglie povere che abusano dei figli e quelle che non abusano consiste nel grado di coesione sociale e di assistenza reciproca trovata nelle loro comunità (18). Altre ricerche successivamente hanno dimostrato che le famiglie abusanti socializzano meno con i propri vicini di casa rispetto alle famiglie non abusanti (19). Infine, la ricerca ha dimostrato che esiste uno specifico contesto sociale e culturale della violenza intrafamiliare. Si ritiene, infatti, che tale tipo di violenza sia compiuta attraverso precisi valori culturali: basti pensare all'uso della punizione fisica nella privacy familiare. Ma se cause facilitanti la violenza dei minori (concause) possono essere le difficili condizioni di vita della famiglia (povertà, emarginazione, solitudine) e/o cause psicologiche (frustrazioni personali, immaturità, ecc...), da vari studi emerge che la "vera causa" sia il fatto che il genitore, che maltratta il figlio, abbia avuto nella propria infanzia tristi esperienze di abuso o di trascuratezza (20). La cosiddetta ripetitività dell'abuso o ciclo intergenerazionale della violenza sembra essere, infatti, l'aspetto più caratteristico delle storie di famiglie che compiono maltrattamenti o abusi, dove l'azione violenta o di trascuratezza viene trasmessa da una generazione all'altra (21). Secondo un'altra ipotesi (22) questa "familiarità" della violenza in famiglia potrebbe ascriversi ad una causa genetica piuttosto che ambientale, nonostante l'influenza dell'ambiente sia nondimeno rilevante. A parte queste diverse tesi, si può sicuramente affermare che l'abuso può compromettere le normali tappe dello sviluppo del bambino come la formazione del legame di attaccamento, la regolazione affettiva, lo sviluppo dell'autostima e le relazioni con i coetanei. In particolare persistono, anche nell'età adulta, disturbi relazionali rappresentati da sentimenti di paura e di ostilità nei confronti delle figure parentali e reazioni di forte diffidenza nei confronti di altri adulti e dei partners; inoltre si rilevano varie disfunzioni del comportamento sessuale, tendenza alla prostituzione, alla tossicodipendenza e all'alcoolismo e tutto questo può costituire una predisposizione per compiere violenza sui propri figli, ma ciò non è detto che avvenga (23). Comunque bisogna anche aggiungere che la violenza sui minori è strettamente legata al più generale fenomeno della violenza diffusa nella società (affermazione accreditata dal fatto che ci sono anche tantissime violenze al di fuori della famiglia). E questo non soltanto perché chi subisce quotidiana violenza tende ineluttabilmente a scaricare le proprie frustrazioni sui soggetti più deboli che gli sono vicini e che appaiono sotto il suo dominio, quanto principalmente perché sono identiche le cause culturali di ogni forma di violenza. Nella società attuale si è cominciato a credere che l'educazione sia equivalente al condizionamento del comportamento umano e quindi che, con l'eccessivo utilizzo dell'attività educativa, siano venute meno la spontaneità e la libertà dei processi maturativi del bambino. Ma contro tale affermazione bisogna sostenere che "il condizionamento sociale è lo strumento che ha reso umano l'uomo" e per questo importantissimo. Il problema perciò non è di ridurre il condizionamento sociale ma di individuare quale condizionamento bisogna porre in essere e con quali scopi: bisogna mettere in atto dei condizionamenti utili al bambino, limitandoli al massimo, ma soprattutto essendo sempre tesi ad impedire che diventino deterministicamente operanti e dunque tali da soffocare le possibilità ed aspirazioni del bambino, per trasformarli al contrario in suggerimenti e spinte esistenziali positive (24). Inoltre bisogna rendersi conto che, nella società moderna, l'infanzia è stata collocata all'interno della famiglia ed i bambini sono considerati un'appendice dei genitori. Il fenomeno esistente è quello dell'"adultocentrismo", dove sono i bambini che devono adeguarsi alle abitudini degli adulti e non viceversa. Quindi, è un "bambino a rischio" quello che non riesce a trarre dall'ambiente (socio-culturale in senso ampio) tutte le risorse necessarie per un suo armonico e pieno sviluppo psico-fisico e relazionale (25). Secondo le ricerche (26) svolte dalla Dott.ssa Paola Di Blasio, Professore Ordinario di Psicologia dello Sviluppo all'Università Cattolica di Milano, che da anni si occupa di abuso e maltrattamento all'infanzia, è emerso che ogni agente causale, sia se considerato isolatamente, sia in associazione con altri, può essere responsabile solo di una parte dell'evento di violenza realizzatosi. Infatti è stato osservato che molte persone (anche minori) presentano la capacità di mantenere un discreto adattamento anche in condizioni di vita particolarmente sfavorevoli: questo perché, magari, i fattori di rischio che esistono nella loro condizione di vita, sono neutralizzati - o comunque affievoliti - dai cosiddetti "fattori protettivi" (ad esempio la relazione soddisfacente con almeno un componente della famiglia).(Rispondi) ....Inviato da rimescolareilvolga il 07/06/07 @ 02:45 via WEBE' chiaro che ho preso a pretesto il tuo post per introdurre questo problema, la lotta alla pedofilia va fatta!!!, ma va fatta in varie direzioni, ed i genitori sono una direzione e ce ne sono sicuramente altre che andrebbero "tirate fuori"...a risentirci,.... Notte, Mauro(Rispondi)