PAPERE E PANNOCCHIE

E M P A T I A


 .                                     ..Attaccata a questo pc scrivo e urlo la mia rabbia: sto sperimentando. Qui, vengo in contatto con molti umani e do per scontato che non sarò capita. Già, normalmente,per questi esseri, che pur appartengono alla stessa specie, capire quelli che tra loro sono “diversi”, accettarli senza averne paura, o, addirittura, dover convivere con loro, vuol dire essere sottoposti ad uno stress emotivo terribile.Vivendo tra loro scopro ogni giorno dei lati del loro modo di essere e di pensare. L’aspetto peculiare di questa specie, l’unico che accomuna l’intera umanità, è la vocazione a fare proseliti: singolarmente o in gruppo, gli esseri umani mostrano lo spasmodico bisogno che gli altri siano, se non uguali, simili a loro. Che, forse, il musulmano, il cattolico, o uno che professa una qualsiasi religione, non afferma che quella è l’unica fede e, di conseguenza, vuole che in tutto il mondo non ve ne sia altra? O, l’eterosessuale, che il suo è il modo migliore di essere? O, che i "valori" di ogni singola nazione, se non sono seguiti, trasformano un’altra nazione in uno stato canaglia? Più semplicemente, si può affermare che, sicuramente, lo yogurt che mangia uno ha perlomeno sette ottomila miliardi di bacilli in più di quello degli altri, il che gli consente di formare una freccia più bella e compatta nel pancino. E, molti umani, vengono in contatto con me: sistematicamente, dopo due, al massimo tre contatti, si dichiarano convinti di aver ravvisato in me, tracce di umanizzazione.Hic et nunc, con i poteri conferitimi dal mio poter essere proteiforme, diventerò per pochi minuti(ho innescato un timer allo scopo), a tutti gli effetti, un essere umano.. . .Attaccata a questo pc scrivo e urlo la mia rabbia:                  Empatia,empatia,empatia,empatia: non ne posso più. Abbasso la guardia: il dolore dell'intera umanità diventa il mio dolore. Appena guardo il cielo che, non riesce più, ad essere azzurro, so, che specie vegetali muoiono: e sono io quegli alberi, sono io quegli arbusti, forse proprio quelli che potrebbero salvare vite umane; e, ritorno, al dolore dell'umanità: umanità sola, in balia di poteri che la gente comune non può contrastare e soccombe senza sapere perché. Qui, su una terra non più ospitale. Empatia, empatia, empatia: non posso vivere, più sopportare, sapendo che esistono rimedi che potrebbero molto e che non sono usati, ormai non più per soldi, ma per il delirante senso di onnipotenza: stupenda sensazione di avere il mondo in propria balia e che ti fa dimenticare che anche i tuoi figli vivono qui, o, meglio, ricordandolo al punto che, anche avere potere sul loro futuro, ti inebria. So bene tutto questo perché sono io quel figlio e non ho via di scampo. Sono io, in simbiosi con l'intero pianeta, con ogni singolo suo aspetto: pezzi di me stracciati a brandelli per ogni singola goccia di sangue altrui, per ogni animale, ancor più inconsapevole, che si chiede perché, adesso, trascina le zampe di dietro, dopo quelle strane punture, che ora urla senza voce insieme a me. Empatia che non mi consente più di vivere come persona.Il tempo è scaduto: ricordo tutto ciò che ho ascoltato, sentito, provato…Ora supplico:”Non offendetemi più, affermando di aver ravvisato in me tracce d’umanità!”. C O M M E M T I   
.  da: Earthlessheartless