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Post n°402 pubblicato il 22 Aprile 2010 da arabafelice59

 
 VERISSIMO!!!!!

 Mantenere la Posizione di Luciana Littizzetto

Questo è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno
pubblico e a voi uomini, perché capiate come mai ci stiamo tanto.
Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina tua
mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro
con la carta igienica e poi ti spiegava:
"MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto" e poi ti mostrava "la posizione"
che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi ma senza
che il corpo venga a contatto con la tavolozza.

"La posizione" è una delle prime lezioni di vita di una bambina,
importantissima e necessaria, deve accompagnarci per il resto della vita. Ma
ancora oggi, da adulte, "la posizione" è terribilmente difficile da
mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere.
Quando "devi andare" in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne
che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. Allora ti metti buona ad
aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le
gambe e le braccia incrociate. È la posizione ufficiale di "me la sto
facendo addosso".

Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con "la bambina piccola che
non può più trattenersi" e ne approfittano per passare avanti tutte e due!

A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe.

Sono tutti occupati. Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla
persona che esce. Entri e ti accorgi che non c'è la chiave (non c'è mai);
non importa... Appendi la borsa a un gancio sulla porta, e se non c'è (non
c'è mai), ispezioni la zona, il pavimento è pieno di liquidi non ben
definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è
pesantissima, piena com'è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte
delle quali non usi ma le tieni perché non si sa mai.

Tornando alla porta... Dato che non c'è la chiave, devi tenerla con una
mano, mentre con l'altra ti abbassi i pantaloni e assumi "la posizione"...
AAhhhhhh... finalmente...

A questo punto cominciano a tremarti le gambe...
perché sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati
che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la
porta e una borsa di 5 chili appesa al collo. Vorresti sederti, ma non hai
avuto il tempo di pulire la tazza né di coprirla con la carta, dentro di te
pensi che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa
"non sederti mai su un gabinetto pubblico!", così rimani nella "posizione",
ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!!
Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. Mantenere "la posizione"
richiede grande concentrazione. Per allontanare dalla mente questa
disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo...! non ce
n'è....! (mai).

Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in
borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare la
porta, ci pensi su un attimo, ma non hai scelta.
E non appena lasci la porta, qualcunola spinge e devi frenarla con un
movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i
pantaloni abbassati.
NO!!
Allora urli "O-CCU-PA-TOOO!!!", continuando a spIngere la porta con la mano
libera, e a quel punto dai per scontato che tutte quelle che aspettano fuori
abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oserà
aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a
cercare il fazzolettino, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono
tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai. In
questo preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così
minuscolo non sarà tanto difficile trovare l'interruttore! Riaccendi la luce
con la mano del fazzolettino, perché l'altra sostiene i pantaloni, conti i
secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perché hai su il cappotto
che non avevi dove appendere e perché in questi posti fa sempre un caldo
terribile.

Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo
per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle
calze... il ricordo di tua mamma che sarebbe vergognatissima se ti vedesse
così; perché il suo sedere non ha mai toccato la tavolozza di un bagno
pubblico, perché davvero "non sai quante malattie potresti prenderti qui".

Ma la debacle non è finita... sei esausta, quando ti metti in piedi non
senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone!

Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che vergogna!

Finalmente vai al lavandino. È tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la
borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con
i sensori automatici e tocchi tutto finché riesci finalmente a lavarti le
mani in una posizione da gobbo di NotreDame per non far cadere la borsa nel
lavandino; l'asciugamano è così scarso che finisci per asciugarti le mani
nei pantaloni, perché non vuoi sprecare un altro kleenex per questo!

Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le
gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente,
cosciente del fatto che hai passato un'eternità là dentro. Sei fortunata se
non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa o peggio
ancora con la cerniera abbassata!

Esci e vedi il tuo ragazzo che è già uscito dal bagno da un pezzo e gli è
rimasto perfino il tempo di leggere Guerra e Pace mentre ti spettava.
"Perché ci hai messo tanto?" ti chiede irritato.
"C'era molta coda" ti limiti a rispondere.

E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per
solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il cappotto, l'altra ti tiene la
porta e l'altra ti passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più
semplice e veloce perché tu devi concentrarti solo nel mantenere "la
posizione". E la dignità.

 
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