Creato da: bovart il 29/05/2014
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LEGGERE

Post n°12 pubblicato il 11 Giugno 2014 da bovart
 

Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto.

Ennio Flaiano 

 

 
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LA LETTURA

Post n°11 pubblicato il 09 Giugno 2014 da bovart
 

Mi mancava qualche tassello per scrivere questo post, ma poi ho deciso che avevo abbastanza informazioni per poterlo scrivere.

È un argomento che riguarda il mondo della lettura.

Piace, non piace; a chi piace e non piace.

Provare a trovare motivazioni del perché piace o non piace.

Non è facile parlarne secondo me, in effetti le cose nel tempo cambiano in maniera veloce.

Grazie alla nuova tecnologia, diventa facile trovarsi davanti a personaggi, (nei mezzi pubblici o per strada) intenti a leggere dentro un display di un aggeggio elettronico.

Mi pare siano di più le donne rispetto agli uomini, non potrei giurarci però.

Solitamente sono persone di un certo tipo, anche se ancora la stragrande maggioranza delle persone a mio avviso, continua ad avere una certa allergia con il libro, comunque con il leggere in generale; i libri solitamente vengono scritti per essere letti, ma non sempre avviene ciò, almeno per tutti quelli che si stampano.

Anche per la lettura, come avviene per la musica e molte altre discipline artistiche, culturali e di altro genere, vale anche il principio del genere "commerciale".

Più un autore è popolare, riesce a farsi notare, magari anche a vendere bene il suo prodotto, più entra nel mondo di più persone.

Peccato, che molte persone non conoscano altro al di fuori di certe "produzioni" alla moda; forse si accorgerebbero delle differenze esistenti, probabilmente cambierebbero anche "idea" su ciò che credono "bello", addirittura "adorabile" per come dicono alcuni.

È questione di gusti; siamo sicuri sia solo così?

La lettura può unire, talvolta anche dividere, dipende sempre dai gusti e le scelte di ognuno.

Spesso mi sembra di vedere persone impantanate dentro uno stagno melmoso, credendo di nuotare in mare aperto, dentro un infinito oceano; dipende dalle conoscenze delle circostanze, dal possesso di una mente aperta e grado di cultura.

Non sempre è così, facilmente si innescano contraddizioni e visioni errate delle cose.

Leggere secondo me, aiuta ad aprire il raggio di "visione", soprattutto quando ci si inoltra in varie dimensioni, non percorrendo solo strade monotematiche.

C'è però chi pensa che la società di oggi, sembra procedere verso l'obiettivo di educare all'ignoranza.

Nascono così autori di scarso e dubbio valore, non faccio nomi specifici, per non urtare con coloro che hanno preferenze di un certo tipo; lascio a ognuno la facoltà di pensare a proprio piacimento, ciò che è buono e anche eventualmente "cattivo", per la propria cultura e il proprio sapere.

Forse il piacere e voglia di lettura, arriva sin dagli anni della scuola e della permanenza in famiglia; con molta probabilità, la lettura inizia proprio dalla scuola e dalla famiglia.

Perciò i primi "responsabili" a riguardo del piacere di leggere potrebbero risultare i propri genitori e professori della scuola che abbiamo frequentato.

Si racconta anche che la conoscenza è potere.

Ancora tante però, risultano le persone che non amano leggere.

Curiose e interessanti per me, le idee che arrivano da appassionati lettori e da chi invece non ama leggere.

Chi ama leggere pensa a riguardo dei non lettori, che trascorrono il loro tempo in maniera futile.

Chi non legge abitualmente, crede che i lettori siano "sfigati", non riuscendo a vivere al meglio la vita; sciupandola dentro pagine fatte di carta o guastandosi la vista sopra un display di un qualsiasi aggeggio elettronico.

La passione di leggere non è per tutti, questo sembra risultare chiaro.

Chi ama leggere, sembra non risultare molto simpatico, non è una questione moderna, anche in passato, sono accadute lotte contro i lettori, indirizzandoli verso altre scelte.

Alla lettura molti preferiscono radio, televisioni, film e altro ancora, pensando di crescere in tal modo, considerando come scritto prima, la lettura di un libro, una semplice perdita di tempo.

Peccato la lettura, non sia una procedura amata e seguita da molti; devo però constatare, che esistono in rete, gruppi che procedono nella direzione di conoscenza autori, scrittori e libri.

Forse come per la musica, la letteratura e altro ancora, c'è bisogno di una nuova direzione da seguire, una nuova idea, per ripartire con più entusiasmo; non è detto non arrivi presto.

Voglio sperare che molte cose da oggi in avanti, potranno realmente cambiare in meglio; che una certa lettura, positiva e di valore, possa essere desiderata e concretizzata da un numero sempre crescente, perché si possa parlare di cose importanti, non le solite futilità dei tempi dei nostri giorni.

La lettura credo, sia una prassi importante per tanti, chi per scelta non legge abitualmente, non può pensare di conoscere e sapere le cose, solo perché ci ragiona sopra, (anche se dotato di intelligenza e mente brillante) neanche coloro che leggono in maniera monotematica, (magari solo le creazioni proprie, oppure una scelta limitata di argomentazioni e materie) possono ritenersi al di sopra di chi legge poco o per nulla.

Credo ci sia sempre bisogno di crescere, a riguardo del proprio bagaglio culturale.

Allargare il raggio di azione nella lettura, vuole anche dire per me, entrare in più direzioni e poter valutare meglio le cose; ricercare, sperimentare e all'occasione anche poter "sognare", con qualche speranza in più.

Mi è capitato di conversare, in passato e anche ultimamente, con persone che hanno letto una montagna di libri, alcune di queste, addirittura con una cultura e una mente molto aperta.

Non sono molti per la verità, ne esistono di molte specie, non sono ancora "omologati"; magari un giorno vedrò di provare ad aprire in rete, un "club" speciale di lettori e scrittori.

Trovo interessante incontrare temperamenti "passionali", che sbirciano e sezionano ogni nuovo, antico o vecchio autore, in una maniera inusuale e originale.

Dalla lettura, facilmente molti passano allo scrivere, alcuni adottano il sistema contrario, tornando nella lettura dei propri scritti, che per quanto interessanti potranno risultare, non potranno mai, secondo me, rilasciare l'esperienza di due "anime".

Leggere e scrivere, sono due lati di una stessa medaglia.

Molti gruppi di appartenenza artistica, culturale, religiosa, adottano una propria "medaglia", per potersi riconoscere e fare un pezzo di strada insieme.

Anche la "lettura", specialmente quella di un certo tipo, quando associata con lo scrivere, dovrebbe avere una propria "medaglia", proprio come i movimenti di un certo genere, che ho provato a elencare prima, proprio come sopra, per potersi riconoscere e fare un pezzo di strada insieme.

 

 

 
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FORTUNA O PAURA DI INVECCHIARE ?

Post n°10 pubblicato il 08 Giugno 2014 da bovart
 

Certo che era qualcosa di impensabile negli anni '70, il ritrovarsi ad avere la possibilità di comunicare tra 50 enni in rete.
 
Credo che non stiamo approfittando per niente, del potenziale che potrebbe venire fuori.
 
Ci sono ancora diversi ostacoli, mondi chiusi in maniera ermetica, che non si aprono neanche a martellate; trovo ci sia tanto da imparare in questo senso.
 
Le generazioni a venire, si troveranno sicuramente avvantaggiati da questo modo di comunicare, nel senso che si troveranno già istruiti sul come fare.
 
Nel frattempo però nasce e vive nella rete di internet, il confronto tra 50 enni, molti di questi sembrano a leggerne il profilo, vedere alcune foto, che siano perfettamente in forma, come se il tempo non avesse loro lasciato, qualche piccolo problema di salute.
 
Boh, a tratti mi sembra inverosimile, non occorre essere esperti o scienziati di discipline che si occupano del corpo umano, per comprendere che non può essere assolutamente così, non in tutti i casi che si presentano in rete.
 
Ho avuto modo di parlare con una lunga serie di persone in rete, coetanei, diciamo con una fascia di età, che si allunga dai 40 ai 60 anni circa.
 
Molti hanno paura di raccontare le proprie ansie e problemi di salute, li nascondono in maniera voluta, con questo non vorrei adesso venire a dire di sbandierare le proprie problematicità a chiunque e subito, però mi è apparso che una grande fetta di umanità, tiene a non rivelare neanche un piccolo acciacco.
 
Perché, mi sono chiesto ultimamente; esiste una ragione precisa, oppure c'è qualcosa dietro che non è chiaro e avrebbe bisogno di essere compreso?
 
Ricordo tantissimi anni fa, leggevo qualcosa in merito alle differenze che intercorrevano tra uomini e donne, in cui si raffiguravano due mondi parecchio diversi tra loro.
 
Due mondi che da secoli cercano di comunicare tra loro, dove in gioco non esiste solo l'attrazione fisica, o raffinate tecniche di seduzione.
 
Esiste altro ancora, secondo me non è ancora stato identificato per bene, da esperti e studiosi dell'animo umano.
 
Parecchi studi difatti, li vedo troppo impegnati nel rincorrere le differenze sostanziali a riguardo del chi è più grande, (uomo o donna) più forte, muscoloso, eccetera, eccetera...
 
Non mi sembra una strada ricca di informazioni, anche se ogni tanto arriva qualche nuova scoperta.
 
C'è poco da fare, uomo e donna sembrano ritrovarsi dentro due mondi diversi; complementari?
 
Troppo presto a dirsi, credo ci sia bisogno di almeno qualche millennio di storia, per avere prove più specifiche a riguardo.
 
Lasciando alla scienza e ai suoi studiosi, il compito di andare a raccontare e spiegare, cosa in effetti accade, nell'universo maschile e femminile degli esseri umani, nel tempo e nello spazio, proverei a inoltrarmi nel concetto di "fortuna o paura di invecchiare".
 
Basta buttare l'occhio dentro negozi di estetica, guardare l'offerta smisurata di prodotti che promettono ringiovanimenti di ogni genere e tipo, per rendersi facilmente conto, di come in effetti, molti tengono a non invecchiare.
 
A chi non piacerebbe rimanere giovani per lungo tempo?
 
Per mia fortuna, credo di vivere il tempo che mi ritrovo, non ho molto da lamentarmi, a volte credo di trovarmi in una posizione privilegiata sotto molti punti di vista, a riguardo dell'invecchiamento.
 
La paura di invecchiare, sinceramente, mi tocca poco, (credo nessuno possa dire di non averla totalmente) approfitto invece del sentirmi ancora in forma alla mia età, finché durerà bene, quando comincerà a scemare, ne prenderò atto e vedrò di adeguarmi, per quanto mi sarà possibile.
 
Trovo che molte persone hanno buttato la spugna, si sono arrese all'evidenza di vedersi invecchiare, altre invece si ritrovano a voler vivere una seconda giovinezza.
 
Il mondo è vario, si trova di tutto, basta farsi trovare in "giro", (nel mondo reale o virtuale che sia) per rendersi conto che esistono gruppi omogenei di persone, che ricercano le stesse e identiche cose.
 
Sono fatto diverso, non ricerco mai le stesse cose omologate di tanti, mi piace uscire dalla norma, avere le mie idee, con le conseguenti scelte che arrivano a coloro che escono facilmente dal coro.
 
Questo porta a volte, qualche problema di comprensione, però alla lunga può risultare più appagante e soddisfacente del prendere al "volo", ciò che passa il convento; almeno è così che si spera.

Raccontava Steve Jobs, (mi trovo d'accordo con lui) che bisogna continuare a cercare sino a che non si è trovato, quel che si cerca.

Senza accontentarsi.

Per procedere in tal senso, forse, non bisogna avere paura di invecchiare; probabilmente allo stesso tempo avere anche la fortuna di invecchiare bene.

Praticamente bisogna avere entrambe le cose; non avere paura di invecchiare, allo stesso tempo la fortuna di procedere in avanti nel tempo, con uno stato di salute ottimale.

Sarà possibile avere entrambe le cose?

Vorrei potermi pronunciare nei prossimi 5 anni, raggiungendo la meta dei miei 60 anni.

Esprimermi adesso, lo trovo un pochino prematuro.

A tra cinque anni, allora.

 

 

 
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