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Le domande e opzioni di risposta...By Pataluc


Farsi domande non è certo un problema. Tipo di chi ama farsi "seghe mentali", ma è uscire con le risposte che è un casino.Vediamo se la Patafisica può darci un aiuto.Risposta?multipla?del tipo 1 x 2perchè siamo tormentati dai dubbi, ma molto spesso ci trinceriamo dietro il concetto della condivisione. Tema molto tipico di una certa cultura manageriale per la quale se la risposta è condivisa allora la stessa è più vera, come se avesse un crescita del valore in funzione direttamente proporzionale al consenso. E così ti trovi di fronte a situazioni che definire surreali è poco. Ci si riferisce a un capo non tanto per comunicargli la tua decisione (manager = gestore delle decisioni), ma perchè lui ti dica, magari su un tema di cui non ha competenza, che va bene. Come se Vissani chiedesse al sottoscritto come deve mantecare il risotto...è però condivisa e se la risposta è una "boiata" imperiale, poco male.E' un approccio quanto meno curioso per il quale il valore del "governo tecnico" cede a favore del "governo politico", il che va bene solo a una condizione: che "sia il popolo" a tramutare le leggi in azioni. Generalmente tale tipo di condivisione ha un elemento che non ruota a favore: il tempo. Richiede grande sforzo, capacità di mediazione, una certa attitudine a rimestare la stessa minestra più volte, con il rischio che la minestra si attacchi e poi non sia più digeribile. Decisamente rischioso ai tempi che corrono dove la realtà si modifica velocemente e la risposta che oggi dai non ha normalmente vita lunga, perchè devi cambiare strategia. La condivisione quindi non allarga la conoscenza, non è sinonimo di raccolta di maggiori dati, più significativi, più arguti, o sinonimo di analisi più approfondite. La condivisione è solo una ripartizione generale del rischio associata a una decisione e può generare mediocrità abbassando i valori individuali. Va molto bene per i sistemi chiusi generalmente molto conservativi, dove l'effetto del di una risposta invece più diretta e generata per solo effetto gerarchico può destabilizzare equilibri interni, quando questi sono talvolta retti anche dall'inefficienza o non competenza. Utilizzando una parafrasi ingegneristica è quando si dice che anche la ruggine ha una sua forza "collante". Sembra un paradosso ma è così. E' un approccio quello della "condivisione" molto importante anche per l'assunzione del potere in qualunque comunità e garantendo e sancendo anche la legittimità della posizione. Basta vedere il caso Italia. La presenza del nano al governo è garantita dalla struttura democratica per la quale la maggioranza definisce il consenso, a prescindere dall'equità o meno delle risposte date e del riferirsi al "pro domo sua". C'è l'idea che se una proposta è sostenuta dal consenso popolare è di principio buona. Ma le risposte sono determinate in primo luogo dai dati a disposizione, dalla conoscenza e la conoscenza e l'interpretazione non è alla portata di tutti. E su questo ho un'idea precisa: meno male! Perchè la capacità di interpretare e fornire soluzioni è funzione solo di una cosa: la preparazione, e la preparazione è fatica, è studio. Peccato che troppo spesso si pensi che per "condurre" sia sufficiente essere attorniati da persone che la sappiano più di te...ma ossignur, qualcosa devi pure sapere, perchè se chi ti dà la risposta è colui che si fa la domanda allora, minimo è Marzullo, oppure c'è un conflitto di interessi! e se vai sempre e solo all'esterno a trovare le risposte, il tuo know how non lo fai crescere, te ne spogli, diventi sempre più dipendente dagli altri, e quindi più debole...ecco dove porta la condivisione, a generare un sistema per il quale si perde conoscenza solo perchè si pensa che "allagare la base" produca più superficie di appoggio...!Patafisicamente mi piacciono di più le risposte molteplici, perchè generalmente sono reversibili. Ti consentono di costruire una strategia, abbandonarla per un'altra senza aver generato un errore grossolano di valutazione, invece normale se si tende a concentrarsi sull'approccio politico e non di technicality pura. Sono ingegnere è amo la matematica. 1 + 0 fa 1 non fa 2, anche se si possono contemporaneamente mangiare uovo oggi e una gallina domani! La competenza non deve fare paura, e la conoscenza ancora meno. Preferisco schemi di pensiero e "partecipazione" dove i cassetti siano sempre aperti in forma "in and out", nel dare e nel ricevere forme di approccio diverse (risposte) agli stessi problemi, perchè le risposte sono certamente sostenute da percorsi diversi, in funzione dall'ambiente e dalle circostanze. Ma ci deve essere il modo, sempre di rispondere a un errore. Ti fai la domanda, ti dai la strategia e pensi: " e se andasse male"? e se andasse male avere una soluzione alternativa (il recovery plan) che ti consenta metaforicamente parlando di arrivare alla fine del mese...(sarà quello di capire da subito ciò a cui puoi rinunciare, ovvero l'uovo o la gallina)E allora è meglio la democrazia a larga base maggiormente rassicurante o la democrazia a partito unico?Personalmente se la democrazia è condivisione verso uno stupido, di uno privo di conoscenza, preferisco la democrazia rappresentata da un organo forte che decida per me. Francamente sono contrario ai referendum come strumento legislativo, o di supporto alla decisioni. Preferisco il sistema oligarchico costituito dai sapienti, da chi sa, non da chi gioca a sapere e pensa di sapere solo per stellette che porta sul bavero della giacca. Mi fiderei di più di un ingegnere messo ai lavori pubblici che di Vissani, anche se costui potrebbe anche avere il buon senso di non far passare una galleria nel tufo...(ma forse lo confonderebbe con il tartufo anche se quest'ultimo lo userebbe giustamente con l'uovo che ha deciso di mangiare oggi e che farebbe al tegamino magari accompagnandolo con un bel Riesling renano)e quindi io sosterrò sempre quelle organizzazioni dove la risposta è sostenuta dalla conoscenza e dalla cultura, perchè se le cose si mettessero male forse avrei la possibilità che gli stessi riconoscano l'errore e trovino una soluzione alternativa...il famoso recovery plan.E lo diceva anche Sun Tzu nell'Arte della Guerra che le strategie non si devono mai esplicitare troppo altrimenti il tuo nemico ti anticipa. Ma devi essere un capitano più che un guerriero, un samurai più che un ninja. Saper condurre tu per il bene di tutti, assumendoti, per privilegio della tua conoscenza, il fardello della decisione.