PATABLOG

Deja-vu. By Pataluc.


A quanti e' capitato di avere la sensazione di vivere una cosa gia'vissuta? Credo a tutti. E' una sensazione anche sconvolgente. Come un filmvisto mille volte, ti sembra di anticipare le battute, le azioni, hai quasila consapevolezza di sapere come va a finire. La cosa pero' a pensarci benenon suscita ilarita'. Non e' come ad esempio in Frankestein Jr quando gia'pregusti la scena "abnorme?" o "lupu ulula castello ululi'". Non fa ridere,affatto. Vivi una sensazione che in alcuni casi ha un effeto di puratrascendenza, di immortalita'. E' come se rivivessi la tua vita, quella cheti sembra trascorsa. Mi trovo molto spesso a pensare al tema dellareversibilita', a quella potenziale capacita' di ritornare sui fatti,modificarli renderli migliori. Capire dalle esperienze vissute cose siameglio, più' giusto fare e poi poter modificare la storia di quel fatto, latua storia. Ci penso e ultimamente in continuazione. Ed e' un fatto strano,molto complesso francamente poco generoso nei confronti di se' stessi,perche' e' come non voler ammettere la possibilita' dell'errore. Ritornareindietro e per esperienza, per dato empirico riformulare la pozione dellavita. E si sa che si da' al nome di "esperienza" il nome dei "proprierrori". Modificare la storia dei fatti per rendere migliore la storia. Unpo' come nel film "una cena quasi perfetta". Un bel gruppo di buontemponiinvitava a cena gente di dubbio valore, moralmente discutibili (dal preteomofobo, al neonazista) per poi avvelenarlo e rendere il mondo un po' più'pulito e sulla loro tomba far crescere le piante di pomodori. Era un'azioneetica a loro modo di vedere. Ora patafisicamente parlando dico: "ma ancheno", anche se penso che in certi casi la televisione' la WI e FB farebbe ungran bene se tenesse lontano dalla copula certe persone inconsapevoli digenerare dei mostri. Ma io non ho la pretesa di modificare la realta' deifatti del mondo, mi piacerebbe poter mettere "a punto" qualcosa della mia.E qui scatta un concetto di assoluta durezza con se' stessi. A mentefredda, totalmente ingiusta, ma non posso negare che il pensiero di averepotenzialita' inespresse, tante strade parallele da seguire cheporterebbero chissa' dove e' il lato uscuro e eccitante del game. Ed e'questo il senso del mistero. Chiedersi: "ma se al bivio avessi girato a dxinvece che a sx" come sarebbe andata a finire? Ma il deja-vu riproponesempre la stessa storia, non fornisce mai soluzioni diverse. Semplicementee come un rewind del nastro, ma poi senti sempre la stessa cosa; magaririesci a cogliere delle sfumature ma alla fine la storia e' la stessa. Nonfornisce l'opportunita' di disegnare una scenneggiatura diversa. No. Eallora, alla fine, il deja-vu diventa consolatorio.E' come se confermasse che quello che hai fatto e' la TUA storia,inevitabile ed ineluttabile. Ed e' giusto cosi'. Forse e' anche blasfemopensare diversamente. Se c'e' senso del mistero non si deve coglierefisicamente, ma solo metafisicamente parlando.Ho passato l'ultimo anno della mia vita chiedendomi troppe volte "se", mamai ho fatto una cosa sull'onda del farla solo per me stesso. Mai. Bisognaavere forza. Una forza che si ha o non si ha, ma se applichiinconsapevolmente e con rigore la 7a legge del Bushido non e' possibile, e'contro natura, tanto vale conviverci. E se poi dovesse capitare allora benvenga, sara' un bellissimo punto di non derivabilita' che pero' e' anche unpunto di continuita' della propria vita. Una bella cuspide dove il limitedella f'(x) e' diverso a sx e dx di x0, ma la f(x) in quel punto e'continua. Un'eccezione. Una bellissima eccezione che forse ogni tantobisognerebbe vivere in una vita monoto'na (non monotona)