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INTERVISTA AL SOTTOSCRITTO A CURA DEI MITICI DONATO E FRANCESCA


Dal sito web www.radioland.itVieni da un'esperienza di gruppo (LPS e Infinity) ma hai scelto una via solista: per quale motivo?Avevo necessità di esprimermi valorizzando appieno le mie peculiarità stilistiche ed emozionali: indubbiamente gli LPS, ma soprattutto gli Infinity, hanno avuto un'ottima influenza nella ricerca di qualcosa di totalmente personale, poiché grazie al percorso e al lavoro svolti all'interno di queste formazioni ho potuto migliorare e apprendere aspetti relativi alla realizzazione di un prodotto musicale che in precedenza avevo trascurato. In parole povere mi hanno completato e mi hanno fornito le basi per creare un'autonomia che mi ha consentito di implementare il progetto solista che da sempre sognavo.The Way Out è il tuo terzo album solista: quali sono le differenze da Pay Attention e Eventi ciclici?Pay Attention, demo contenente due soli brani, pur essendo di gradevole ascolto, risale a dodici anni fa e presenta dei connotati tecnici - sia sul versante compositivo che sul piano degli arrangiamenti - meno ricercati rispetto agli altri due, devo ammetterlo, ma per sopperire a ciò ho ripresentato Pay Attention e Awaiting, i due brani che lo componevano, in The Way Out, con architetture e aggiunte di parti rivisitate in base ai progressi fatti tra il 1998 ed oggi.Eventi Ciclici e The Way Out sono lavori abbastanza simili, con la differenza che l'ultimo è interamente strumentale, mentre in Eventi Ciclici troviamo quattro brani strumentali e tre cantati. La similitudine stilistica è anche stata scelta per far intendere che The Way Out vuole essere la continuazione tematica di Eventi Ciclici. Potrei affermare che sono due facce di una medaglia: mentre con Eventi Ciclici alludo all'incessante ripetersi delle situazioni, storiche, artistiche ed umane, ripetizioni che analizzando il decorso storico delle cose sembrano inevitabili, con The Way Out ho voluto dare una svolta positiva, ovvero la speranza che da questo vortice si possa uscire definitivamente ricercando una dimensione umana più elevata, infatti l'ultimo brano Finally I can see the Universe rappresenta proprio l'auspicio per una nuova consapevolezza nei confronti del nostro mondo interiore e dell'universo che ci circonda.Da quali emozioni e suggestioni sono nati i brani che compongono il tuo nuovo disco?Innanzitutto la necessità di cercare energie positive, una svolta a tutto campo, sia interiore che esteriore, che utilizzasse la mia musica e le tematiche affrontate come una sorta di trampolino di lancio. Da un paio d'anni a questa parte ci sono state varie persone a me vicine, nuove esperienze, conoscenze e letture che mi hanno fornito questo spunto da sviluppare in tutte le mie attività e nei miei sogni nel cassetto, quindi anche nelle composizioni.Quali sono le coordinate stilistiche lungo le quali si muove il tuo nuovo disco?Sono molteplici: da buon musicista progressive tento di ragionare con la massima apertura possibile, parlo di ricerca armonica permanente, di utilizzo e coabitazione di più linguaggi messi in antitesi dalla consuetudine, ma che a mio avviso possono camminare a braccetto. Tengo molto ai cambi di tempo e di dinamica, un brano per piacermi deve avere quello spunto che in un certo momento del pezzo me lo fa decollare. Anche il lato tecnico strumentale, tipicamente chitarristico, ricopre una sua importanza, al fianco di melodie con le quali tento di far parlare lo strumento, mi piace inserire assoli shred, di quelli a 200 di metronomo per intenderci, ma ogni componente deve rientrare nel contesto in cui viene inquadrata, quindi cerco di non mettere a casaccio parti che poi rischiano di sembrare avulse.In The Way Out suoni tutto da solo: scelta o necessità?Diciamo una scelta temporanea: avevo bisogno di mettermi alla prova e di misurarmi anche con ciò che non è prettamente chitarristico, avrò superato questa prova? Ai posteri l'ardua sentenza... Devo ricordare che le parti di pianoforte sono state registrate da Samuele Dotti.Dall'autoproduzione sei passato ad un'etichetta, la autorevole Videoradio: è più agevole fare tutto da soli oppure il supporto di una casa discografica aiuta?Aiuta molto, soprattutto se parliamo del mitico Beppe Aleo di Videoradio, che ha una grande propensione nello scoprire gli artisti che valgono. Indubbiamente la presenza di una casa discografica apre dei portoni, si raggiungono traguardi che un artista da solo, per quanto valido, non riuscirebbe a perseguire.Suoni la chitarra dalla tenera età: come mai hai scelto questo strumento?Inizialmente per spirito di emulazione, mio padre e molti amici più grandi di me la suonavano, e quindi decisi di imparare anche io, anche perchè è lo strumento più "alla portata" per un principiante, in seguito è diventata una vera passione, l'emozione di sentire le corde e i tasti che scorrono sotto le tue dita ha un valore inestimabile, le geometrie che si presentano in simmetria sono affascinanti, e soprattutto il suono... è un qualcosa che affonda nelle viscere dell'anima. Ora pur piacendomi tutti gli strumenti, continuo comunque a sentirmi un chitarrista, perchè la chitarra è un'estensione della mia personalità.Quali sono i tuoi chitarristi preferiti? Quali quelli che ti hanno influenzato di più?Il mio preferito in assoluto è Joe Satriani, riesce ad emozionarmi sempre più degli altri, ma di nomi potrei farne tanti: Steve Morse, John Petrucci, Pat Metheny, Steve Vai, Mark Knopfler, tutte icone di generi differenti, ma ognuno mi ha ispirato in modo diverso, grazie a questi ascolti e a questi studi sono riuscito a crearmi uno stile che molti considerano vario.Le tue chitarre: parlaci di che tipo di strumentazione usi.In questo periodo sono fissato per le Music Man, ho una Steve Morse e una John Petrucci (le parti elettriche di The Way Out le ho registrate tutte con la Steve Morse), in passato ho utilizzato anche Washburn, marca alla quale resto affezionato ancora. Come acustiche ho una Cort e una Martin (usate entrambe nel disco). Parlando di amplificazione ho una cassa Marshall 4x12 1960b e un Marshall JCM900, inoltre preamplificatore Marshall JMP1, multieffetto Digitech Studio e finale Pevey.La tua musica è strumentale: a che tipo di pubblico è rivolta?A qualsiasi persona che ha voglia di trovare anche un solo spunto per emozionarsi e lasciar viaggiare l'immaginazione, a coloro che concepiscono la musica come un mezzo per elevare la propria anima, per volare alto.Che consiglio ti senti di dare a chi si avvicina al mondo della musica?Innanzitutto suonare con passione, umiltà e apertura mentale verso ogni esperienza musicale. Studiare, studiare, studiare e... ancora studiare, per fare un musicista ci vogliono anni di impegno e di lavoro costante, gioire per i complimenti e ascoltare le critiche e gli appunti anche di chi viene considerato meno bravo, in ogni caso servono. Cercare di scrivere indipendentemente dalle capacità che si hanno, perché crearsi uno stile personale è importante e unico, anche se all'inizio possono uscire cose ridicole non ha importanza, i risultati presto o tardi arrivano se suffragati da un miglioramento tecnico e di conoscenze, condividere la musica con altri cercando o formando un gruppo da subito, crescere in squadra è vitale. Purtroppo, e mi spiace dirlo, qui in Italia occorre anche crearsi una cosiddetta uscita di sicurezza, quindi è sacrosanto perseguire i propri sogni ma nel frattempo conviene costruire una propria professionalità anche in altri campi, l'ho dovuto fare anch'io, perché non si sa mai...Ti senti più un musicista da studio o da concerto?Sono due situazioni molto diverse e che mi divertono sempre... dal vivo c'è il vero spettacolo, questo devo ammetterlo, io e il pubblico siamo un'entità unica, ma col lavoro in studio al momento riesco a giungere ad un pubblico più esteso, come farei senza i miei dischi?A proposito di concerti: è notizia degli ultimi tempi l'allestimento della band Rising Prog, parlaci di questo nuovo progetto.Il Domenico Cataldo Rising Prog nasce in seno al mio progetto solista: è una formazione che ho allestito per proporre i miei brani dal vivo. Siamo in sei, ovviamente il sottoscritto alla chitarra, Fabio Zanni come me alla chitarra, Marco Terzaghi alla voce (ha recentemente preso il posto di Alessandro Rapisarda, che aveva cantato in Eventi Ciclici), Samuele Dotti alle tastiere, Giacomo Danelli al basso e Enzo Ferraro alla batteria. È una formazione molto ben assortita, in quanto composta nella quasi totalità da amici di vecchia data che hanno accolto la mia proposta con molto entusiasmo, infatti quando proviamo ci divertiamo come se tornassimo bambini. Il live di presentazione della band è previsto per il 22 Ottobre presso il polo civico di Socco - Fino Mornasco (CO).