basta chiacchiere

Restituire i soldi alle famiglie o alle imprese?


Il dilemma del titolo porta ad aspri dibattiti dalla notte dei tempi, esattamente da quando sono nati i sindacati e la contrapposizione tra destra e sinistra si è fatta più netta.Nel corso del tempo spesso i Governi hanno spartito le risorse dello Stato dividendole tra aiuti alle imprese e detrazioni alle famiglie.Ovviamente nel corso del tempo questa scelta è rimasta influenzata anche dalla situazione economica e dai risultati attesi. Ma veniamo ad oggi.La crisi che attraversa il nostro Paese sta attanagliando le imprese che non hanno credito dalle banche e chiudono i battenti o licenziano oppure delocalizzano all'estero.La crisi che attraversa il nostro Paese, d'altro canto, attanaglia anche le famiglie che hanno mutui e prestiti da pagare (per fortuna San Draghi tiene il tasso basso a differenza del suo predecessore) e sempre più spesso combattono con i licenziamenti e restano con un solo stipendio, talvolta senza anche quello.Quindi il dilemma su chi aiutare per prima o in maniera preponderante diventa una scelta di programmazione politico-economica di non facile soluzione.Io propongo di iniziare dalle famiglie ed ecco perché:1- aiutare le imprese non garantisce nuove assunzioni, non mette al riparo da ulteriori delocalizzazioni e non porta queste aziende a rientrare in Italia;2- l'effetto più probabile è che le aziende rimettano in sesto i propri conti;3- aiuti alle famiglie significa salvarli dal fallimento, solo che quando un individuo "fallisce", non essendo un'azienda, significa una persona che va sotto a un ponte o peggio ancora compie gesti estremi;4- aiuti alle famiglie significa dar loro la possibilità di consumare e consumare implica che qualcuno deve produrre, cioè le aziende. Le aziende per produrre smettono di licenziare e iniziano pure ad assumere. Assumendo altre persone avranno stipendi e soldi per consumare prodotti e servizi che qualcuno deve continuare a produrre,...Si tratta di un circolo vizioso positivo, esattamente l'opposto di quello ottenuto con l'aumento delle tasse.