basta chiacchiere

Il resto del mondo


Mentre ci avviciniamo alla conclusione di questo anno bislacco, ancora una volta vedo sparire dai giornali e dai telegiornali le notizie relative a fatti fino a poco tempo fa ritenuti ancora importanti.Così la nostra vita scorre abbarbicata ai problemi quotidiani di ognuno di noi, talvolta distratti da qualche dramma mondiale ma solo per qualche istante. Appena possiamo, giriamo la testa da un'altra parte, la scuotiamo per fare uscire i cattivi pensieri che si affastellano sulle nostre esili menti.In fin dei conti possiamo farci carico del dolore, dello sconforto e dei problemi dei filippini che sono stati travolti dall'uragano o dai sardi alluvionati? Oppure dall'ennesimo barcone di immigrati magari pure clandestini che rischia di sprofondare nel Mare Nostrum?Questi piccoli e grandi drammi si moltiplicano e si accavallano tra loro senza darci il tempo di respirare se dovessimo realmente dare spazio all'empatia. Si l'empatia, quella capacità di comprendere l'animo altrui, di immedesimarci nella vita degli altri.Quindi abbiamo imparato a difenderci e a chiuderci a riccio perché i nostri problemi: la crisi economica, la salute che viene e che va, un dissapore tra conoscenti sono già sufficienti a riempirci la giornata.Chissenefrega se in Repubblica Centrafricana si sta consumando l'ennesimo genocidio che il mondo nemmeno conosce e forse non ne verrà nemmeno mai a conoscenza, chissenefrega se nelle Filippine i sopravvissuti cercando di emigrare verso le città più popolose in cerca di vita (lavoro, casa, dignità), chissenefrega se in Bulgaria la democrazia è stata uccisa poco dopo la caduta del Muro di Berlino, chissenefrega.Certo non riusciamo nemmeno a risolvere i problemi di casa nostra, perché preoccuparsi di queste cose così lontane? Forse per vedere il tutto sotto un'altra luce e comprendere che in realtà, sotto molti aspetti, viviamo ancora bene, molto aldisopra della media e che negli ultimi ventanni abbiamo davvero vissuto molto aldisopra delle nostre possibilità ma non ci sfiorava nemmeno l'idea che un giorno sarebbe arrivata la crisi.E io dico: benevenuta crisi che ci hai riportato con i piedi per terra. Benvenuta crisi che insegnerai ai bambini e ai ragazzini che esistono anche i NO alle loro richieste. Benvenuta crisi che ci hai consentito di riscoprire una certa austerità dei consumi e una capacità di autoproduzione e di risolvere i problemi con creatività, che ci eravamo dimenticati.E' cadendo in basso e comprendendo il punto in cui si è giunti, che si può trovare la strada per risalire.Buone feste