come ti vorrei

HO SOGNATO


Caro Walter,          la scorsa notte ho fatto un sogno che ti voglio raccontare. Ero in un grande palazzo, forse una sede ONU, pieno di persone di tutte le parti del mondo, io stringevo al petto una sacca colma di euro, i 100 milioni del superenalotto, li avevo vinti io, e tutte quelle persone mi dicevano che dovevo darli a loro, che il mondo ne aveva bisogno, con quella sacca si sarebbe sistemato tutto, le borse l’economia (era un sogno) e tutto sarebbe tornato a funzionare. Io scappavo stringendo la mia sacca al petto e dicevo che no, non mi fidavo, cercavo l’uscita, volevo andarmene di lì. Uno alto, alto, elegante e grosso, mi blocca e mi invita a ragionare, se avessi lasciato crollare l’economia i miei soldi sarebbero diventati carta straccia, non c’era via d’uscita, dovevo darglieli, ma io gli sputo in un occhio (colpo eccezionale, supero almeno 30 centimetri di dislivello) e torno a scappare.  Mi ferma una donna in tailleur, ha una pistola in mano, mi dice che di noi italiani non ci si può fidare, “pizza e mandolino” mi sbatte in faccia, mi salva un marocchino che le sferra un destro al mento. Ringrazio il marocchino, ma lui ride di gusto mi punta col dito “pizza e mandolino” ripete e ride. Tutti si fermano, nessuno più mi rincorre, tutti puntano il dito verso di me e tutti in coro ripetono “pizza e mandolino” e ridono, “pizza e mandolino” e ridono. Il sogno è finito lì, ma cosa cavolo vorrà dirmi il mio subconscio?