come ti vorrei

TABU'


Ieri sera un ragazzino di 14 anni mi ha costretto ad affrontare lo spinoso argomento della “sperequazione sociale”. Si parlava dei manager sequestrati dai lavoratori in Francia, il ragazzino, terza media, aveva interpretato il tutto come una rabbia di chi ha meno contro chi ha di più o, al meglio, la rabbia di chi vede davanti a se un futuro insicuro verso chi, invece, può riposare tra quattro guanciali.Il ragazzino era disponibile a considerare folle che i “grandi ricchi” accumulino fortune superiori al Prodotto nazionale lordo di interi paesi, ma non si capacitava del perché tanta rabbia contro chi guadagna “solo” 200 o 300 volte di più di un operaio. Questo gli pareva giusto: più bravo, più soldi. In altre parole 1 euro contro 200/300 euro gli pareva equo.Chiarito che considero la colpa di cotanta follia non dei singoli, ma del sistema, ho ridotto gli euro in centimetri: 1000 euro=1 metro  200.000 euro=200 metri ovvero 1cuccia per cani contro un grattacielo. 
1 metro
200 metri Il problema è qui, tutto da vedere, in una cuccia un uomo non può vivere.E quando l’uomo che  ha  solo  la  cuccia vede che un altro uomo ha un grattacielo si incazza.E non è giusto, perché l’altro, quello che ha il grattacielo, non l’ha rubato, ha lavorato ed ha pagato le tasse, ha fatto tutto onestamente e secondo le regole.E’ dunque più che evidente che le regole sono sbagliate. E’ necessario che la politica trovi soluzioni democratiche e sociali…A questo punto i genitori del ragazzino hanno preso le redini della conversazione, giusto il figlio è loro, e la serata si è conclusa piacevolmente.Tornando a casa il padre dei miei figli, sorridendomi paternamente, mi ha fatto notare che “certi argomenti” è giusto che siano i genitori ad affrontarli con i figli e non un’amica. La distribuzione della ricchezza è dunque oggi un tabù più forte del sesso, ci voleva una banale serata tra amici perché ne prendessi atto.