pensierandoi

i miei pensieri

 

AREA PERSONALE

 

I MIEI BLOG AMICI

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 

 

Il mio passero solitario

Post n°22 pubblicato il 18 Maggio 2017 da peppe573
 

  RICORDI CHE RITORNANO      Ancora ti rivedo, come un flash nella memoria, quando lungo la falesia, in picchiata con le ali raccolte , precipitavi giù verso il mare e ti fermavi li sul muretto della terrazza sotto la colonna del Faro. Passero solitario, e da li lanciavi la tua melodia di solitudine. Sì, tale nome certamente appropriato, "solitario," l'appellativo che ti che ti fu assegnato, e schivo, che mai ti facesti avvicinare. In fondo, tale mi vedevo pur io, si io, come te amante della solitudine e di quella primitiva natura, convinto che tutto ciò mi appartenesse , con la conoscenza di ogni singola pietra e come una capra, saltellavo su quegli insidiosi scogli per meglio spiarti affascinato, con la sola tua compagnia e, quasi dimenticavo, dell' immancabile vento, che li, a volte ti carezza , altre sembra schiaffeggiarti con le sue raffiche. Tu attenta sentinella di te stesso, e osservatore della poca vita sottostante, di quella rada macchia mediterranea, almeno come appare a noi, ma non alla tua acuta vista, osservavi e cercavi il tuo pranzo , che mai ne capii la sostanza. Alla mia comparsa, neanche di me ti fidavi, interrompevi il canto e poi, con un balzo ad ali strette, ti lanciavi giù verso gli scogli, verso il mare per poi aprirle a mo di paracadute ad evitare l'impatto, soffermandoti su una grossa pietra, riprendendo la sinfonia. Uccello all'apparenza solo nero,perchè cosi ti si riesce a vedere per la tua fugacità, ma ci fu un giorno, per dir la verità funesto per te, ti raccolsi esanime, che oramai non potea uscire più la tua sinfonia dalla tua gola, ovvero, nemmeno il respiro...eri morto. Mentre le mie mani ti trattenevano , una velata malinconia mi stringeva il petto, ormai ti sentivo dentro, come parte di me e guardandoti li spento, con un’ala penzolante, non potevo fare a meno di notare per la prima volta da vicino, le tue penne, i tuoi reali colori. Dal nero, a secondo dei riflessi di luce, vanno al bleu smeriglio, al verde scuro,tra le ali, come quelle figurine che , facendole flettere tra le mani, cambiano immagine. Eri bellissimo...ma non ci saresti stato più, almeno tu medesimo. Infatti il successivo anno , come un un elemento indispensabile in quel luogo, fosti sostituito , quasi mandato da un ordine superiore, e continuasti le tue fugaci scorribande. ................................. 40 anni sono passati d'allora, essì che io partii. Ti rividi qui, tutt'altra zona, ma simile. Non la falesia , ma la collina, una vecchia casa, e il mare, lontano ma non troppo la città. Sempre li, sulla cima di un palo ad osservare e lanciare melodiosi richiami, alla tua compagna credo, da qualche parte dovrà pure esistere. Subito ti riconobbi, nonostante ti potessi confondere facilmente , ma non a me, con il merlo, che in questa zona, prolifera numeroso. Allora capii che hai sempre fatto parte della mia esistenza, tu , le falesie dell’altro luogo, quel mare blu …e la solitudine che ti circonda, anche se qui relativa solo al tuo essere. In quell’atmosfera che sa di antico, di cose passate, che fanno sentire l’agrodolce sapore della nostalgia. Nostalgia della mia gioventù, ormai lontana, trascorsa in quel luogo isolato e lontano da qui, allora quasi dimenticato dall’uomo, ..dove le uniche cose che vedevi e sentivi erano il mare, il vento, i gabbiani, le pecore e falchetti, allodole, raramente qualche pescatore di canna e…tu ...perdonate la mia disattenzione, c'era un'altra presenza, altrettanto importante, mio padre, che mi insegnò dapprima a conoscerti e poi ad apprezzarti nella tua singolarità e rarità, a cui, mentre ti descrivo va il mio pensiero, facendomi ricordare le sue raccomandazioni nei miei tentativi per avvicinarti, mettendo in risalto alla mia attenzione i pericoli di quelle falesie, a volte con piccoli ma pericolosissimi strapiombi dove tu, però eri e probabilmente lo sei ancora, protagonista assoluto.

 

                                     

 

 

 

 

 
 
 

il profumo del mare

Post n°21 pubblicato il 16 Settembre 2014 da peppe573
 

IL PROFUMO DEL MARE Eravamo io e il gabbiano che, immobile guardava fisso chissà cosa...ma ora che ci penso..forse guardavamo la stessa cosa, cioè scrutavamo il mare. Lui bianco, statuario ...ma pure io...caspita, seduto li con le ginocchia all'altezza del mento eravamo incantati dal quel primitivo paesaggio. La brezza fresca mi accarezzava il viso, quasi mi infastidiva costringendomi ad alzare il colletto del leggero giubbino ...lui invece no, il vento smuoveva le sue piume e sicuramente arrivava a contatto con la pelle ma impassibile scrutava il suo mondo dove io ero solo una presenza abusiva. Quel vento continuava soffiarci addosso quasi dolcemente ma poi, quel pezzo di spettacolo si interrompeva allorquando ad invadere il territorio del pennuto interveniva un altro mio simile che passando di corsa inquietava il bianco guardiano e approfittando della tesa brezza coglieva un soffio sott’ala e dopo un primo battito planava liscio sino quasi a contatto del mare accarezzandolo per poi allontanarsi. E restavo da solo, ma non proprio, c’era la brezza che quasi, se sai ascoltare, ti sussurra nell’orecchio e ascolti cose che già sai, già vissute, come per ricordartele. Stai li e ascolti e guardi e pensi, pensi come se ipnotizzato…che spettacolo …e che profumo, si IL PROFUMO DEL MARE

 
 
 

il cielo

Post n°20 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da peppe573
 

                                                                      

              

                                       IL CIELO


Guardi il tutto     guardi il niente ...guardi l'infinito celeste      bellissimo e pieno dei tuoi pensieri di speranza         e il cuor ti rallegra .
Eppur l'impressione ti svia     celeste e quasi turchino  ma   in sostanza non è niente            il cielo è aria 

 Guardo il cielo e quell'aria  eppur sospiro ... penso   ma allora non è il nulla ... che sarà mai ...un'immensa cassaforte! contenitore di desideri     di preghiere 

E poi      lassù su tutto     c'è  LUI        perchè proprio li? Perchè non  c' è
cosa più bella...eppur non è niente  

E il niente colora il mare riflettendo i suoi  strabilianti  umori     uguale a sua immagine    tanto è che all'occhio distratto pare unica cosa        

 Sovente ci capita a fissare il magico punto d'incontro tra i due elementi     in esso la nostra mente si fonde    penetra      vagando  nel bellissimo  ... niente                          

 Ora voi mi domanderete...cosa cerca in quell'azzurro il pensiero?      tutto     il ...niente.       

Cerca la speranza     cerca un ricordo...di solito inconsciamente cerca DIO    
oppure semplicemente la serenità    

Quella serenità    a volte sembrata perduta    che si può accarezzare  guardando    quel bellissimo    divino     immenso...niente e  tranquillamente in cuor nostro chiamiamolo pure ...paradiso!

 

 

 

 

 
 
 

IL MARE

Post n°19 pubblicato il 15 Luglio 2011 da peppe573
 
Tag: IL MARE

IL MARE


E VAI LI ...SINO ALLA LINEA CHE TI LEGA ALL'INFINITO,  MASSA DI BLU,  SI TI LEGA SOLTANTO AD ESSO MA TU...TU SEI SOLO IMMENSO E TALE NELLA MATERIA  E IN CIò CHE LA NOSTRA MENTE TI ASSOCIA. MARE , IO TI GUARDO ...DA SEMPRE,  PERCHE' IN TE NACQUI E DA SEMPRE MI PARLI ED IO TI ASCOLTO, TI SENTO,   IN TE MI AMALGAMO,  MI FONDO...E MI LASCIO  ANDARE AL SUONO DELLA TUA RILASSANTE VOCE ...MILLE VOCI MILLE VOCI RISERVATISSIME ...ALTRO NON POTREBBE ESSERE PERCHE' TU SEI LO SCRIGNO BLINDATO DI INFINITA' DI SEGRETI       TALE REQUISITO RICHIEDI A CHI VUOLE ASCOLTARTI E CAPIRTI            E POI IL TUO PROFUMO  ...INEBRIANTE         DI UNA MAREGGIATA           PROFUMO SALMASTRO CHE PENETRA  PREPOTENTE   NEI POLMONI  SOSPINTO  DALL'IMPETUOSITA' DEL VENTO     ...E QUELLO RILASANTE   CHE ODORA DI SABBIA E DI SOLE  E DI UNA SPIAGGIA  IN UNA CALMA GIORNATA MARE. IO VIVO IN TE      TI APPARTENGO....MARE MIA DROGA     MARE E MILLE COLORI MILLE SAPORI        TUTTI SONO  IN ME E RINVENGONO ALL'OCCASIONE ASSOCIATI AD UN RICORDO SIN DA  QUANDO  ESORDIENTE NELLA VITA    LE PATERNE BRACCIA  MI  ADAGIAVANO SULLA TUA FRESCA SUPERFICIE CHE  A TRATTI MI DONDOLAVA. MARE     UN'ONDA CHE SI INFRANGE SUGLI SCOGLI         UNA FASCIA D'ARGENTO CHE NELLA  NOTTE ALLUNATA TI ADDOBBA RICOPRENDOTI       BRILLANTANDOTI  DI  STRASS       MARE     UNA BIANCA SCIA DI UN'ELICA    CHE  NELLE TENEBRE    SQUARCIANDOLE      IN SORDINA      COMINCIA E SVANICE CON IL RITMICO TAMBUREGGIARE DI UN MOTORE     MARE         IL VOLO DI UN GABBIANO       BIANCO UCCELLO DEL MISTERO      PLANANTE SULLA  IMMENSA MASSA     SFIORANDOLA .    POI        SOSPINTO  DALLE  ASCENDENTI CORRENTI ARRIVA LI      SU   COME DESIDEROSO TOCCARE  L'ALTRA ESTREMITA'          E DALL'ALTO                CON LE SUE ALI spianate     COME BRACCIA ALLARGATE     SEMBRA DOMINARE    PROTEGGERE            COME SENTINELLA INTEGERRIMA      CIO' CHE  E'  IL SUO COABITATO E AMBITO REGNO.   MARE...SI    IMMENSO    MA     NEL TUO PROFONDO SPIRITO APPARTIENI ANCHE TU     ALL'  INFINITO. 

 
 
 

SULLE ALI DI UN GABBIANO

Post n°18 pubblicato il 12 Marzo 2011 da peppe573
 

 

                           SULLE ALI DI UN GABBIANO

 

 

E’ quando mi ritrovo a fissare il volubile colore del mare, magari con la compagnia dei canditi e grigi gabbiani che con le loro addolcite planate di tanto in tanto mi distolgono dal quel primitivo  spettacolo,  è in quei momenti che la mia mente plana anch'essa e vaga nei meandri più reconditi della mia memoria  risalendo con il favore del caldo vento dell'ottimismo, passando dal presente per poi proiettarsi nell’evanescente mondo  dei sogni.

 

Appunto… sogni …sogni e ricordi chiusi in un ferreo E INVIOLABILE cassetto  la di cui chiave è la mia mente e a volte, nemmeno essa sortisce  nell’ intento…sarà per paura? Ed ecco che, magari sull’apice dei bastioni del natio paese ove di consuetudine fa tappa la mia passeggiata,  mirando li, nel punto dove l’immensità azzurra si sposa con l’infinito del cielo, il mio scrigno comincia a schiudersi , avendo questi essenziali  elementi sciolto le tenaci resistenze.

 

Fermati gabbiano, rallenta  la tua corsa verso l’immenso e porta  sulle tue ali i miei sogni e vola su..su più in alto  che puoi. Uccello misterioso portali oltre i confini delle mie  paure.  Fammi da malizioso ruffiano  e vai la, dove  io non oso finanche immaginare che essi dall’astratto passino alla    concreticità.    E tu dolce brezza, perché  continui ad accarezzare il mio sporto viso con aumentata intensità? Come una madre accarezza il suo bambino al momento del suo risveglio, cosa vuoi dirmi mai?…ho

capito,  è ora di destarsi e di varcare il confine sogno/realtà,  l’evanescente  svanisce…c’è la quotidiana realtà.

 

Ecco,  i miei piedi pestano la pietra,  sono tornato dall’onirico mondo, i misteriosi uccelli virano verseggiando a misura dei miei appannati occhi, l’alito del vento si è trasformato in un possente soffio che intromettendosi  nell’alleggerito abbigliamento rabbrividisce la mia pelle…si,  è ora di tornare alla mia vincolata vita reale,  però, ancor più con la certezza che… SOLO NEI SOGNI GLI UOMINI SON DAVERO LIBERI.

                                             

 

 

 

 
 
 

AMICO

Post n°17 pubblicato il 11 Febbraio 2011 da peppe573
 
Tag: AMICO

 

                                                     AMICO   

 

Amico... è solo una parola ma almeno in due a condividerla e capirla nella sua profondità

L'amico rimane sempre amico anche se una densa nuvola passa  oscurando un momento    tale sentimento

L'amico ti legge l'anima guardandoti negli occhi e almeno questo pretende su se stesso...magari solo con un sorriso

L'amico ascolta le voci intorno ma sa distinguere     conoscendoti     scindendo ciò che ti appartiene e ciò che la tua persona non conosce

L'amico ti da anche l'anima... non deve meravigliare   perché se è tale    ti vuole bene   magari confondendo   l'ignari con  sentimenti simili

L'amico... anche se l'abbandoni continua a starti vicino con il cuore... sicuramente mai ti tradirà e mai    finanche una sillaba a te avversa dalle sue labbra passerà

Amico...dare e non pretendere ...ma desiderare e se magari niente arriva     rimane sempre la sicurezza più importante:  "PER0' E' SEMPRE E COMUNQUE MIO AMICO."

 

 

 
 
 

LA NOTTE

Post n°16 pubblicato il 30 Gennaio 2011 da peppe573
 

 

                                                               LA NOTTE

 

 

La notte è il mistero, la notte incute paure inspiegabili accentuandole,la notte fa pensare ,riflettere. Quante cose è la notte ma, soprattutto la notte è fascino. La notte è fascino perché il buio, la non luce è un’incognita ed è facile dire il perché. Dietro all’oscurità, i nostri occhi non riescono a vedere ma la nostra mente si, e ci potrebbe essere di tutto e si riesce a vedere anche… con gli occhi chiusi.

Di solito, come i sogni sono desideri o paure, anche ciò che noi immaginiamo che vi sia nel nulla del buio sono questo, appunto…..i nostri desideri o le nostre paure, comunque quello che involontariamente siamo costretti a vedere perché generato dalla nostra mente.

Anche se noi cerchiamo di indirizzare il nostro pensiero su altri argomenti, quello che in quel momento è il nostro punto d’interesse, buono o cattivo che sia, immediatamente scavalca e si pone davanti…alla nostra vista cieca. La notte affascina sempre. Anche stando in casa, davanti alla tv comodamente seduti sulla poltrona, lo sguardo scorre spesso verso la finestra e guardando le solite cose avvolte come da un velo nero trasparente, non posso fare a meno di osservare le finestre delle altre case illuminate e con la mente, trasalire e immaginare scene di vita quotidiana familiare che si svolgono dietro di esse, sentendo quelle emozione che ti scalda il cuore e ti rasserena essendo portato a pensare che li dietro quei vetri succede esattamente quello che accade in tutte le famiglie che a quell’ora o si raccolgono intorno alla cena, magari discutendo della giornata che ormai volge alla fine o guardano come te la tv o ogni altra cosa che potenzialmente qualunque famiglia normale potrebbe fare.

La notte e il mare, delizioso binomio. Quando non c’è la luna e si è al largo, lontano dalle luci, il cielo e il mare sembrano un’unica cosa e poi magari ci si trova sotto ad un manto trapuntato di stelle…che cosa meravigliosa! Nel corso della mia esistenza, per ragioni di lavoro, molte volte ho avuto modo di contemplare questo semplicissimo ma immenso spettacolo e stare ore e ore a pormi mille domande senza darmi o ricevere ne da me stesso e ne da altri risposte certe e vorrei anzi dire che, proprio il mio lavoro mi portava, mi obbligava ad assistere a tutto ciò e spesso con colleghi-amici, con il mio stesso sentimento, perché questo ci vuole per sentire tali emozioni, altrimenti sarebbe soltanto un cielo stellato perché privo di nubi. Il mio partner ideale è stato Pasquale che oltre ad essere mio collega amico, è musicista e compositore di canzoni e a tempo perso anche pittore, insomma un’artista eclettico, uno spirito fine, perché appunto, è ciò che ci vuole per apprezzare simili spettacoli.

Quelle notti si svolgevano o nel golfo di Napoli o in quello di Salerno e costiera amalfitana, quindi da un lato il buio assoluto verso l’orizzonte invisibile e nero e dall’altro lo spettacolo di luci della costa, e già questo, non so se mi spiego ha un suo peso nello scenario, ma era quando ci si fermava o in prossimità degli isolotti dei galli o oltre Salerno verso la foce del fiume Sele , li si accendevano le nostre menti, perché in quei tratti di luci a terra ce n’erano ben poche, verso i galli quelle di Capri, lontane e offuscate magari , intorno alla foce del Sele la luce di qualche casolare di pescatori, il resto tutto nero, giù, ma bastava sollevare la testa e si accendeva il firmamento li su in tutta la sua magnificenza e infinità.

Stavamo li , alla foce , dondolati dalle onde, e dalla vicina costa si sentivano i rumori della vita notturna, gli animali naturalmente, soprattutto civette, quelle non mancano mai e poi i cori degli uccelli acquatici che stranamente la notte sembra che non dormano.

Alla foce, specialmente d’inverno, nelle nottate fredde, il vento gelido proveniente dalle montagne si incanala nel percorso del fiume e ti congelava anche l’anima e l’unica nostra difesa era distenderci sulla coperta all’altezza dei motori, cosicché il loro calore ci dava sollievo… almeno per un po, e stando così distesi, nel buio pressochè totale, il cielo si toccava con il naso.

Qui cominciavano i nostri discorsi guardando come bambini all’insù fantasticando dondolati e a volte strapazzati dal movimento incessante delle onde e si osservavano le stelle e spesso il firmamento veniva attraversato dalle stelle cadenti che cominciavano e finivano la loro corsa nello spazio di decimi di secondo.

Ci chiedevamo dove finisse l’universo…non finisce mai perché è infinito e che si intende per infinito? Dovrà pure finire quella massa nera, e quando finisce che cosa comincia…il nulla? Ma il nulla che cos’è? E’ pur sempre una cosa , è la conclusione…no …la nostra mente non è all’altezza di questo ragionamento, e neanche quella degli scienziati, e quale mente ci può dare una simile risposta? A chi crede…DIO! E poi:- la vedi quella stella? Chissà a che distanza sta da noi, milioni di anni luce ma può essere che sia già spenta da moltissimo tempo e la luce che è ancora in viaggio continua ad arrivarci, che fenomeno, la stella è spenta però ancora splende… per noi!- e ancora ci domandavamo se ci fossero altre forme di vita in qualche punto dell’universo dietro a quello conosciuto e se si la nostra mente non arriverebbe neanche ad immaginarne la distanza.

E così trascorreva la notte in un lampo, dietro ai monti già l’aurora cominciava a colorare di rosa, i versi sgraziati degli uccelli acquatici aumentavano d’intensità, i gabbiani passavano a piccoli gruppi dirigendosi al largo per mettersi dietro la scia dei pescherecci e noi…noi ormai sazi di filosofia stellare, con gli occhi gonfi dal sonno salpavamo l’ancora per far ritorno nel porto.

                                                       

 

 
 
 

DON GINO

Post n°15 pubblicato il 30 Gennaio 2011 da peppe573
 

 

                                                                     DON GINO

 

Dietro a quel freddo marmo, li, sotto a quella funerea stanza riposi tu papà e, in quella tua sorridente foto che di ironica beffardagine ne è testimone, è palpabile il tuo ammicchevole e crudo carattere che di simpatia ne diffuse tanta.

 

Fosti per noi, tuoi consanguinei discepoli, severo maestro …e si forse un po’… oltre, ma temprati ne uscimmo da quella scuola ove tu eri d’altri tempi impartitore a volte, di dure lezioni.

 

Papà, certo non eri solo questo, eri anche un docile leone che, con amorevole dolcezza all’occasione leccavi le nostre ferite, nei momenti a noi difficili e con la tua annosa esperienza ci mostravi la retta via trasmettendoci fiducia.

 

Don Gino, così eri e sei conosciuto, uomo che vedesti l’alba del secolo passato ed anche questa. Maresciallo di marina prima e combattente nella disastrosa guerra , guardiano del faro poi. Quel faro che in te s’identifica e tu in esso, ove per lunghi anni ne condividesti le sorti ed in esso ne lasciasti l’impronta.

 

Papa ora riposi li, ma tutti noi ti sentiamo accanto e nei difficili momenti sempre ti pensiamo e come se nulla fosse accaduto, distratti cerchiamo i tuoi consigli ma poi, destati dalla realtà, in essa ritorniamo con quel senso di frustrazione…lo stesso che ci pervade , quando la notte sovente ci fai visita nei nostri sogni e sei sempre sorridente come nei tuoi momenti migliori.

 

Alooon…cosi rispondevi al telefono, quando nell’usuale appuntamento vi chiamavo e tu preoccupato, riconoscendomi, chiedevi ansioso nostre notizie e poi, perché contasti sempre le tue parole, frettolosamente passavi lei, la tua altra metà.

 

Il tempo marca la sua strada, inesorabile ma… sempre ci manchi, ci mancano le tue estrosità e solo una ne vorrei citare! Ricordi? I pranzi di natale…la tua assordante musica che ci accoglieva in casa ed in essa diffondeva le natie e sacre note, è solo una delle tante.

 

Ci manchi …si ci manchi come noi sicuramente ti mancammo in quel momento, quando l’ ultimo fiato abbandonava il tuo affaticato corpo e certo ne sono che ci cercavi, ma invano, in quella fredda stanza, desideroso di sentire il calore delle nostre mani anche loro bramose di accompagnarti al capolinea del tuo ultimo viaggio.

                                                

 

 
 
 

NOSTALGIA

Post n°14 pubblicato il 30 Gennaio 2011 da peppe573
 

 

 

                                                   NOSTALGIA

 

 


Paese mio… non fosti più tale allorquando con una valigia in mano ti salutai…ma ciò solo fuori dal mio cuore perché li è inciso profondo il mio amor per te come lo sono le scritte millenarie sui marmi più duri e pregiati!


Ti lasciai i miei primi vent’anni …la gioventù e partii ma non certo per disamore haimè perché questo era ed è ancora il sud


Allora partimmo in tanti     a frotte partirono prima di me     anche dopo ed adesso ma sono sicuro tutti abbiamo nel nostro profondo una comune cosa     un velo che adombra le nostre anime     come lo vogliamo chiamare: tristezza? Dolore? Nostalgia?


Qualcosa che alla scordata qui in petto ti stringe      a volte lenta    a volte violenta e ti costringe al sospiro


Sono passati più di trent’anni da quell’addio ma qui in cuor mio tale è rimasta questa patina ombrata indefinita e nei momenti che poi rari non sono sempre ti penso paese mio come sei e sopratutto come fosti


La mente mia ancora è impregnata da quegli odori che lasciai li nei vicoli antichi dove sin da quando camminando a stento con la manina in quella più sicura e stretta    quella materna      annusavo inconscio di tale ricchezze che allettavano le narici mie


Odori di povertà   ma acuti    odori che trasudavano da quelle vetuste case e sapevano di mare e di terra     quella cucina uso di gente che spaccava la propria carena dividendo le fatiche tra i due elementi combattendo con e contro di loro quando il loro alleato era il tempo avverso o bello


Paese mio e mio anche quel fatato e turchino mare che perché tale tanta ricchezza desti ai tuoi figli in denari e ancor più in sapere perché proprio da quella strada venne


Quella striscia blu che ti separa da quello che una volta fu un altro mondo mondo che tutta l’ italica terra arricchì di civiltà


Paese mio mio chiodo fisso sempre sei presente d’avanti agli occhi miei e sopratutto tutto quello che più non c’è    almeno così come lo lasciai


Quelle case che si alzano al massimo a due strati allora dimora di pescatori personaggi rinsecchiti dal vento e sole e sale     che di storia locale ne fecero tanta


quelle case testimoni di fame e sacrifici ormai non vedono più quelle figure indelebili perché ...trapassate ma appunto incancellabbili almeno nei ricordi


Adesso quei mediterranei fabbricati testimoniano altri avvenimenti più banali    più attuali…storia di semplice turismo e denari paese mio per sempre qui sarai qui nel cuore mio.

                                                        


 

 
 
 

SALENTO

Post n°13 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da peppe573
 
Tag: SALENTO

 

                      

 

 

                Salento…..sule mare e ientu

 

Terra mia ti amo cosi come sei     arsa  e infuocata  dal picchettante sole       accarezzata dal sibillante vento   baciata dal turchino mare

 

Salento   terra rossa    come il fuoco della tua gente      dagli ulivi impellicciata e ingioiellata dai fichi d’india  come preziose gemme  incastonati  lungo i tuoi secchi muretti

 

Salento   terra della plasmabile e leccese pietra   e  dalle calcaree falesie discendenti    dolcemente   addobbate da quella vegetazione mediterranea sul tuo  smerigliato e trasparente mare

 

Salento   appunto     sale    sostanza      sostanza come  i figli tuoi     dalle poche parole e fatti assai   da millenni abituati a combattere tra le tue mille asperità

 

   

Salento…sole mare e vento    gente accogliente e laboriosa che in egual misura  come i turisti accolse nelle sue case chi dalla miseria fuggiva

 

 

Salento    terra dai sapori forti   addolciti dalla semplicità e a volte     accesi  dall’esasperazione dove la pizzica è la tua massima espressione    e un tempo      unico sfogo alla povertà

 

Salento  porta d’oriente   da cui ebbero accesso cultura e  civiltà     ove ancor oggi  il grieco è anche il tuo dialetto e il bizantino e il barocco adornano i monumenti

 

Terra mia    tu che per prima nell’italica terra vedi  l’alba    tu che della penisola sei lo sperone     tu      stai nel cuore dei figli tuoi e noi tutti orgogliosi nel mondo ti portiamo in vanto

                                           

 
 
 
Successivi »
 
 
 

INFO


Un blog di: peppe573
Data di creazione: 04/12/2010
 

BENVENUTI

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

peppe573ioguadagnolinelacky.procinoElemento.ScostanteSky_Eagleoscardellestelleamorino11sagredo58cile54piterx0Ric1974611procino995chiarasanyvincenzorand54arte1245
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963