PENSIERIDELLANIMA

SOGNO


Stavo quasi per uscire erano le 18 e trenta, la mia giornata di lavoro volgeva finalmente al termine quando il trillo del telefono interno distolse la mia mente dai sospirati propositi di andare a casa e riposarmi.Alzata la cornetta una voce tuonante mi ordinava di recarmi immediatamente all’ultimo piano il direttore generale mi voleva per un urgente colloquio.Al richiamo del grande capo non si poteva certo dire di no e quindi, a malincuore, infilata la giacca, iniziai la lunga attesa dinanzi alla porta dell’ascensore, a quell’ora sempre molto affollata.Arrivato all’ultimo piano, in quell’enorme attico sospeso tra le nuvole, c’era l’ufficio del direttore supremo ed incondizionato capo di tutti noi.Aperta la grande porta in bronzo, lo studio apparve in tutto il suo splendore. Grandi colonne di marmo che sembravano sospese a mezz’aria su quel pavimento che rifletteva l’accecante luce del grande lampadario che impediva di vedere il soffitto, che quindi sembrava non esserci e lo studio sembrava aprirsi al cielo infinito.In fondo al grande salone, l’enorme scrivania nascosta dalla penombra e dietro la figura maestosa del magnifico capo. Nessuno l’aveva mai visto e nessuno sapeva come fosse, iniziavo ad avvicinarmi ma una strana forza mi trattenne, mi impediva di andare avanti, capii che non potevo più avvicinarmi e, nonostante la mia curiosità, avrei voluto vedere la faccia di quell’uomo che comandava su tutto e tutti.Una voce iniziò a diffondersi in quell’ambiente che, nonostante così ampio, non faceva eco e la voce chiara e ferma mi dette un ordine che al momento mi lasciò perplesso ma poi, ripresomi dallo sgomento, salutai ed andai subito a mettermi a lavoro per soddisfare la volontà del direttore.In realtà la richiesta, nella sua apparente follia, era chiara e in apparenza semplice da realizzare. Il grande capo voleva semplicemente dividere l’umanità a seconda delle sue caratteristiche ..........CONTINUA A LEGGERE SU:www.pensieridellanima.it