PENSIERIDELLANIMA

Summertime


Il piccolo caffè si trovava a due passi dal negozio. Presi posto a un tavolino all'aperto, mi misi comodo e iniziai a sfogliare il giornale. Quando rialzai lo sguardo l'uomo si trovava appoggiato al muro dinanzi a me, non l'avevo visto arrivare. Incuriosito, lo osservai armeggiare all'interno di un grande e logoro borsone di plastica. Ne tirò fuori un piccolo sgabello bianco ormai scrostato in più parti, la custodia dello strumento mostrava strappi e tagli difficilmente riparabili, il sassofono no. Quando lo liberò dalla sua prigionia, i raggi del sole furono come catturati da quel gioiello cromato, l'uomo alzò gli occhi e i nostri sguardi s'incontrarono. Il sorriso che mi rivolse fu uno dei più malinconici che avessi mai visto in vita mia, una sensazione d'inquietudine partì dallo stomaco e mi risalì fino al cervello, di scatto spostai lo sguardo in cerca del cameriere.Molti li chiamano barboni o clochard, i più generosi si spingono a definirli artisti di strada, alcuni vi passano accanto e li guardano con disprezzo, " Ma che vadano a lavorare " è il commento che si sente più spesso. L'uomo che attaccò Summertime non rappresentava nulla di tutto ciò, era semplicemente un genio. Le note iniziarono a fluire e invasero la stretta via come onde che si infrangono sulla battigia. Chiusi gli occhi e mi feci trasportare dalla melodia, lasciai che la musica mi penetrasse anima e corpo come lava incandescente, la sensazione di staccarmi dal suolo fu spaventosa e sublime al tempo stesso. Quando l'ultima nota si disperse nell'aria, rimasi con gli occhi chiusi ancora per qualche istante, rincorrendo con la mente la scia di quell'incantesimo.Quando li riaprii l'uomo era sparito, mi guardai intorno confuso e spaventato, erano passati solo pochi secondi. Chiamai il cameriere con un gesto, intenzionato a chiedergli che fine avesse fatto il musicista. Incurante dei miei cenni, mi passò accanto col blocchetto in mano e si rivolse ad altri clienti. Continua su Pensieri dell'Anima