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LA STORIA I SOGNI DEL RAGAZZO ITALIANO CHE SFIDA AI MONDIALI DI MONZA I PROFESSIONISTI IN ARRIVO DALL’ORIENTE

Post n°2 pubblicato il 19 Ottobre 2006 da pinass74
Foto di pinass74

La mia vita per i videogames
«Per guadagnarmi il pane faccio il tecnico in Corea i campioni sono star milionarie»

MILANO. Il videogioco è global, successo e ricchezza sono local. Così un cyber-campione nato in qualsiasi posto dalle parti di Seul diventa una star e guadagna anche un milione di dollari all’anno, se invece è di Cologne (Brescia) resta coi suoi 1000 euro al mese, niente tivù, niente fan e niente autografi nei centri commerciali.

Francesco Di Dio, come dice il nome, non è nato a Seul, ma in Corea c’è già stato due volte, e poi a Singapore e anche a San Francisco. Perché come i ragazzini coreani è piuttosto bravo a «smanettare» ai videogiochi e proprio là, nella terra dove sono nati, ha rischiato di vincere il titolo mondiale. «È stato nel 2001 e io, che gioco a Fifa, stavo per per segnare il golden gol quando la connessione si è spenta per un attimo». Quanto è bastato per far fermare il gioco, fargli perdere la concentrazione e regalare titolo, medaglia d’oro e premio all’avversario, naturalmente un coreano che di nickname fa Jaguar. «Comunque sono stato il secondo nel mondo e l’anno dopo ho vinto ancora un bronzo». Più un altro bronzo agli Europei.

Oggi anche lui è a Monza a difendere i colori della nostra nazionale e non gli pare vero che non ci sia da spostarsi in capo al mondo. «La più contenta è la mia ragazza che così non mi vede sparire per una settimana», ci racconta durante la sua pausa pranzo. Perché, diversamente dai colleghi coreani, lui non campa con i videogame. O meglio sì, nel senso che lavora come tecnico in un negozio che li vende. A Palosco, provincia di Bergamo. «In Italia non c’è ancora professionismo vero, come in Corea e Germania. Là giocare può diventare una carriera». A lui invece essere un campione non è mai servito a niente, nemmeno per chiedere un aumento. Ha un clan che gli rimborsa le spese, gli dà una maglia per giocare e un premio partita, punto. «Mai avuto proposte di lavoro, qui non c’è attenzione perché non c’è interesse».

Ma forse è solo questione di tempo, perché anche da noi il business videogiochi ora fa girare qualcosa come 600 milioni di euro all’anno. La prima ricerca italiana su adolescenti italiani e videogames, presentata in primavera dall’università di Firenze parla di un 40 per cento di adolescenti maschi che ci giocano da una a tre ore al giorno, mentre le femmine sono ferme a un 12 per cento. Un po’ di denaro inaspettato, comunque, è arrivato anche a Francesco. «Al Futurshow di Bologna ho vinto 100 milioni di lire in gettoni d’oro. Sono andato ad Arezzo a ritirarli, li ho voluti vedere per curiosità poi me li sono fatti convertire». E via di corsa a cambiar macchina, computer e cellulare. Se però questa volta vince a Monza, l’ambizione è diversa: «Vorrei aprire un negozio di computer tutto mio». La sua, di «carriera», è iniziata quando aveva sei anni, sul computer Ibm della sorella grande. Un’ora o due al giorno, praticamente lo stesso tempo che passa anche adesso al video per allenamento. «Appena esce un gioco nuovo devi giocare almeno tre ore al giorno per prenderci la mano, ma poi per migliorare ne bastano una o due». Ed ecco sfatato lo stereotipo del nerd autistico che vive di solo video 24 ore al giorno. «Guai, così diventi pazzo».

Genio e regolatezza, Francesco nel suo mondo è «Champion», ma il nickname se lo è dato da solo. Non ha un fan club di 600 mila membri come il collega coreano Lim Yo Hwan, una vera leggenda di StarCraft, uno dei giochi più importanti e più diffusi al mondo. In realtà in patria è più che una leggenda, è un eroe, una «divinità», come si legge sui siti coreani. Su Wikipedia ha una pagina tutta per sé e a digitare il suo nick in Rete (Boxer) si ha l’impressione di avere a che fare con un benefattore dell’umanità. Lo chiamano «our Emperor» e lo ringraziano perché da quando c’è lui i videogiochi non sono più gli stessi. Pare che abbia apportato migliorìe continue al gioco e messo a punto strategie imbattibili finite addirittura su un dvd di culto che va a ruba.

Tutte cose che valgono i 300 mila euro all’anno che riceve di stipendio come «progamer», ovvero «giocatore professionista».

Ma la notizia buona per chi vuole battere il suo record (numero 1 per due volte ai WCG) è che in questi giorni non è a Monza perché, come si legge sui siti più devoti, «the time has come… il mondo reale è piombato in quello virtuale e ha preso la stella più grande e luminosa…». Che tradotto vuol dire che quest’estate «Boxer» ha ricevuto la cartolina di leva e per due anni e mezzo dovrà servire la patria nell’aviazione coreana (e in questi giorni non gli hanno dato il permesso per venire). Ma anche da lì, assicura in un sito, «visto che nell’esercito non posso fare tutto ciò che voglio, mi concentrerò su poche cose. Voglio dimostrare che l’esercito è il posto dove i progamers possono imparare qualcosa di nuovo, non dove finiscono la loro carriera». Però, qui a Monza, la caccia all’erede di Boxer si è già scatenata. C’è chi scommette sul connazionale 23enne Yoen-Sung Choi, nick «IloveOO», che per ora guadagna «solo» 150 mila dollari e ha un fan club di 90 mila membri. Diciamo che vorrebbe volentieri raddoppiare…

 
 
 

TELEFONIA Un racconto fra i tanti Storie di dialer Quasi 1000 euro in due mesi ai satellitari

Post n°1 pubblicato il 18 Ottobre 2006 da pinass74
Foto di pinass74

Scrive F.V.
Negli scorsi mesi di aprile e giugno ho subito anch’io un attacco da parte di un “Dialer” che inseritosi nel mio PC ha effettuato telefonate a satellitare con il numero 00881939110+++ (così descritte in bolletta) con destinazione “Globalstar” per un importo di € 738 + iva in aprile e € 208 + iva nel mese di giugno.
Le bollette sono arrivate con un mese di ritardo per cui ho conosciuto il problema solo a fine giugno e solo allora ho potuto provvedere ad eliminare il virus.
Telecom, anche se sa che dette telefonate sono eccezionali, non avvisa il cliente e non provvede ad alcuna difesa, anzi pretende il saldo in toto.
Mi sono rivolto al Corecom Veneto e sono in attesa di una improbabile “conciliazione amichevole”. Come vede gli attacchi ed i problemi dei cittadini non sono solo con numeri a prefisso 899.

Copia di quanto sopra proverò ad inviarla anche al Movimento Difesa del Cittadino

 
 
 
 
 

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Un blog di: pinass74
Data di creazione: 18/10/2006
 

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