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L'Occidente non ha solo doveri ...

Post n°260 pubblicato il 06 Giugno 2008 da OCCHIBLU07

Quando le autorità della Chiesa parlano di fame nel mondo

o di immigrazione, lo fanno rivolti all’Occidente,

l’unica parte del mondo in cui si può pensare

che la parola della Chiesa sia ascoltata

o almeno possa giungere senza distorsioni.
La Chiesa parla in tono etico agli occidentali

e chiede loro di dividere le loro risorse con i Paesi poveri

e di accogliere senza restrizioni dichiarate gli immigrati irregolari.

La Chiesa parla dei doveri delle nazioni occidentali,

ma non menziona i loro diritti.

Non c’è un documento ecclesiastico

che sottolinei il diritto e il dovere di una nazione occidentale

di conservare la propria stabilità culturale, etica, demografica,

e il proprio livello di legalità civile.

Non è riconosciuto dal linguaggio ecclesiastico i

il diritto di limitare le immigrazioni a livello compatibile

con l’identità storica del Paese.
Questo problema degli immigrati è oggi quello più aperto

perché le nazioni europee non vogliono essere città aperte

al diritto del non occidentale a entrarvi, a lavorarvi

e a portarvi la propria famiglia.

Oggi si parla meno di fame nel mondo come colpa dell’Occidente

perché è ben evidente la responsabilità del regime capitalista

comunista cinese con il suo lavoro schiavo.

La nuova fame nel mondo nasce dal «modo di produzione asiatico».

E vi ha anche parte la Repubblica indiana,

certo più integrata all’Occidente, ma non identificabile con esso.

Questa concezione ecclesiastica unilaterale dei doveri

delle nazioni occidentali si salda con la teoria di derivazione marxista,

secondo cui è l’inserimento nel mondo del sistema del libero mercato

che ha prodotto lo sfruttamento e la povertà nel mondo.
La linea del «dovere di assistere» predicata dalle gerarchie ecclesiastiche

e quella della «colpa storica dell’Occidente»

ispirata al pensiero marxista si saldano nel linguaggio di gruppi

cattolici impegnati nel volontariato o in missioni che si rivolgono

più al problema economico che a quello religioso.

E potenziano quel lessico della colpa dell’Occidente,

in cui sia il motivo ecclesiastico che quello di derivazione

marxista si fondono armoniosamente.
Sull’Osservatore Romano del 4 giugno monsignor Agostino Marchetto,

benemerito per aver criticato sul suo giornale la storia del

Concilio Vaticano II curata da Giuseppe Alberigo,

intercede per l’accoglimento degli immigranti africani

spinti da «persecuzioni, fame e violenze».

Ma è possibile che l’Europa debba prendersi a cuore i drammi

che nascono in Africa dal ritorno del sistema precoloniale,

dalle lotte tribali che furono la prima causa della possibilità

dello schiavismo europeo?
Se una nuova unità europea comincia a esistere,

è proprio quella di difendere l’Europa dall’immigrazione di massa.

Il progressismo occidentale aveva fatto dell’accoglienza

un principio del rapporto con i potenziali immigrandi.

Ma oggi il fenomeno trascende la possibilità di fare dell’Europa

la stanza di compensazione delle eccedenze civili, umane e sociali

di un’Africa che torna al tribalismo.

Le cause dei mali africani sono in Africa.

E spirito di verità vorrebbe dire che anche per l’immigrazione

deve avvenire il principio del limite imposto dalla legge

e attuato con la forza.

Il linguaggio ecclesiastico sembra interpretare le regole della giustizia

come identiche a quelle della carità.

Ma non è la carità a fondare gli Stati, è la giustizia….

Gianni Baget Bozzo

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Commenti al Post:
witog
witog il 06/06/08 alle 18:08 via WEB
Bello! ... Qualcuno sporge il capo senza timore. ... Le lotte, per il benessere, vanno instaurate in quei luoghi dove il sopruso regna. Noi, la storia insegna, abbiamo conquistato la nostra "libertà". Loro, “i profughi”, potrebbero beneficiare del nostro contributo sul loro territorio. L'abbandono del proprio paese è misera cosa e coincide con il menefreghismo e carenza d'identità. La strada più breve è proprio questa: aprire la porta e fuggire, soprattutto se qualcuno t'accoglie a braccia aperte su un’altra sponda. Il meccanismo confonderà anche la nostra identità già resa discutibile da perbenisti soggiogati dal costume arrogante del forestiero! Poveretto; anche lui si trasporta le sue abitudini e qui, ha tutti i diritti di manifestarli a nostro scapito e perfino la galera gli torna come una reggia. La maggior parte dei reati attuali li avevamo quasi dimenticati, tant’è che la magistratura s’è preoccupata, negli ultimi decenni, di beghe tra condomini e divorzi, facendo sbizzarrire perfino i legislatori. ... Abbiamo fatto un po’ di retromarcia ed ora, domiamo meno sonni tranquilli.
 
cheguevaraeramorto
cheguevaraeramorto il 07/06/08 alle 17:18 via WEB
STENDO UN VELO PIETOSO
 
 
witog
witog il 08/06/08 alle 09:03 via WEB
Io l'avevo già steso da tempo.
 
   
OCCHIBLU07
OCCHIBLU07 il 09/06/08 alle 20:29 via WEB
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva; e la massa ignora; perché non se ne preoccupa: e allora sembra che sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per ciò: che mi dà noia il loro piagnisteo da eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e soprattutto di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con le loro le mie lacrime.... ANTONIO GRAMSCI ..... questa è la voce dell'altra campana ..... la domanda si pone ... inesorabile .... siamo sicuri che gli italiani vogliono gli extracomuniari ... oppure ...in nome del buonismo ...accettano la volontà di pocchi ????
 
     
maxmassimo
maxmassimo il 19/06/08 alle 08:49 via WEB
Brillante e ammirevole.
 
     
OCCHIBLU07
OCCHIBLU07 il 19/06/08 alle 09:36 via WEB
caro Massimo .... mi sono stufata di sentire soltanto la 'voce' dei buonisti! cosi .... ogni tanto .... affiora la mia 'indole' polemica !
 
satirodelfaggio
satirodelfaggio il 08/06/08 alle 13:41 via WEB
Ciao pregiatissima Amica! Operosa e lucente domenica! A presto... ^_* Leo
 
sorriditueio
sorriditueio il 20/10/08 alle 17:06 via WEB
bello molto bello e interessante....ho letto con grande interesse...grazie....
 
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