L'infinito«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell'ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quïeteio nel pensier mi fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante, io quelloinfinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l'eterno,e le morte stagioni, e la presentee viva, e il suon di lei. Così tra questaimmensità s'annega il pensier mio:e il naufragar m'è dolce in questo mare»(Giacomo Leopardi)Ragà ma quanto è bella questa poesia....lo so voi l'avete studiata prima di me...e io soltanto adesso sto scoprendo il vero fascino della nostra letteratura......e come il Leopardi immagino il "MIO INFINITO""un lavoro e, perchè no, qualche soddisfazione"perchè, oltre agli ostacoli così altiche mi impediscono di vedere,ci sarà qualcosa di bello e concreto che mi attende....e che i miei sforzi non saranno stati vanio fine a se stessi....oppure sarà stata soltanto illusione?Per ora no....non toglietemi anche la..."speme"
Un saluto "mieloso e coccoloso"
per voi
CIAO