PICCOLO INFINITO

STARE COMODI ANCHE DOVE SI STA...STRETTI


"Quanno si' 'a 'ncunia, statte; quanno si' martiello, vatte"( Gianluca Della Monica "Il bosco di betulle")che sta a significare "Quando sei incudine, statti; quando sei martello, batti", ossia bisogna sapersi adattare alle situazioni.Sapersi adattare è un'arte , anzi  è intelligenza come affermava  Piaget  e cioè l'intelligenza non è  altro che  la capacità dell'uomo di adattarsi  nel modo migliore all'ambiente e alla realtà che lo circonda. Questo detto con parole mie mentre detta con le sue in uno schema riassunto è così:Studio dell'intelligenza di Piaget- strutture variabili: si modificano nel corso dello sviluppo;- funzioni invarianti: le modalità di funzionamento della mente sono le stesse nel bambino e nell'adulto.Secondo Piaget, alla base dell'intelligenza e dello sviluppo intellettivo del soggetto si trova una tendenza comune a tutti gli individui: quella di favorire l'adattamento del soggetto- sia alla realtà esterna, assimilandola ed accomodandosi ad essa,- che alla realtà interna, attraverso l'organizzazione e il coordinamento delle varie strutture mentali.Questo adattamento dell'organismo all'ambiente è determinato da due funzioni complementari:1. Assimilazione: è il processo per mezzo del quale il soggetto incorpora i dati dell'esperienza nei propri schemi mentali, e questo gli permette di attribuire ai dati un significato.2. Accomodamento: processo per mezzo del quale il soggetto modifica i propri schemi per adattarli ai nuovi dati dell'esperienza.Questi due meccanismi sono complementari e assicurano il mantenimento dell'equilibrio tra continuità e cambiamento, favorendo quindi l'adattamento dell'individuo all'ambiente. Equilibrio e adattamento sono due funzioni invarianti.
( la scatola è piccola ma Berta vuole "assolutamente" starci dentro)  Quindi tutti , in definitiva, possiamo cercare di uscire da situazioni precarie con le proprie forze e le proprie capacità provando a "sistemare" la nostra realtà scomoda.Essere tenaci spesso  aiuta ma a volte può anche far male quando,ad esempio, dopo tanta fatica , non si riesce e la sconfitta può ferire la nostra dignità e la nostra sensibilità. Rinunciare è più semplice così non si è  poi costretti ad ammettere, con quelli che ci conoscono, che abbiamo fallito nel nostro tentativo.Spesso si può esser certi  di ferire  più noi stessi che gli altri  che,  anzi ,  sono più propensi a scoraggiarti piuttosto che spingerti a tentare , non sia mai tu debba aver successo e loro si debbano  "sgranocchiare le nocche dei ginocchi" per la rabbia!Il più delle volte hanno paura che tu possa ottenere dei risultati dove loro hanno fallito.Se non tentiamo, però, non sapremo mai se le nostre imprese, piccole o grandi, sono imprese possibili.A volte, forse, possiamo star comodi dove pensavamo di stare..."stretti".PICCOLO INFINITO
( La mia gatta Berta ha vinto, è dentro la scatola anche se...ci sta un pò stretta)« La conoscenza è un processo di costruzione continua » (J. Piaget, L'epistemologia genetica) Io sto tentando...
INFY