PICCOLO INFINITO
"NOI STESSI SIAMO L'INFINITAMENTE PICCOLO E L'INFINITAMENTE GRANDE E LA VITA CHE LI UNISCE(GIBRAN)Vorrei parlare di tutto ciò che mi piace e che mi và sul momento....senza dare un limite o un' impronta precisa a questo blog....
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Post n°1228 pubblicato il 03 Febbraio 2013 da Io_piccolo_infinito
Giorni fa ho finito di leggere questo libro, rimasto per molto tempo nella mia libreria perchè lo avevo acquistato attratta dall' 'ambientazione della storia e nello stesso tempo tentennavo ad iniziare a leggerlo per lo stesso motivo. La storia infatti si svolge in un reparto di terapia intensiva di un ospedale. Mio marito è un infermiere professionale e quando ha iniziato la sua professione ha fatto esperienza in vari reparti tra i quali appunto la terapia intensiva. Il libro si intitola "COSA SOGNANO I PESCI ROSSI" di Marco Venturino Marco Venturino, classe 1957 è Direttore di divisione di Anestesia e Rianimazione all'IEO, Istituto Europeo dei Tumori. A dispetto del titolo un po' surreale "Cosa sognano i pesci rossi" è un'opera prima di grande rilevanza, capace di smuovere nel profondo l'animo del lettore perché riesce a conciliare la riflessione "alta" sulla vita e la morte, con la descrizione della più spiccia e talvolta degradante quotidianità. A prendere alternativamente la parola nel romanzo di Marco Venturino, direttore della divisione di Terapia intensiva all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, sono due coetanei quarantacinquenni. Il primo è Pierluigi Tunesi, amministratore delegato di una grande azienda che dopo un'operazione malriuscita viene ricoverato d'urgenza nel reparto di Terapia intensiva. Immobilizzato e reso muto da una tracheotomia, Tunesi si trova davanti il disincantato medico Luca Gaboardi. Sono loro, rispettivamente, "il pesce rosso", chiuso nel suo acquario di silenzio, e la "faccia verde" che si china su di lui per aiutarlo nella misura in cui il suo essere medico e uomo gli permette. Lo sconvolgente romanzo di Venturino dà per la prima volta parola all'umanità dei medici, alla loro impotenza di fronte al dolore altrui, alla difficoltà di lavorare in un luogo che, come lo stesso autore dichiara al pubblico intervenuto alla sua conferenza, "è una trincea". Venturino ha fotografato la realtà così com'è, senza filtro alcuno, descrivendo con profonda pietas e grande efficacia tanto la sofferenza della malattia, quanto la muta perseveranza di chi, medico o malato, crede e lotta per la vita. Il suo è un romanzo che, sfidando il tabù della morte, risveglia l'attenzione nei confronti del dolore, dando così luogo ad una necessaria presa di coscienza. ( dal web) Come avete visto dalla scritta sotto la sua fotografia Marco Venturino, l'autore del libro è un addetto ai lavori e parla da esperto perchè è un medico, direttore della divisione di anestesia e terapia intensiva all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Questa sua opera prima, che risale al 2006 , è un racconto "a due voci", quella di un medico del reparto, "la faccia verde", e quella di un ricoverato, "il pesce rosso", che descrivono, ognuno dal proprio punto di vista, osservatorio privilegiato, la quotidianità della vita in terapia intensiva, il decorso della malattia, il mondo esterno, la classe medica. Il "pesce rosso" è Pierluigi definito così perché essendo tracheotomizzato non può parlare ma soltanto muovere le labbra senza emettere alcun suono. Come un pesce rosso, appunto, in un acquario , ardua impresa per lui comunicare stessa ardua impresa per chi gli sta vicino comprendere ciò che desidera. Un bellissimo libro, vero duro, doloroso, coinvolgente e commovente...ti trascina dentro mettendo a nudo le ansie di chi ,dentro quella dimensione sospesa tra luci artificiali,corridoi levigati,pareti verdi e bianche, vive da medico e chi invece da paziente,ognuno col suo carico di angosce ,ognuno con i suoi limiti di uomo. Dipinge a tratti sinceri la figura dell'anestesista-rianimatore , un professionista che ,lavorando silenziosamente e faticosamente lontano dai riflettori dello spregiudicato e ambizioso chirurgo, viene troppo spesso nella realtà lasciato in secondo piano, senza rendere conto che invece è proprio lui a vegliare sul paziente per tutta la durata dell' intervento, custodendolo in un equilibrio stabile e sicuro che gli permetta di essere tagliuzzato e ricucito, senza permettere al suo cuore di cedere o ai polmoni di fermarsi ed è sempre lui a prenderlo e a seguirlo per tutta la permanenza in terapia intensiva. Monitorizzandolo , controllandolo e riacciuffandolo per i capelli quando fa cenno ad andarsene, sfruttando tutte le armi e i mezzi che ha a disposizione per attaccare tutte le toppe possibili sui suoi strappi e lasciargli quel brandello di vita che gli rimane ancora da vivere. Un capitolo dopo l'altro, dopo averti fatto guardare il mondo con gli occhi del medico ti riprende e ti immerge nella stessa realtà ma questa volta rifacendoti vivere tutto nel corpo del paziente,coi suoi limiti,i suoi obblighi,i vincoli e i dolori di un corpo malato. E' un libro toccante che non ti lascia da parte, ma ti porta dentro ad annusare quella dimensione che può sfuggire tra le dita e pagina dopo pagina, ti fa arrivare alla fine lasciandoti e lasciando soprattuto l'anestesista e gli addetti al settore con quell'amaro , quella sete e quella voglia di poter aggiustare le cose, le persone, i corpi malati, le sofferenze dello spirito del paziente impaurito e solo. Vi riporto le parole finali dell'autore che mi hanno profondamente colpita : "Vorrei solo che rimanesse addosso, a chi ha avuto la pazienza di leggere questo libro fino in fondo, un odore particolare delle cose umane. Un odore che viene fuori dalle zone di confine tra la vita e la morte, ove i silenzi della vita e i rumori della morte assumono fattezze di giganti deformi. Un odore forse fastidioso che, come spesso capita per gli odori, siamo tentati di cancellare dalla nostra vita di tutti i giorni. Ma questo odore c'è e io ho cercato di farlo annusare. A chi mi legge decidere se ci sono riuscito bene o male. A tutti l'augurio di non fiutarlo più da vicino". ( Marco Venturino) Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. Live as if you were to die tomorrow. Learn as if you were to live forever. (Mahatma Gandhi) |
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