PARLIAMONE

Questione di sopravvivenza


Questa settimana ho assistito a delle scene che era dalla prima guerra del golfo che non vedevo. Gente andare nel panico perché al supermercato sotto casa avevano finito i polli allo spiedo. Quelli aromatizzati. E già che quelli non c’erano, fare razzia di tutto il rimanente.
 Che non si sa mai. Così poi arrivo io a comprare un chilo di zucchero e me ne devo tornare a casa a mani vuote. Piuttosto infastidita. Gente che è uscita pazza perché non aveva la benzina sufficiente per lasciare la macchina accesa in seconda fila per mezzora, per andare a fare qualche inutile acquisto. Che quasi faceva a botte dal benzinaio per gli ultimi dieci litri. E per come la vedo io, non li sopporto. Perché io l’auto non ce l’ho. Tanto sto in centro e mi muovo a piedi. Perché per come mi nutro io potrei andare avanti due settimane buone a mangiare l’intonaco grattato via dal muro del salotto. Ho il metabolismo lento. E poi i miei mezzi primari di sostentamento saranno gli ultimi a finire in caso di vero allarme. Voglio dire. Ce ne vuole prima che da Sephora terminino rossetti e profumi. E se la situazione peggiora posso sempre berli. Che l’eau de parfum contiene un sacco di alcool…