PARLIAMONE

La grigliata


Settembre di sole ardente. Non è ancora tempo di rintanarsi in casa a sfondarsi di Playstation. C'è ancora baruffa nell'aria. Approfittiamone. Facciamo scorta di raggi di sole e di miniottimismi. Alleniamoci ai micropensieri positivi, quelli che ti allentano il respiro e ti accarezzano il cuore. Un bel modo di far rifornimento di buonumore è la classica grigliata. Trovata non troppo originale vista la quantità di fuliggine che affumica il vento. In estate, non c'è niente da fare, scatta la corsa alla brace. Basta avere un balcone, una riga di prato, una portafinestra. Però tocca tenere saldamente a mente una cosa: la quantità di tempo che ci vuole per grigliare la braciola. Cioè un'eternità. Anche se il maschio fuochista ha fatto lo scout per tanti anni e con le pietre focaie un pò ci sa fare. L'unica è andare alla grigliata avendo già mangiato. Fai pranzo poi cominci a grigliare e se ti va bene all'ora di cena, quando torna il languore, forse è pronta la prima salama. La verità è che alla grigliata poi sono i maschi a divertirsi veramente. Si tronano di lambrusco, parlano di calcio e gnocche e finiscono unti, lerci e puzzolenti come zebù mentre le donne si ammazzano di noia, e dalla fame cominciano a brucare l'erba come fanno quelle della pubblicità dell'aceto balsamico di Modena.  Pare che anche Leonardo da Vinci avesse progettato un barbecue. Magari è per quello che Monna Lisa ridacchia, perchè sente il profumino di salsiccia arrostita del signor Giocondo. Averlo saputo Dan Brown nel "Codice da Vinci" ci avrebbe messo pure la Maddalena che ungeva i peperoni di Carmignola sulle pietre di  Luserna.