Creato da eli.eli1970 il 16/07/2010

PARLIAMONE

ANCORA ELENA

 

 

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Un bacio negato

Post n°33 pubblicato il 11 Settembre 2010 da eli.eli1970

C'era una volta in un paese lontano lontano, una bellissima principessa, indipendente e sicura di sè.
Incontrò una rana mentre stava seduta contemplando argomenti ecologici sulle sponde di un laghetto incontaminato, in un prato verde vicino al suo castello.
La rana le saltò in grembo e disse:
"Elegante Signora, io ero un bel principe finché una strega cattiva non mi fece un incantesimo. Un bacio da te, comunque, ed io ritornerò ad essere il bel principe che sono. E poi, dolcezza, noi ci potremo sposare e mettere su casa nel tuo castello insieme a mia madre. Dove tu potrai cucinare per me, lavare I miei vestiti, portare nel tuo grembo i miei figli ed esserne per sempre grata."
Quella sera, mentre la principessa cenava beatamente con cosce di rana saltate in padella, con un vino bianco ed una salsa di cipolle, ridacchiava a pensava tra sè...
"Col cazzo che ti sposo!!!"

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Commenti al Post:
a57volare57
a57volare57 il 11/09/10 alle 12:10 via WEB
Eccoti finalmente così!!
 
top007
top007 il 11/09/10 alle 12:25 via WEB
hihihhihihi ....
 
sixty.nine
sixty.nine il 11/09/10 alle 12:58 via WEB
C’era una volta, in uno stagno lontano lontano, un rospone che se ne saltava beato da ninfea a ninfea, ogni tanto acchiappava al volo una gustosa libellula che passava a tiro della sua lingua veloce e viveva felice così. Un brutto giorno in cui si stavano addensando in cielo nere nuvole portatrici di sventura si approssimò allo stagno una principessa splendida d’aspetto ma pericolosa come una serpe (unica creatura della quale il rospone avesse un vero terrore). La principessa era alla perenne ricerca di un rospo da baciare che potesse trasformarsi in uno splendido principe da impalmare. Ma, se il batrace incontrato non si trasformava autonomamente in un blasonato di indaco vestito ci pensava lei a trasformarlo in uno spezzatino da far saltare in padella accompagnato da una buona bottiglia di barbera docg (noblesse oblige…). Orami la storia di questa principessa si era sparsa per tutti gli stagni del reame, e ogni salterino verde che la intravedeva provvedeva immediatamente a mettersi in salvo, visto che ormai era fuori moda, per le streghe, trasformare i principi in rospi, anche perché abitualmente i principi erano ben lieti della trasformazione che li metteva al sicuro dall’impalmare principesse smorfiose che badavano, dopo il matrimonio, soltanto allo shopping e ad “amici della de filippi” e a “un posto al sole”, non gliela davano mai e non accettavano mai di andare a farsi un’immersione o una corsa in moto insieme. Mancando la sofferenza del principe trasformato anche le streghe si erano rassegnate a fare le cartomanti alla notte nelle varie tv private, che tanto così facendo riuscivano a procurare danni molto peggiori… il rospone del laghetto però non era stato abbastanza veloce per cui la principessa l’aveva acchiappato senza fatica. “Bel rospone, è vero che tu sei un principe così trasformato da una perfida strega?” gli chiese la principessa con voce suadente. “Sì mia dolce e luminosa principessa” esordì l’anfibio “e stavo giusto aspettando una principessa bella e dolce come te che potesse restituirmi alle mie fattezze originali in maniera poi da farla mia sposa offrendole tutte le mie ricchezze del mirabolante regno di Iperbolandia”. Alla notizia la principessa trasecolò, sentendo parlare di quel mitico regno, e si stava apprestando al tradizionale bacio trasformatorio quando il rospone la fermò. “Aspetta, o mia promessa dal fato: se tu mi baci così, senza la dovuta procedura rituale riporterai me alle fattezze originali ma ti ritroverai tu trasformata in ranocchia saltellante e, tu lo capisci, in questo caso io non potrei più impalmarti…”. La principessa si bloccò con un automatico gesto di ribrezzo a quella tragica ipotesi che il rospone le aveva prospettato. “Attua allora questa procedura rituale, mio dolce amore, rospone dei miei sogni erotici…” (la blandizie sessuale era una delle armi preferite ed infallibili della principessa) “… in cosa consiste precisamente?!?” “Vedi, mio amore dolcissimo (sono già perdutamente innamorato di te!), devo solo manifestare la mia gioia per averti finalmente incontrato e perché questo incontro metterà fine alle mie inenarrabili sofferenze, per cui è necessario che io faccia tre salti rituali, di gioia, poi potrò finalmente essere del tutto tuo!!!” A quelle parole – soprattutto quell’ultimo “tutto tuo” che la principessa estendeva anche al suo c/c – la principessa aprì la mano che ghermiva il rospone, ansiosa che facesse questi benedetti tre salti per poi poterlo fare “tutto suo” (c/c compreso). Vai dunque, mio amore infinitamente atteso, e poni termine alla mia ormai inutile pulzellaggine. Senza farselo ripetere ancora il rospone saltellò: e uno, e due, e tre!... e ritornò tra le mani della principessa che si affrettò ad apporre un bacio (un po’ schifato, in realtà) sul naso del rospone che – oplà! – si tramutò in uno splendido esemplare di maschio. La principessa, poiché il rospo era privo di vestiti, rimase abbagliata e felice della trasformazione, stava per parlare quando l’ormai ex rospone la anticipò: “mia dolce principessa, c’è ancora una cosa da fare affinché questa trasformazione sia definitiva: un amplesso principesco dovrà legarci indissolubilmente..”. La principessa rimase un attimo interdetta, ma poi si disse che in fondo il principe (non pensava più a lui con le precedenti fattezze) non era male e una scopatine ci sarebbe anche stata bene, per festeggiare. Detto fatto il prato, le allodole, le nuvolette transitanti in cielo furono interessati testimoni del sesso e della passione che si consumarono lì per lì. Ormai terminato il tutto, finalmente soddisfatte anche le voglie più lubriche della principessa questa si stava preparando a rivestirsi quando i principe-ex-rospo la fermò: “C’è ancora una cosa da fare, mia dolce quasi sposa: così, nudi come siamo e innocenti di fronte al Cielo e alla natura, devo darti io un ultimo bacio in fronte, poi l’incantesimo sarà definitivamente sciolto”. Dopo le splendide ore di sesso appena concluse cos’era mai un semplice baretto sulla fronte? La principessa chiuse gli occhi con un sorriso e chinò il capo per ricevere l’omaggio labiale. Avvertì, insieme alle labbra del principe, anche uno strano rimescolamento interno, e quando riaprì gli occhi la sua visuale era disturbata da quello che sembrava un filo d’erba, ma delle dimensioni di un grande cespuglio. Il filo d’erba (perché tale era) si scostò e apparve il rospo-divenuto-principe-ridivenuto-rospo. Eccomi caro amore della mia vita: ora possiamo celebrare le nostre nozze: devi sapere che tutti i rospi hanno la capacità di trasformarsi in giganti bipedi come eri tu, se baciati da una principessa vogliosa, ma preferiscono non farlo perché la vita dello stagno è infinitamente più bella. Se trovano però una principessa di cui si innamorano hanno il potere di portarla con sé come ho fatto io, per farne la principessa della propria vita e, nel tuo caso, siccome io sono il re di questo stagno, farò di te la mia regina. La principessa, che ormai aveva iniziato a ragionare da rospa, vide il vantaggio di quella condizione, scoccò un sonoro bacione sulla guancia del suo promesso e – con una voce gutturale che le era sgorgata naturale – “Andiamo dunque, mio re, mostrami le belle del tuo regno” e, saltellando gioiosamente tutti e due, se ne andarono tra le ninfee… E da quel giorno vissero per tutta la loro lunga vita felici e contenti…
 
dangyboy
dangyboy il 14/09/10 alle 10:54 via WEB
mai avvicinarsi troppo ad una "principessa" !
 
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