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E Calearo disse: "Basta, mi dimetto". Era ora!


Alla fine, non ha resistito all'indignazione. Massimo Calearo, il peggior deputato di tutti tempi, l'uomo capace di ammettere senza vergogna "di prendere lo stipendio alla Camera solo per pagarsi il mutuo" (un mutuo da 12.000 euro mensili), l'Onorevole quasi mai presente in aula, l'evasore con la Porsche immatricolata in Slovacchia, ha deciso di gettare la spugna. Dicendo: "Basta, mi dimetto. Così la finiamo con le polemiche. Aspetto solo che quegli sciocchini del Pd la smettano di spararmi addosso, poi scrivo la lettera per Fini". E' un piacere ascoltare queste parole. Anche perché non poteva finire diversamente. Troppo è stato lo sconcerto generale suscitato dalle sue improvvide - e inaccettabili - dichiarazioni. Troppa l'arroganza con cui ha rivendicato la sua condizione di privilegiato senza giusta causa. Enorme lo scandalo generato da un imprenditore prestato alla Casta, buttato nell'arena politica dal grande stratega Walter Veltroni, e poi finito nello squallido gruppetto dei "responsabili" di Scilipoti. Un personaggio emblematico di tutte le storture del nostro sistema politico. Un simbolo inarrivabile della Casta, che, laddove questo annuncio venisse confermato, perché della parola di un Calearo non c'è da fidarsi, sarebbe giunto a fine corsa. Fortunatamente per tutti noi.