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Early spring

Che forza siamo quando collaboriamo. Invece di fare le schiavette di qualcuno abbiamo detto di non essere in casa, e invece abbiamo lavato i capelli, ballato, cantato e cucinato insieme. Lo facciamo più spesso? Io cerco di non giudicarti, di ascoltarti di più, ma per favore parlami invece di combinare guai. 

E adesso io davvero voglio andare via da te. C'è mancato davvero poco che io finissi di nuovo fra le tue braccia ma no, adesso si saldano gli ultimi debiti e basta. Facciamo finta sia stata un'esercitazione. 

Invece tu... dovrei dimenticarti. Ma non faccio che guardare quelle poche foto di bassa qualità, in particolare una, sfocata, dove mi guardi, o meglio guardi in camera, e mi sembri avere un'espressione così dolce. Mannaggia alla mia pancia, mannaggia a te. 

Graceless Heart

Che rabbia che ho, con te, ma prima di tutto con me stessa. E sono quasi contenta, paradossalmente, di provare un'emozione attivante. Sono stanca della mia inerzia, di aspettare...chi? Che cosa? Vorrei strapparmi il cuore e lanciarlo dalla finestra, ma no, sarebbe comunque recuperabile, vorrei lanciarlo lontano. Non ce la faccio più, vorrei scappare anche da me stessa e dalla mia incapacità di uscirne. 

05.02.2020

Non immaginavo potesse essere possibile, invece lo è. 

Ho beccato un locale vicino la scuola, quando mi va ed avrò un po' più di denaro proverò a mangiare lì. Stranamente mi cucino, per due giorni consecutivi ma lo faccio. Mi preparo pure dei mini minestroni la sera, poca roba, ma comincio ad andare a letto con la pancia piena.

Ti penso spesso, ti devo ancora mandare la foto con la divisa, ti devo fare sapere come va, aspetti me per il colore ma io non sono così brava. Non ancora ai livelli che dico io, almeno. Chissà quanto tempo sarebbe passato senza il tuo aiuto. Da due giorni sto giù di morale, mi sembra di lavorare a rilento, ho notato che una docente mi sta particolarmente addosso, non capisco se vista la mia età o perché vede in me del potenziale. Eppure tutte le volte che qualcuno ha preteso da me è perché sapeva quanto potevo rendere. Mi ricordo del liceo. Dobbiamo cominciare con la teoria, io mi sento relativamente preparata, ma roba da poco. Non vedo l'ora di cominciare a fare le diagnosi. Oggi ho inviato il secondo cv, ho bisogno di lavorare, qui la cosa comincia a farsi stretta. Dovrei anche studiare ma c'è qualcosa che mi fa procrastinare. Oggi ho parlato con un ragazzo, mi diceva che le prime due settimane tremava come una foglia, a vederlo adesso non lo avrei mai pensato, chissà quanti anni avrà. Mi mancano gli allenamenti, ho paura di perdere la mia muscolatura, la tonicità delle gambe. Sono più magra, me ne rendo conto dai pantaloni, beh, potrò permettermi qualche cioccolato nella fase premestruale, ho una voglia di galbi al cacao che non so descrivere.  Sono le 20.45 e sto già a letto, chissà come sarebbe la vita se avessi delle persone con cui uscire la sera. La verità è che mi mancano le essenziali cose belle che ho lasciato, forse per questo mi butto dentro la scuola e cerco di annullare qualsiasi genere di nostalgia. 

Tu non ci sei da due giorni, io non ho molta voglia di sentirti, forse abbiamo terminato i dialoghi? Sto bene così, forse sto anche meglio, nessun rischio infortuni. 

Febbraio, mi aspetto il punto di svolta perfetto da te. 

03Feb2020

Dovrei andare a fare la spesa, oggi splende il sole, ma ormai procrastinare per le cose che mi riguardano personalmente pare essere un'abitudine. Il mio corpo mi lancia segnali che non riesco ad interpretare. Oggi sono arrivati gli altri vestiti, mi sembra di potere uscire qualora me lo chiedessero, sapere di avere qualche vestito in più mi fa sentire al sicuro, mi può fare sentire bella. Sono settimane che non mi trucco, in verità dovrei aspettare ancora un po', ma l'altro giorno ho preso la palette e non sapevo più da dove cominciare, ho vissuto un dramma. Mi rifarò con qualche tutorial a tempo debito.

C'è qualcosa di strano nell'aria, ho fatto un brutto sogno, qualcuno che si è intrufolato nella mia camera che, effettivamente, mi sembra un po' ambiguo. Meno male che andrà via nelle prossime settimane. Ho la sensazione che voglia provarci e vorrei tenerlo più lontano possibile. Magari è solo un'impressione, ma per sicurezza tenere distanze di un certo tipo male non mi farà. Detesto il contatto fisico con le persone che non conosco, ed anche una semplice carezza sulla spalla mi fa rabbrividire. Non so se sono esagerata io, ma in tutta onestà mi importa poco, voglio dare retta al mio corpo che si irrigidisce. 

Tu dici che sei felice per me, ma tu sei felice? Non te l'ho ancora chiesto, aspetto il giorno che ci vedremo per riempirti di domande, per chiederti cosa provi, per dirti se ti va di cominciare una frequentazione un po' più seria, me lo avevi detto tu che le cose serie si discutono faccia a faccia e non per via telefonica, mi rendo conto che hai ragione, quindi mi limito a dirti che ho voglia di stare con te ed abbracciarti, che mi importa poco del resto. 

Penso tanto al momento in cui ci rivedremo : ti riconoscerò? Ci riconosceremo? Quanto tempo passerà prima di sentire casa immersi l'uno nelle braccia dell'altro? Sarà come la prima volta? Sarà più forte? E tu cosa proverai quando mi rivedrai? Ho paura di piangere, per la felicità si intende. Sto riponendo un po' di speranze in questo incontro, voglio non vergognarmi di pensarti in un determinato modo, anzi, voglio pensarti per come ti ho conosciuto. Sai quello che mi piace, sai come rendermi felice, come mi piace sentirmi e come sai farmi illuminare gli occhi.

Dovrei cominciare a chiedermi come posso renderti felice io.. intanto è buffo, ho anche una cosa da darti, se non me ne vergogno.