GloriaPetrolo

Post N° 61


ECCO IL PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1SINISTRA ALTERNATIVA PER CAULONIA CHE VERRà PUBBLICATO IN DIVERSI E SUCCESSIVI POST.Noi, partiti politici di sinistra, associazioni ed esponenti della società civile cauloniese, abbiamo deciso di presentarci alle elezioni con la lista “Sinistra Alternativa per Caulonia”. Nodo programmatico decisivo è per noi il territorio, inteso come patrimonio di beni e risorse materiali ed immateriali da tutelare e valorizzare. Ci opporremo con forza alla proposizione di modelli di sviluppo fondati sulla speculazione territoriale, tanto in termini di urbanizzazione edificatoria quanto di insediamenti produttivi inquinanti o destinati alla grande distribuzione. In terra di ‘ndrangheta il nodo della legalità è centrale. Legalità intesa non solo come rispetto delle leggi ma anche come cultura diffusa di rigetto di ogni forma di criminalità e di sopruso.L’antidoto all’illegalità è la partecipazione alla vita politica e sociale e l’acquisizione della consapevolezza dei propri diritti e doveri. Quello della partecipazione diventerà una costante di metodo e di merito nel nostro lavoro politico. L’attività amministrativa sarà orientata al diretto coinvolgimento dei cittadini, non solo come consumatori o utenti dei servizi ma come protagonisti della propria comunità territoriale. Allargare le esperienze del bilancio partecipativo, estendere il ricorso a referendum consultivi, favorire la strutturazione di comitati di frazione e tematici, creare il consiglio comunale dei ragazzi sulla base della proposta già approvata dalla commissione consiliare preposta, possono essere alcune delle buone pratiche da sperimentare.Il servizio idrico pubblico, il tentativo grazie alle discontinuità segnate nell’ultima finanziaria di stabilizzare i precari della pubblica amministrazione sono altri impegni importanti. Più nel dettaglio:                                    DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Dopo le frettolose dichiarazioni di fine della storia e di trionfo del capitalismo dei primi anni ’90, irrompe sulla scena mondiale un nuovo ciclo di mobilitazione internazionale che parte dal movimento ribelle Zapatista del Centro America e prosegue nei neo movimenti noglobal ed alterglobal, portatori di idee e sentimenti contrari alla globalizzazione neoliberista. Sono movimenti che si pongono percorsi, parole d’ordine e obiettivi di progresso sociale, umano ed equo, rispettoso dei diritti della persona, del territorio e delle diversità. Movimenti culminati nell’apparizione di enti, organizzazioni e appuntamenti su scala mondiale, come i World Social Forum ed i successivi Social Forum territoriali, durante i quali si dà spazio e voce a tutte quelle istanze di rinnovamento sociale e umano che prescindono dalla logica del profitto e del capitale. Questo nuovo fermento ha permesso la nascita e lo sviluppo di sperimentazioni di nuove pratiche di governo del territorio, di relazione tra cittadini, istituzioni e organizzazioni sociali, rintracciabili in tutto il mondo e in molte realtà locali italiane. Tuttavia le democrazie rappresentative moderne presentano pochi, episodici aspetti legati alla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Assistiamo, al contrario, a quella che viene da molti definita crisi della politica, proprio per l’assenza di un legame continuo e reale con la cittadinanza, e un conseguente allontanamento dall’interesse verso la gestione e l’amministrazione della cosa pubblica.La partecipazione politica è definita come il coinvolgimento dell’individuo nel sistema politico, fatto di comportamenti orientati ad influenzare il processo politico. Teoricamente una democrazia funzionante ha bisogno di cittadini informati, attivamente impegnati e capaci di esercitare influenze sulle decisioni pubbliche. Invece, il modello democratico rappresentativo non ha permesso lo sviluppo di queste caratteristiche, riscontrando una scarsa risposta della cittadinanza, abituata al meccanismo della delega, il quale richiede forme saltuarie e “leggere” di partecipazione.  L’innovazione dei meccanismi democratici, determinata dalla sperimentazione di processi partecipativi connessi alla gestione della cosa pubblica, permette il superamento di disuguaglianze tra i cittadini e l’affermazione del principio della trasparenza dell’amministrazione pubblica di fronte ai cittadini, che assistono ad un’evoluzione dei propri diritti politici, dalla determinazione, tramite il voto, di un indirizzo politico alla vera e propria determinazione delle politiche pubbliche da implementare per il raggiungimento del bene comune, attraverso la partecipazione ad una serie di decisioni pubbliche attraverso procedure di consultazione e concertazione. Nell’ambito del rinnovamento delle modalità di governo del territorio e delle forme di democrazia, a vantaggio di una politica realmente vincolata al buon governo e alla difesa dei beni comuni e dei diritti del cittadino, si sono sviluppate diverse pratiche che, ognuna per l’ambito e la modalità di svolgimento, permettono al cittadino di occupare realmente una posizione centrale all’interno della vita politica, sociale, economica, avendo a disposizione gli strumenti di partecipazione adeguati. Il Bilancio Partecipativo, strumento sperimentato in modo pionieristico dal Municipio di Porto Alegre nel 1989, è una delle pratiche partecipative più diffuse in Italia.  Questo strumento, ora sperimentato anche dalla Provincia di Reggio Calabria, permette alla cittadinanza di indirizzare parte delle risorse economiche pubbliche verso determinate politiche. La base di discussione è la proposta già presentata pubblicamente mesi or sono. Altra importante forma di democrazia e di partecipazione è la costituzione dei gruppi d’acquisto solidali. I Gruppi d’Acquisto Solidale sono formati da un insieme di persone che decidono di acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Solidale perchè decidono di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che, a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze, subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. I gruppi d'acquisto solidale cercano prodotti provenienti da piccoli produttori locali per avere la possibilità di conoscerli direttamente e per ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto.