Marzo 2008: si concentrano tutte nel mese della primavera e del risveglio le cose più belle e più inspiegabili della mia vita. Karol ora è a Boston in attesa di trapianto cardiaco e noi due stiamo vivendo giorni terribili ma in una campana d'amore che ci fa sentire protetti da un destino inspiegabile. Un destino che a volte, come nel nostro caso, appare visibilmente "incorreggibile" nel senso che sembra proprio dover essere così. Fin dall'attimo in cui io e Karol c'incontrammo, questo destino io lo avevo visto dentro di me. Immediatamente. E oggi sono certa che anche lui abbia avvertito la stessa cosa: in caso contrario...sarebbe l'unica sensazione che non abbiamo provato insieme. Nel suo letto d'ospedale Karol mi è sempre stato vicino dal suo risveglio: e io vicino a lui. Da molto prima. Mi scrive che tutto è pronto, che ormai la delicata operazione è imminente. Il mio cuore è impazzito per paura di perdere il suo: non posso pensare che nel suo petto mettano il cuore di un altro uomo. Il suo è troppo speciale, nessun cuore potrà mai sostituirlo. Ma non posso nemmeno pensare che Karol possa morire: è atroce questa paura che mi spinge l'anima come una certezza. La speranza è però sempre l'ultima a morire ed io non posso lasciarla agonizzare. Cerco tutti i modi possibili per allontanare la paura ma solo in certi attimi ci riesco: quando lui mi scrive. Cristina mi dice che il giorno prima Karol le ha chiesto il mio numero di telefono: ma ieri era ieri, oggi dico alla nostra amica di dargli il mio numero nonostante so già che Karol non potrà chiamarmi. Mi scrive: SONO NARCOTIZZATO, MI STANNO PREPARANDO, LAURA. NON DIMENTICARE MAI CHE TI AMO.Sotto narcotici, eppure sempre e ancora verso di me: è incredibile quest'uomo. Lui non sa che io, pur essendo tanto lontana sono proprio accanto a lui. Sto vivendo ciò che sta vivendo lui, è come se lui fosse me: è una parte di me che è in pericolo, ecco come lo sento. Si avvicina la pasqua: solo il giorno prima lui mi scive una mail e mi dice "QUESTA PASQUA DEV'ESSERE PER TE LA PIU' BELLA DI TUTTE." Ma a me, queste parole arrivano insieme ad una immensa angoscia. Perchè mi scrive questo? E' la prima domanda che mi faccio, come se avvertissi che nasconde una verità che io conosco già. Difficile è il non pensarci. Ma ci provo. Karol non deve morire. Karol non può farlo. Il giorno di Pasqua, il 23 marzo 2008 mi chiama Cristina verso mezzogiorno: DEVO DARTI UNA BRUTTA NOTIZIA: KAROL HA AVUTO UN NUOVO INFARTO. NON SO DIRTI ALTRO SE NON CHE LA COSA E' SERIA. E' un giorno terribilmente brutto, in tutti i sensi: il tempo è cupo, grigio e silenzioso. Io mi sono svegliata con una strana sensazione addosso che non sapevo spiegare: ora sto capendo tutto. E' da questo'istante che i miei occhi svaniscono dietro ad un velo interminabile di lacrime. "QUESTA PASQUA DEV'ESSERE PER TE LA PIU' BELLA DI TUTTE."... Ripenso a quelle parole e mi chiedo se Karol "sapesse già" che dolore mi avrebbe dato nel giorno di pasqua. La notte non riesco a dormire, la paura mi divora e ne sono vittima, non riesco più a ribellarmi. Il giorno seguente, il 24 marzo 2008 il tempo è ancora più cupo e grigio: c'è una strana atmosfera. Sono circa le due del pomeriggio quando Cristina mi manda un'email: LAURA, NON AVREI MAI VOLUTO MANDARTI QUESTA LETTERA. MA HO PROMESSO E DEVO FARLO. NON CHIEDERMI NULLA, SONO A PEZZI QUANTO TE. Apro un'altra lettera e mentre gli occhi si riempiono di lacrime e col cuore che impazzisce, leggo:
A tre anni da allora -3°
Marzo 2008: si concentrano tutte nel mese della primavera e del risveglio le cose più belle e più inspiegabili della mia vita. Karol ora è a Boston in attesa di trapianto cardiaco e noi due stiamo vivendo giorni terribili ma in una campana d'amore che ci fa sentire protetti da un destino inspiegabile. Un destino che a volte, come nel nostro caso, appare visibilmente "incorreggibile" nel senso che sembra proprio dover essere così. Fin dall'attimo in cui io e Karol c'incontrammo, questo destino io lo avevo visto dentro di me. Immediatamente. E oggi sono certa che anche lui abbia avvertito la stessa cosa: in caso contrario...sarebbe l'unica sensazione che non abbiamo provato insieme. Nel suo letto d'ospedale Karol mi è sempre stato vicino dal suo risveglio: e io vicino a lui. Da molto prima. Mi scrive che tutto è pronto, che ormai la delicata operazione è imminente. Il mio cuore è impazzito per paura di perdere il suo: non posso pensare che nel suo petto mettano il cuore di un altro uomo. Il suo è troppo speciale, nessun cuore potrà mai sostituirlo. Ma non posso nemmeno pensare che Karol possa morire: è atroce questa paura che mi spinge l'anima come una certezza. La speranza è però sempre l'ultima a morire ed io non posso lasciarla agonizzare. Cerco tutti i modi possibili per allontanare la paura ma solo in certi attimi ci riesco: quando lui mi scrive. Cristina mi dice che il giorno prima Karol le ha chiesto il mio numero di telefono: ma ieri era ieri, oggi dico alla nostra amica di dargli il mio numero nonostante so già che Karol non potrà chiamarmi. Mi scrive: SONO NARCOTIZZATO, MI STANNO PREPARANDO, LAURA. NON DIMENTICARE MAI CHE TI AMO.Sotto narcotici, eppure sempre e ancora verso di me: è incredibile quest'uomo. Lui non sa che io, pur essendo tanto lontana sono proprio accanto a lui. Sto vivendo ciò che sta vivendo lui, è come se lui fosse me: è una parte di me che è in pericolo, ecco come lo sento. Si avvicina la pasqua: solo il giorno prima lui mi scive una mail e mi dice "QUESTA PASQUA DEV'ESSERE PER TE LA PIU' BELLA DI TUTTE." Ma a me, queste parole arrivano insieme ad una immensa angoscia. Perchè mi scrive questo? E' la prima domanda che mi faccio, come se avvertissi che nasconde una verità che io conosco già. Difficile è il non pensarci. Ma ci provo. Karol non deve morire. Karol non può farlo. Il giorno di Pasqua, il 23 marzo 2008 mi chiama Cristina verso mezzogiorno: DEVO DARTI UNA BRUTTA NOTIZIA: KAROL HA AVUTO UN NUOVO INFARTO. NON SO DIRTI ALTRO SE NON CHE LA COSA E' SERIA. E' un giorno terribilmente brutto, in tutti i sensi: il tempo è cupo, grigio e silenzioso. Io mi sono svegliata con una strana sensazione addosso che non sapevo spiegare: ora sto capendo tutto. E' da questo'istante che i miei occhi svaniscono dietro ad un velo interminabile di lacrime. "QUESTA PASQUA DEV'ESSERE PER TE LA PIU' BELLA DI TUTTE."... Ripenso a quelle parole e mi chiedo se Karol "sapesse già" che dolore mi avrebbe dato nel giorno di pasqua. La notte non riesco a dormire, la paura mi divora e ne sono vittima, non riesco più a ribellarmi. Il giorno seguente, il 24 marzo 2008 il tempo è ancora più cupo e grigio: c'è una strana atmosfera. Sono circa le due del pomeriggio quando Cristina mi manda un'email: LAURA, NON AVREI MAI VOLUTO MANDARTI QUESTA LETTERA. MA HO PROMESSO E DEVO FARLO. NON CHIEDERMI NULLA, SONO A PEZZI QUANTO TE. Apro un'altra lettera e mentre gli occhi si riempiono di lacrime e col cuore che impazzisce, leggo: