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UN'ESPERIENZA  INASPETTATA,MA CHE MI STA INSEGNANDO

Post n°20 pubblicato il 08 Marzo 2007 da SUPERPROFF

Voglio parlare della mia esperienza... dopo 35 anni sono passata, a domanda, da un’esperienza di scuola media inferiore ad una scuola superiore, con l'intenzione di cambiare,di effettuare nuove esperienze, prima del mio ingresso in pensione.

 Tengo a far presente che ho conseguito nel 1998 una specializzazione post universitaruia sul " disagio scolastico" e ritengo la mia preparazone, se non completa, almeno adeguata. Nel mio curriculum posso vantare diverse centinaia di ore di aggiornamento, spesso conseguito  a pagamento, come quello di cui sopra e ritengo di definirmi a ragione,(parafrasando Collodi),"un falegname  ovvero insegnante rifinito "

Conoscevo, per sentito dire, la situazione della scuola superiore ed in particolare della scuola professionale, ma la realtà ha superato le mie aspettative.

Ho “spettrografato” i miei alunni operando, attraverso rilevazione del livello di autostima, rilevazione delle capacità relazionali, delle capacità di reazione emotivo comportamentale e  poi ancora esami" artigianali" sull'intelligenza logica, sull’intelligenza  concreta, test di Kuder ed altre indagini che mi hanno permesso di valutare l'esatta situazione della classe , utilizzando  gli strumenti che avevo a disposizione e che l'esperienza di quattro anni di operatore psicopedagogico, mi avevano fatto conoscere. La conclusione è stata che, una percentuale molto alta degli alunni, non era portatore di particolari "disagi".

La situazione ad inizio anno si fece subito difficile, (avevo la pretesa di lavorare e richiedere un minimo ) modificai, dopo meno di due mesi, la programmazione che avevo predisposto ad inizio d'anno , cercando, attraverso un'indagine, di avvicinarmi alla realtà motivazionale degli allievi : (In fondo, per  far acquisire capacità di analisi e di sintesi, vale tanto un brano, quanto un testo filmico, con la differenza che quest'ultimo avrebbe avuto  il vantaggio di essere maggiormente coinvolgente).

La situazione non si modific: più cercavo di adeguare le mie proposte ad un modello che ritenevo accattivante per la  realtà dei miei allievi o che fosse da loro stessi scelto e più ottenevo effetti distorti ed impossibilità di operare secondo quello che ritenevo un "dovere professionale". Pesante risultava il comportamento improntato a mancanza di rispetto nei confronti dell'adulto ,pregiudizio e volontà di trasgressione .

So che la volontà di trasgressione è tpica del comportamento adolescenziale teso a misurare  se stessi e le reazioni dell'adulto, ma quando questa raggiunge limiti inaccettabili ritengo che meriti di essere quanto meno sanzionata:la scuola rimane pur sempre un luogo di educazione

A distanza di più di sei mesi dall'inizio dell'anno scolastico, dopo aver proposto tutte le strategie che ho potuto mettere in atto,mi ritrovo in una situazione di impossibilità di operare.

Analizzando i singoli allievi, al di fuori del contesto della classe, non ci sono situazioni  di particolare alterazione delle modalità di comportamento, se si fa eccezione per alcuni che si caratterizzano nel colloquio privato  in modo  tuttavia non insolito.  Il gruppo classe appare  omogeneo nel dichiarare l'inutilità della disciplina,(insegno italiano e storia), la non volontà di studiare o di prestare attenzione, un atteggiamento ridanciano e soprattutto poco rispettoso nei confronti dell'adulto.  Molti (per loro stessa affermazione esplicita e spudorata) hanno già fatto l'esperienza del lavoro e sono tornati a scuola ,perchè  a scuola "non si fa nulla" e si hanno quattro mesi di vacanza: studiare non è faticoso ( soprattutto quando non si studia) ,mentre lavorare sì.

 Anche nel rapporto individuale  alcuni alunni accampano vittimismo o mania di persecuzione ( “lei, insegnante, ce l'ha con me”)  Un alunno, particolarmente protetto dai genitori, tra l'altro con maggiori capacità rispetto ai compagni, ostenta  saccenteria, ineducazione e scarso rispetto,prepotenza nei confronti dei più deboli. Altri alunni  manifestano solo  disinteresse per tutto ciò che concerne la scuola ed optano, opportunamente, per il divertimento .           Ci sono poi alcuni extracomunitari che non trovano di meglio che insultarsi a vicenda o creare situazioni in cui  appaiono "vittime designate" proprio per la loro condizione di immigrati ( e in alcuni casi non hanno tutti i torti, ma il trattamento speciale l'hanno dai loro stessi compaesani )

Impegno principale di questi "meravigliosi soggetti"  è rifornirsi alle macchinette sputaschifezze alimantari e mangiasoldi, a tutte le ore della mattina, (o quasi) ,andarsi a fumare una sigaretta nel terrazzino della scala antiincendio e recentemente, dopo che lo stesso è risultato  impraticabile,nei gabinetti. E’ prerogativa uscire almeno una volta  ad ogni cambio di insegnante e (non ostante il regolamento ) rientrare dopo diversi minuti (il disagio scolastico sta nello stare a scuola)  Il resto del tempo trascorso in classe viene utilizzato per chiacchierare, anche ad alta voce,impedendo all'insegnante di fare lezione, qualche volta a spintonarsi e a fare il proprio comodo(compreso mangiare) Un'altra  attività è quella di utilizzare il telefonino ad ogni momento ( non ostante il regolamento) ascolatare musica nascondendoil filo dell'auricolare sotto un cappuccio ed affermando di avere freddo.Fenomeni di bullismo e sopraffazione sono all'ordine del giorno .

Non esagero e l'esperienza allucinante è stata quella di  scoprire che, con alcuni insegnanti, questi stessi alunni forniscono prestazioni differenti  salvo poi insultare gli stessi in separata sede. Sono silenziosi, sembrano impauriti sino a che il collega è presente e poi, all'insaputa dello stesso, lo insultano alla grande e fanno pernacchie. Allora mi sono detto: "Sono io che non funziono!" "Cosa c'è in me che non va?" Mi sono risposta: " Io non li impaurisco a sufficienza ,in fondo io accondiscendo ( anche perchè la disiplina lo richiede) ad un lavoro più discorsivo e meno tecnico. Può essere, ma può essere anche che io non fumi con loro in aula ( come fanno alcuni colleghi) , può essere che li constriga a leggere in loro stessi piuttosto che considerarli " deficienti",può essere che io chieda loro di dare ,anche in minima parte , ciò che è nelle loro potenzialità (in genere propongo argomenti che proponevo nella scuola media inferiore,proposti con metodologie accattivanti e argomenti scelti dagli alunni stessi.  Non ostante  i miei alunni mi abbiano più volte detto che mi sarei adeguata presto o tardi , ancora non l'ho fatto e rimango dell'opinione che il " modeling" sia la migliore strategia di insegnamento ! Se io lavoro e ti offro un buon esempio, tu allievo devi imitarmi e dare almeno la centesima parte di quello che do io!

Io non credo di aver lavorato nella mia carrierapiù di quanto abbia fatto quest'anno , per preparare sintesi e lavori, per accattivare l'attenzione di questi che vengono chiamati "poveri ragazzi". A loro vengono proposte richieste sempre inferiori alle loro reali capacitàed i ragazzi " ....hanno bevuto l'acqua della mola...."  Cosa c'è di meglio " di passare da scemi per non pagare dazio?" Questa è un'arte che apprendono presto. Faccio finta di non essere in grado così mi chiederanno sempre meno ed io vivrò tranquillo!

Passando dalla scuola media alla scuola superiore il numero delle h trascorso dagli alunni  a scuola  è passato dalle 30/36/40  della scuola media (secondo i moduli) alle 40 ore della scuola superiore con la differenza che sono quaranta ore di  h di 50' e ,facendo i debiti conti, l'impegno è decisamente diverso:  (40x60 =2400' 40x50' =2000')l'impegno scolastico è INFERIORE E NON SUPERIORE

Anche gli insegnanti fanno ore di 50' e quindi ogni 18 ore potrebbero, a rigor di logica, offrire tre ore per completare il loro servizio.  Ne fanno una, per grazia di Dio, e non è utilizzata per supportare, secondo un progetto, le situazioni di disagio su espresse, per permettere ai docenti di operare in modo più sereno in classi così difficili, come sarebbe d'obbligo. La cosa più bella è che alcuni docenti (solo alcuni) esercitano ore supplementari " retribuite" ( anche  se, come dicono loro, simbolicamente :"un obolo") per il recupero.

Ieri ho sentito un operatore  extrascolastico pagato dalla regione ( con funzioni di docente)che imboniva gli alunn e li invitava  a non abbandonare la scuola a qualsiasi costo.(Non sa quel signore che i nostri alunni non lo farebbero mai altrimenti sarebbero costretti forse ad andare a lavorare e lavorare è faticoso.) Questo signore si affannava a ripetere che l'acquisizione del diploma era fondamentale e che avrebbero dovuto raggiungere quel traguardo a qualsiasi costo . A questo punto, mi sono permessa di intervenire e di affermare che forse sarebbe stato utile che invitasse gli stessi alunni ad acquisire  anche qualche competenza per raggiungere il diploma  e forse anche un minimo di educazione!

Educazione, ecco questa sconosciuta!!!! Molti professori sono ottimi istruttori,(sanno trasmettere bene le competenze della loro disciplina ) ma sono pessimi educatori . Far acquisire educazione non significa vedere che, al tuo ingresso in classe,  gli alunni sono in silenzio e sull'attenti, senza preoccuparsi del comportamento degli stessi in altre situazioni. Educare significa qualcosa di più : accertarsi che il regolamento sia ottemperato in ogni occasione (Uscire prima dell'orario stabilito per esempio, è dare cattivo esempio)

Io sono avezza a considerare i miei alunni "persone" che non devono obbedire alle minacce,ma devono, progressivamente, prendere coscienza delle proprie responsabilità come cittadini e devono agire in un clima di democrazia e non di dittatura.

A conclusione di questo che ha il sapore di uno sfogo,ma che è e vuole essere ,soprattutto una testimonianza, voglio  affermare che, se la scuola italiana non va, se i nostri allievi sono  così “indifferenti, egoisti ed ineducati, il merito è prevalentemente di quei professori che voglio vedere a nudo ,di quei “ baroni “ della scuola che fanno il bello ed il cattivo tempo in quello che è prevalentemente un “ secondo lavoro”

A me  interessa che, oltre a saper usare uno strumento e a riconosce un polo positivo ed uno negativo, gli alunni diventino “ cittadini”, ma forse “ non ho più l’età “ è l’educazione era cosa d’altri tempi .Oggi si rincorre ben altro  ( il denaro?).

 

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