stefanOrienta

Quello che non posso dirti


Ci sono cose che un insegnante non può dire ai suoi alunni, studenti o allievi. Cose che riguardano soprattutto i propri colleghi, siano essi dirigenti, insegnanti o non docenti. Il tutto è dovuto dal fatto che si fa parte insieme di una comunità educante, cioè che educa proprio quelli che io preferisco chiamare semplicemente i miei ragazzi (e qui spero di non far torto a nessuno dei più grandi pedagogisti della storia, don Bosco in primis!). Tutto ciò è ovvio, è fin troppo banale. Quando un ragazzo ti prende da parte e ti racconta delle incomprensioni che ha avuto con un tuo collega, come ci si deve comportare se tali incomprensioni sono incomprensibili? Spesso nel nostro lavoro capita di arrabbiarsi perchè non si riesce a gestire l'aula in modo funzionale alla didattica e quindi qualcuno che insulta verbalmente e (ahimè purtroppo) anche fisicamente può esserci. E perchè io in nome della già citata e tanto agognata comunità educante debba mantenere una neutralità o peggio ancora recitare la parte dell'incredulo, quando poi sai benissimo che colui di cui il ragazzo ti sta parlando è capacissimo di comportarsi in quel modo? Non sarebbe più onesto non parlare di comunità educante, dal momento che c'è sempre chi non educa, ma che anzi diseduca? Mi piacerebbe un giorno potermi sbottonare completamente e dire apertamente ai miei ragazzi che quella persona di cui mi stanno parlando si comporta da perfetto maleducato se veramente ciò che dicono (e che io stesso vedo con me) che faccia sia vero!