stefanOrienta

Babel


Dalla visione del film si possono individuare molti temi legati alla comunicazione, ma soprattutto alle differenze tra culture (anche questa mia relazione è frutto di miei valori di riferimento); prima di parlare dei temi vorrei fare una panoramica sugli eventi del film che a mio avviso sono stati più significativi, divisi in base all’ambientazione:1.      Marocco: a.      un padre compra un fucile per darlo ai suoi due figli di età intorno ai 12/14 anni per uccidere quegli animali che attaccano le pecore di cui entrambi sono pastori; b.      con quel fucile il fratello più piccolo uccide (per gioco) una turista americana che stava in un pullman che passava in una strada sottostante il pascolo di montagna dove stavano i due fratelli pastori; dopo una fase di paura e anche terrore in molti turisti il pullman si reca nel villaggio della guida marocchina del gruppo perché è il posto più vicino dove si può trovare un dottore; l’arrivo del pullman al villaggio è emblematico del “mondo moderno” che impera sul “mondo povero”, lontano dalle tecnologie, tant’è che gli abitanti del villaggio accorrono in massa a vedere non tanto il pullman quanto chi vi è dentro; subito i turisti si scontrano, oltre che con la curiosità degli abitanti del villaggio, con la mancanza di servizi primari come quelli per comunicare e quelli sanitari; infatti non trovano un dottore ma un veterinario, che chiuderà la ferita della turista colpita con un grosso ago disinfettato con la fiamma di un accendino e filo, il tutto anestetizzato con narghilè. In attesa dell’intervento dell’Ambasciata Americana, che ritarda per la burocrazia del governo locale, aumenta il livello di ansia degli altri turisti, che si vedono indifesi in un posto “primitivo” e povero e dove nelle vicinanze qualcuno di loro era stato colpito; quindi preferirebbero andar via con il pullman, fregandosene della loro compagna di viaggio che si trova in fin di vita e che se l’intervento dell’Ambasciata non si potesse effettuare andrebbe incontro sicuramente al peggio, essendo il villaggio lontano da qualsiasi posto di primo soccorso sanitario;c.      il marito della turista ferita cerca di far aspettare il gruppo finché l’Ambasciata non riesca ad intervenire, di far forza alla moglie, di pressare l’Ambasciata a velocizzare le operazioni; tutto questo avviene mentre c’è sempre una radio che dà musica alta, tant’è che la guida capisce dall’espressione arrabbiata dell’uomo, mentre sta parlando al telefono, che sarebbe meglio spegnerla (questa cosa della musica ad alto volume ritorna anche in Messico, con la gente costretta ad urlare per comunicare);d.      intanto la polizia cerca di capire chi sia stato a colpire la turista; prima individua il venditore, il quale viene interrogato con modi violenti, da tortura, senza chiedergli nulla; capito che non è stato lui vanno alla ricerca dell’uomo al quale è stato venduto il fucile; questi nel frattempo, saputo che la polizia lo stava cercando si è messo in fuga con i suoi figli, ma viene subito individuato; a questo punto la polizia spara immediatamente, tant’è che uccide uno dei due bambini (tra l’altro quello che non c’entrava niente), poi si ferma solo di fronte alla disperazione del padre e del fratello;e.      in America e nel resto del mondo occidentale la notizia è stata data come un attentato di terroristi arabi, quindi anche qui c’è stata un’amplificazione del’accaduto;f.       c’è una scena significativa delle differenze tra culture ed è quella in cui la guida marocchina si meraviglia quando l’americano gli dice di avere due figli perché sono pochi; questo era uno dei momenti in cui c’era calma, ma proprio in questo momento gli altri vanno via con il pullman, lasciando lì la donna ferita in modo grave;g.      collegamento con la storia giapponese, in quanto si riesce a risalire al proprietario del fucile grazie al suo numero di matricola: era del padre della ragazza giapponese protagonista dell’altra storia che l’ha regalato al marocchino, primo indiziato per il ferimento della donna americana, come segno di amicizia per avergli fatto da guida nelle sue avventure di caccia proprio in un suo viaggio in Marocco; quest’uomo giapponese non poteva sapere che l’arma sarebbe andata a finire in mano a un bambino che per rivalsa verso il fratello maggiore potesse sparare contro un pullman pieno di turisti americani;h.      un’altra scena importante è quella dell’americana che, nonostante le gravissime condizioni fisiche, mantiene la sua dignità pretendendo un vaso dove poter fare la pipì; è in questo momento che riesce a perdonare il marito e anche se stessa (i due erano in viaggio per riflettere sulla loro crisi coniugale);i.        collegamento con la storia messicana in quanto i due bambini sono i figli lasciati soli alla governante che se li porta in Messico al matrimonio del figlio; ma al ritorno viene “solamente” espulsa dagli Stati Uniti, perché i genitori non l’hanno denunciata per aver portato con sé i figli senza il loro consenso;j.       finalmente “arrivano i nostri” con l’elicottero (il villaggio dopo aver visto un pullman, può vedere addirittura un elicottero), prendono gli americani per portarli in ospedale; l’uomo vuole lasciare soldi alla guida, la quale li rifiuta (anch’egli forse per mantenere la sua dignità); si potrebbe fare un parallelo con il fucile lasciato dal giapponese: la guida sembra rifiutare i soldi quasi per non avere la possibilità di usarli male …k.      la storia ambientata in Marocco si conclude così come era cominciata, con l’americano che parla al telefono con il figlio, mentre la moglie sta quasi morendo: il figlio si rende conto che qualcosa non va ma ad una semplice rassicurazione del padre (che invece sta piangendo) gli continua a parlare delle sue cose. 2.      Messico: a.      un uomo fa giocare dei bambini all’interno di un pollaio; i bambini devono rincorrere, e quindi catturare, una gallina e portarla allo stesso uomo, il quale la ucciderà con le sue mani, staccandole la testa (scopro leggendo Tan veloz como el deseo di Laura Esquivel che questa è un’usanza di buon auspicio per i futuri sposi); tutti i bambini si sono divertiti per tutta la durata del gioco, ad eccezione dei bambini americani che sono rimasti traumatizzati nel momento dell’uccisione della gallina catturata;b.      si può notare la grande voglia di divertirsi, anche andando contro le regole ad esempio sparando in aria con una pistola, e a qualsiasi età (la stessa governante dei bimbi americani troverà un uomo con il quale appartarsi in intimità);c.      c’è uno scarso senso di responsabilità, manifestato prima dalla governante quando decide di portare con sé i due bimbi americani alla festa nuziale del figlio, all’insaputa dei genitori, e poi dal nipote quando decide di riaccompagnare la zia governante e i due bimbi in America, completamente ubriaco; tant’è che vengono fermati alla dogana, perché lui ha delle reazioni scomposte alle domande dei poliziotti, inoltre la governante non possiede l’autorizzazione dei genitori dei due bimbi; quindi l’uomo anziché fermarsi e seguire i poliziotti per gli accertamenti, forza il blocco e scappa, ma viene subito inseguito; si inoltre dentro un campo, dove lascia la governante con i due bimbi, pensando di fare loro un buon servizio tenendoli lontano da una probabile cattura ad opera della polizia; invece i tre si risvegliano in mezzo al deserto: la governante disperata si incammina alla ricerca di qualcuno, dopo aver “sistemato” i due bimbi, ormai sfiniti dal caldo, all’ombra di un piccolo albero; verrà individuata dopo molto tempo da un poliziotto, il quale la porterà in centrale per gli accertamenti, dopo che non sono riusciti a ritrovare i due bimbi; a questo punto la donna verrà “solamente” espulsa dagli Stati Uniti, perché i genitori dei due bimbi hanno deciso dal Marocco di non sporgere denuncia; ovviamente i due bimbi erano stati ritrovati dalla polizia, insieme a tanti altri bimbi messicani clandestini. 3.      Giappone:a.      La storia in Giappone ruota intorno ad una ragazza sordomuta che gioca a pallavolo; è la classica ragazza occidentale adolescente che è in cerca di un ragazzo, che va in discoteca, che si sballa con gli amici; è in piena tempesta ormonale ed è convinta che nessun uomo sia attratto da lei perché sordomuta, e in effetti si vede proprio che nessuno faccia caso più di tanto della sua presenza fino a quando non decide di fare l’esibizionista: prima in discoteca, provocando l’avvicinamento di alcuni ragazzi, con i quali, insieme alle sue amiche, si sballano con sostanze; poi prova a baciare il suo dentista e quindi si spoglia completamente davanti ad un poliziotto che era andato a casa sua per fare delle domande al padre circa il fucile che aveva regalato ad un marocchino durante un suo viaggio (lo stesso che ha sparato per mano del bambino alla donna americana e di cui si è già parlato);b.      Si può rilevare nella scena svolta in una discoteca, il senso di noia e solitudine di cui solitamente soffre l’adolescenza nel mondo occidentale; nel film c’è un parallelo con l’adolescenza vissuta in Marocco, con particolare riferimento alla ricerca della soddisfazione sessuale: il ragazzo marocchino la trova attraverso un buco in un un muro di pietra, spiando la sorella che si spoglia all’interno della povera abitazione, sapendo di essere vista e appagando anch’essa il suo impulso; questa cosa, sicuramente più innocente ai nostri occhi occidentali e rispetto a quello che fa la ragazza giapponese, venne vissuta, quando scoperta, dal fratello (quello che poi morirà colpito dalla polizia) e dal padre, come una cosa terribile e oltraggiosa e degna di prevedere “schiaffoni” da lasciare i segni in faccia; in Giappone, invece, la ragazza cerca di farsi notare togliendosi gli indumenti intimi, come in discoteca, oppure provoca essa stessa baciando per prima e prendendo la mano dell’uomo per farsi toccare, come con il dentista, o ancora spogliandosi totalmente nuda, come con il poliziotto, in casa propria; al contrario dei ragazzi marocchini, la giapponese, non riceve “schiaffoni”, ma comprensione, soprattutto dal poliziotto.  4.      Conclusioni:a.      Dalla visione di questo film mi sembra che il regista voglia focalizzare l’attenzione sulla difficoltà di relazione esistente tra i paesi ricchi (rappresentati dagli USA) e quelli poveri, come possono essere il Messico e il Marocco; mi verrebbe voglia di inserire il Giappone tra i paesi ricchi, ma vista l’enigmaticità della storia della ragazza (non riesco ancora a capire il motivo per cui la ragazza ha mentito al poliziotto sulla morte della madre), credo che il regista l’abbia preso ad esempio di tutte quelle culture che rimangono un mistero ai nostri occhi occidentali e che in fin dei conti non c’è nulla di male ad accettarle così come sono, anche se però è importante sforzarsi per comunicarci.b.      Un altro aspetto importante è la mancanza delle sfumature: ogni avvenimento e ogni sentimento sono vissuti all’estremo, sia in positivo che in negativo; ci sono molti eventi in cui avviene il peggio o al contrario il meglio (vieni centrato da uno sparo in pieno deserto, ma ti salvano in elicottero…); questa scelta da parte del regista potrebbe essere una metafora su come noi interpretiamo le altre culture attraverso processi di generalizzazione (uno sparo di un piccolo contadino diventa un atto terroristico) che nascono quasi sempre dal pregiudizio. Il regista sembra chiederci: “sei in grado di accettare chi è diverso da te, così come ti si sta manifestando?”. Ma soprattutto: “è possibile non risentire del proprio pregiudizio, quando si è di fronte ad una persona di un’altra cultura?”. Un’altra domanda su cui si può riflettere “perché quando si cerca di interpretare un’altra cultura lo si fa quasi esclusivamente perseguendo un criterio binario?”. Provo a spiegarmi meglio: oggi si cerca il bianco o il nero, ci si sente felici o tristi, si è ricchi o poveri, belli o brutti, buoni o cattivi, leali o onesti. E questo lo si fa anche nell’interpretare le persone, ma soprattutto le culture, per cui gli arabi sono integralisti, i siciliani mafiosi, i francesi “spocchiosi”, i romani ladroni, il vicino maleducato e così via. In merito a questo tema, il film dimostra che la soluzione positiva di quei problemi causati dallo scontro tra culture è che tale scontro diventi un incontro in cui si è coscienti che per comprendere un concetto ci vuole anche molto tempo, perché ogni parola ha molte sfumature diverse.c.      dal film non si evince una particolare enfasi sulle religioni, come se gli scontri tra le culture dipendessero non da queste ma dalle persone, infatti alla fine rimangono le storie di semplici persone, che potrebbero essere ambientate in qualsiasi altro paese e potrebbero succedere a chiunque. La ricerca da parte del regista di collegamenti tra storie e persone così lontane, porta a pensare che questi voglia lasciare allo spettatore l’esplorazione di tutto ciò che unisce le culture e non ciò che divide come appunto la religione; questa diventa soltanto una di quelle sfumature che caratterizzano la persona nella sua complessità e quindi nella sua diversità. Purtroppo però il regista trova solo temi di sofferenza ad unire le diverse storie.