stefanOrienta
non sono d'accordo con quello che dici ma sono pronto a morire purchè tu lo dica« Morti bianche | In onore dei bambini » |
Stamattina presto, su RadioRai1, ho sentito il ruggito di un preside alla proposta di un giornalista che sosteneva sotto forma di domanda che gli esami di terza media non servono a niente (spesso i giornalisti fanno dichiarazioni sotto forma di domanda così possono dire che appunto era una domanda). Il ruggito è consistito fondamentalmente in un: "se non ha studiato psicopedagogia, docimologia e pedagogia sperimentale, come fa a parlare, a proporre soluzioni per qualcosa di cui non è competente?". Al che la conduttrice del programma, che pensavo fosse più intelligente, si è risentita di questa cosa perchè tutti hanno diritto ad avere opinioni e che in democrazia tutti possono parlare (non si capisce perchè poi questo non valga proprio per tutti...). Chiaramente il preside ne faceva un discorso di principio, in quanto sosteneva che per poter dare delle soluzioni sarebbe auspicabile essere quanto meno con le mani in pasta. Ma si era permesso di dire a un giornalista che non poteva permettersi di parlare di una certa cosa (e certo siamo nell'era in cui Clarissa Burt può parlare di guerra preventiva, in cui Anna Falchi parla di giustizia e Alba Parietti parla di tutto..., figuriamoci se un giornalista non possa parlare di scuola?). Finalmente qualcuno della scuola si è ribellato, ha voluto ristabilire le distanze e lo ha fatto con una certa forza e in un contesto di inferiorità; è riuscito anche a dire che i giornalisti non sono liberi, quindi il preside in questione è diventato il mio mito. Dopo un anno di attacchi alla categoria degli insegnanti, era ora che qualcuno dicesse "basta, sei esperto? sei del campo? conosci i fatti? no? allora stai zitto per favore! stiamo lavorando per migliorare". Solamente che questo detto a un giornalista suona come se tu gli chiedessi di non avere opinioni, e lo si è fatto a un esponente di una categoria che si è inventata il mestiere dell'opinionista. Praticamente il lavoro consiste nel dare delle opinioni personali su fatti realmente accaduti, per cui la notizia è diventata l'opinione di questi saggi e noi non sappiamo più come vanno le cose, ma forse non lo dobbiamo sapere come vanno le cose, altrimenti c'è il rischio che chi è in grado di farsele da soli delle opinioni se le fa e non ascolta più quelle degli opinionisti. Grazie preside! Rialzati Scuola!
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