AL LARGO DI PENELOPE Alto mare.Dondolo sinuosamente, la grande madre č un po’ nervosa oggi, vorrei che Sigmund la calmasse col canto delle sirene. Sono al largo.Al largo dalla terra, al largo dalla gente, al largo dalle capre, al largo persino da me stessa. E’ strano come in una grande distesa d’infinito bidimensionale si veda come vedono i suoi occhi,si oda come ode il suo orecchio, si perda la propria forma per possedere spigoli altrui,l’eterno fluire d’un moto perpetuo d’acqua, o di foresta, o di deserto. E’ questa stramaledetta barca a vela che mi riporta sul confine netto tra l’ade e l’umano sentire.Questa notte ho avuto problemi a governare la barca, Ulisse.Sono stremata. Sarei ipocrita col tuo spirito rozzo e condottiero se dicessi che non ho avuto paura.La condizione della mia solitudine č come quella della tua battaglia.Sě, se tu, Ulisse caro, fossi stato qui, avresti risolto tutto con l’astuzia di Minerva, lo so, sei pratico di barche, e navi e zattere,tu.Ma non eri qui, ho virato d’inganno, Ulisse,e sono dispersa nell’occhio dormiented’una madre liquida avara di dolcezze.Sto imparando a parlare coi delfini, mi fanno compagnia nella deriva consapevole...........§§§§§§...........Delfini: Asdfccgchch!! Cjioiug sftg dgff dewqqehjfh, fgytkuykghjh?( B-u-o-n-g-i-o-r-n-o! Ha b-i-s-o-g-n-o di q-u-a-l-c-o-s-a, S-i-g-n-o-r-a?) Penelope: Edfggfhff gjhgkgkgk dsf unfgf cohghhhbh.( Avrei bisogno di una coccola..)Delfini : Chfg fdg umgbn cdhgf dhhggmnbmn?( Cos’č una c-o-c-c-o-l-a, S-i-g-n-o-r-a?) Penelope: Ukjjh chjvjhk fghj uk sfjhjk n.116 di Shakespeare.( Una coccola č il sonetto n.116 di Shakespeare.*)Delfini: Dgh khkj Shakespeare, gjhgkhkhkh?( Chi č S-h-a-k-e-s-p-e-a-r-e, S-i-g-n-o-r-a?)Penelope: Fgv jhjh fhjbmnb a kjhh gfkkhk dhfjggknmn dfhbjd dfdfw anmndjs gahgshgahg.( E’ un’anima a forma di delfino che deve ancora nascere.)Paenelopees * Sonetto n.116Non sarŕ che al matrimonio di animi costanti io ponga impedimenti.Non č amore quell’amore che muta quando scopre mutamentio tende a ritirarsi, se l’altro si ritiraoh, no, esso č un faro per sempre fissoche guarda alle tempeste e mai ne č scosso.Č la stella polare per ogni nave errantee il suo valore resta ignotoanche se l’altezza ne sia presa.L’amore non č lo zimbello del tempoanche se rosee labbra e guancecadono sotto il compasso della sua falce ricurva;l’amore non muta con le sue brevi ore o settimanema resiste fino all’orlo del giudizio.Se questo č errore, e mi sia provato,io non ho mai scrittoe nessuno ha mai amato.W. Shakespeare
Post N° 2
AL LARGO DI PENELOPE Alto mare.Dondolo sinuosamente, la grande madre č un po’ nervosa oggi, vorrei che Sigmund la calmasse col canto delle sirene. Sono al largo.Al largo dalla terra, al largo dalla gente, al largo dalle capre, al largo persino da me stessa. E’ strano come in una grande distesa d’infinito bidimensionale si veda come vedono i suoi occhi,si oda come ode il suo orecchio, si perda la propria forma per possedere spigoli altrui,l’eterno fluire d’un moto perpetuo d’acqua, o di foresta, o di deserto. E’ questa stramaledetta barca a vela che mi riporta sul confine netto tra l’ade e l’umano sentire.Questa notte ho avuto problemi a governare la barca, Ulisse.Sono stremata. Sarei ipocrita col tuo spirito rozzo e condottiero se dicessi che non ho avuto paura.La condizione della mia solitudine č come quella della tua battaglia.Sě, se tu, Ulisse caro, fossi stato qui, avresti risolto tutto con l’astuzia di Minerva, lo so, sei pratico di barche, e navi e zattere,tu.Ma non eri qui, ho virato d’inganno, Ulisse,e sono dispersa nell’occhio dormiented’una madre liquida avara di dolcezze.Sto imparando a parlare coi delfini, mi fanno compagnia nella deriva consapevole...........§§§§§§...........Delfini: Asdfccgchch!! Cjioiug sftg dgff dewqqehjfh, fgytkuykghjh?( B-u-o-n-g-i-o-r-n-o! Ha b-i-s-o-g-n-o di q-u-a-l-c-o-s-a, S-i-g-n-o-r-a?) Penelope: Edfggfhff gjhgkgkgk dsf unfgf cohghhhbh.( Avrei bisogno di una coccola..)Delfini : Chfg fdg umgbn cdhgf dhhggmnbmn?( Cos’č una c-o-c-c-o-l-a, S-i-g-n-o-r-a?) Penelope: Ukjjh chjvjhk fghj uk sfjhjk n.116 di Shakespeare.( Una coccola č il sonetto n.116 di Shakespeare.*)Delfini: Dgh khkj Shakespeare, gjhgkhkhkh?( Chi č S-h-a-k-e-s-p-e-a-r-e, S-i-g-n-o-r-a?)Penelope: Fgv jhjh fhjbmnb a kjhh gfkkhk dhfjggknmn dfhbjd dfdfw anmndjs gahgshgahg.( E’ un’anima a forma di delfino che deve ancora nascere.)Paenelopees * Sonetto n.116Non sarŕ che al matrimonio di animi costanti io ponga impedimenti.Non č amore quell’amore che muta quando scopre mutamentio tende a ritirarsi, se l’altro si ritiraoh, no, esso č un faro per sempre fissoche guarda alle tempeste e mai ne č scosso.Č la stella polare per ogni nave errantee il suo valore resta ignotoanche se l’altezza ne sia presa.L’amore non č lo zimbello del tempoanche se rosee labbra e guancecadono sotto il compasso della sua falce ricurva;l’amore non muta con le sue brevi ore o settimanema resiste fino all’orlo del giudizio.Se questo č errore, e mi sia provato,io non ho mai scrittoe nessuno ha mai amato.W. Shakespeare