VELISTA PER CASO

Post N° 5


 Il Segreto di Penelope I segreti  si trovano nel cuore del mareIo, Penelope, figlia di Icario e di Peribea,moglie fuggitiva di Ulisse, figlio di Laerte e di Anticlea,me ne frego di tutte le oblazioni al dio Ares,e di tutti i cerimoniali di corte,e degli ambasciatori di Epiro e Tessaglia e Macedonia,me ne frego di tutto e di tutti,e qui, davanti al popolo del mare,alle meduse e oloturie,ai pesci d’ogni invenzione e forma,urlo e grido nelle fauci di Eolo,il segreto celato nel forziere dell’animo mio,dove né occhio umano né ombra divinaosò entrare con intrugli e inganni d’ogni sorta.Ti amai, o Nesios, amico fedele d’Ulisse,ti amai senza proferir cenno e parola,senza emettere gemiti, lamenti o sussurri,senza gesti lascivi e fughe mal celate.T’amai come non amai Ulisse,nelle notti in cui le mani,erose dalla seta del vello filato,sanguinavano tempo perduto e stessevano il telo funebre di Laerte.Tu, amico consolatore,di cui mi fu cara la voce notturna,mentre il mio orecchioporgeva cembali alle tue parole,declamavi  l’italico Saba al mio cuore,parole soavi d’altri tempi,fidente che la mia tristezzavolgesse in speranza. “..giovane, ancorasei bella.I segni degli anni,quelli del dolore,legano l’anime nostre,una ne fanno.E dietro i capelli nerissimiche avvolgo alle mie dita,più non temo il piccolobianco puntuto orecchio demoniaco.”E Catullo, e Neruda, Eluard, Petrarca, e Yeats,e Goethe, Archiloco, Byron e Asclepiade,e i tuoi versi nati dall’impeto d’un lampo,mentre riamavi i miei sguardi nero lucentie baciavi come nuvola radale piaghe delle mie attese senza fine.M’incitavi sicuro" Tornerà,amica mia, tornerà,e il tuo letto d’ulivo sarà colmo di nuove delizie.Abbi fede negli dei che propiziarono il tuo matrimonio, Penelope.”Ma io t’amai, Nesios, t’amai asciugando di vergognale mie guancie rosse di segreto,sperando che colui che doveva tornare non tornasse indietro,dimentico d’aver patria,e moglie e figlio.T’amai fino a questo punto, senza mai baciar le labbra tuech’io adoravo ancor prima che il suono dei tuoi passiriempisse di te il mio cospetto.“ Cos’è questa pergamena, Aphia?Te la invia Nesios, padrona.”Lessi d’un fiato il tuo commiato.Partivi, sparivi, andavi lontano,terra di nessuno,m’abbandonavi al mio amore occulto.Sapevi, forse?Immaginavi?Fuggivi? Sfuggivi?Non lo saprò mainell’odio del mio amore.Lasciai Aphia al mio telaio,al mio posto,alla mia ombra,e in preda al mio dolore cercai il mare.“ O Zeus,  re infedele dell’Olimpo,dio dalle mille passioni senz’amore,Latona, e Dione, e Temi,e Mnemosine, e Hera, non bastarono a farti comprendere quanto importasse a me di Nesios?Perché? Perché consentisti ch’egli salpasse?Perché non fermasti i suoi calzari?Riprenditi ora, qui, su queste sponde d’Ithaki, il mio spirito,e fanne una conchiglia di mareche ne adorni il fondoprima del ratto d’unpescatore furtivo.”Ma Zeus non intese il mio grido, o popolo del mare,e voi tutti, oggi, udite il mio segreto,l’amore vuoto d’un paguro morto,la rete rotta d’un vecchio pescatore,lo sguardo muto d’un pesce preso all’amo.“T’odio perché t’amo,amor mio mai nato,e t’amero solo quando avrò smesso d’amarti.Così dissi, io, Penelope,al vento.” Paenelopees