PAGINE GIOVANI

FARINA, Lorenza, SONO ERBA SONO CIELO, Raffaello Ragazzi editore, 2015, 152 p., € 9,00, collana “Insieme”.


Al  lettore, ragazzo o adulto, che si accinge a leggere il nuovo libro di Lorenza Farina, si pongono subito alcuni interrogativi, che a mio parere, richiedono un approfondimento per fornire una possibile chiave di lettura, che aiuti a penetrare pienamente il messaggio trasmesso. La storia di Emma, fanciulla cresciuta in città e del nonno Giovanni, detto Giò, nato e vissuto in campagna in simbiosi con la natura e con le sue creature, offre subito una rappresentazione delicata e gentile di un felice rapporto fra generazioni che hanno l’opportunità di conoscersi, di vivere un indissolubile legame, quale spesso si instaura fra nonni e nipoti. E già, di per sé, in questa prima rappresentazione, il giovane lettore può immediatamente ritrovarsi e condividere la situazione emotiva, grazie anche al linguaggio dell’Autrice, che qui come in altre sue opere rivolte ai ragazzi, è semplice, essenziale e allo stesso tempo visivo e poetico. Un primo interrogativo si pone già nel titolo del racconto: ”Sono erba sono cielo”, per chi voglia cercarne una spiegazione e il senso recondito. Un titolo dunque che sembra anticipare un’ intenzione narrativa non esclusivamente incentrata sulla relazione affettiva, che lega un nonno a un nipote. C’è, in quella voce del verbo essere, in quel “Sono…” un’asserzione, un processo d’ identificazione dell’essere umano con altri esseri dell’universo naturale, una dichiarazione di somiglianza che rifiuta catalogazioni e classificazioni, distinzioni di genere e di forma fra le creature. Pare così di assistere al trasferimento delle creature, che passano da una condizione di vita unica a una dimensione più universale. Il titolo ci sembra, quindi, suggerire un’interpretazione che conduce a riflessioni ambientaliste sulla vita di tutti gli esseri viventi, alla visione di una nuova sensibilità e concezione di unità esistenziale. E questa visione sembra poi ripresa nel testo dell’Autrice e riproporsi già nella pagina introduttiva al racconto, dove il nonno testualmente dichiara: ”Un giorno mi trasformerò in una quercia gigantesca come questa… Sarò come un Cavaliere tutto Verde Brillante”, a cui fa seguito la risposta di Emma: ”E io sarò un passero fra i tuoi rami”. Ma tornando alle parole del nonno, che fanno menzione a un leggendario Cavaliere tutto verde brillante, forse di lontana origine celtica, abbiamo un’ ulteriore conferma del valore simbolico a lui attribuito, nel brano recitato a memoria dal vecchio Giò, tratto dalla storia di “GALVANO e il Cavaliere verde”. Cavaliere divenuto figura archetipica, che in capitelli di chiese di epoca medioevale, viene rappresentata con foglie che escono dal naso, dalla bocca, dagli occhi e che sostituiscono perfino i capelli. Potremmo allora dire che nonno Giò ne è, o sembra essere, una novella personificazione dell’antico cavaliere, capace di perdere la testa e di smarrire la memoria delle cose (e qui ben si vede il riferimento agli effetti dell’alzheimer), ma allo stesso tempo in grado, come l’antico cavaliere, di sopravvivere nel creato, nella vita dell’universo naturale. Concetto questo, certo difficile da spiegare e da proporre a dei giovani lettori, ma che in quest’opera trova una levità, che anche la mente del ragazzo può percepire e capire, seguendo le vicende e intuendo la forza dei sentimenti, che legano i due protagonisti, superando il male. Mi permetto qui di aggiungere una nota di sapore scientifico. Nell’ultima edizione del Premio Nazionale Mazzotti ha vinto il secondo premio un saggio di Stefano Mancuso e Alessandra Viola, dal titolo ”Verde brillante”, Giunti Editore, e credo utile riprendere qui alcune righe del volume: ”La calma che ci pervade in loro compagnia (dei vegetali) è forse l’eco della consapevolezza ancestrale che nel verde risiede tutto ciò di cui abbiamo bisogno e ogni nostra possibilità di sopravvivenza. Oggi come allora”.Certamente il vecchio Giò, nel romanzo di Lorenza Farina, pubblicato con il patrocinio di A.I.M.A. (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer), si mostra di questo pienamente consapevole.Genere: romanzo. Età: da 9 anniAlessandra Jesi Soligoni