Meglio old o new?

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Dunque... mi scappava proprio di creare un blog... non me ne vogliano gli eventuali visitatori.Ho scelto un argomento come il Cinema che, se non altro, conosco un minimo (creare un blog sulla terza legge della Termodinamica mi sembrava inopportuno, anche perchè non so assolutamente cosa dica la terza legge...).Il titolo che ho scelto, Cinema old o new, riguarda l'annosa domanda, se sia cioè meglio il cinema attuale o quello del passato.La mia risposta è sempre (o quasi) il vecchio. Purtroppo. Dico purtroppo perchè anche a me piacerebbe dire che ai nostri tempi vengono realizzati grandi capolavori. Confesso che li cerco, ma non li trovo.Trovo invece una banalità sconvolgente. Vasta quanto il mare.Prequel, sequel, remake, rivisitazioni, rimpasti, ibridazioni. Ma di nuovo, poco o nulla. Tutto è ripreso, continuato, modificato, distorto, capovolto. Uno degli esempi più eclatanti di che tipo di cinema si fa oggi, è senza dubbio l'utilizzo degli eroi dei fumetti, che il cinema americano ha scoperto (o ri-scoperto) e utilizzato trasportando le loro avventure dalla carta stampata al grande schermo.Dopo i primi tentativi, visto il successo di pubblico, la macchina cinematografica ha ingranato la quarta, sfornandone a decine. Spiderman, Hulk, Batman, I Fantastici 4, Daredevil, Catwoman sono solo alcuni degli esempi possibili. Ovviamente, i più visti e apprezzati, ottengono immediatamente un secondo e un terzo capitolo. Anzi, per risparmiar tempo, si girano i 3 episodi (numero magico secondo Hollywood) quasi contemporaneamente, per "ottimizzare la produzione"."Ottimizzare". Che bella parola, eh? Ma, secondo il mio vocabolario, la parola ottimizzare intende rendere al meglio una determinata cosa; secondo Hollywood, invece, ottimizzare pare ridursi esclusivamente al significato tayloristico del termine: massimo risultato col minimo sforzo.Cito una battuta del mitico Dr."Bones"McCoy in Star Trek II (...L'Universo è stato creato in 6 giorni? Bene, guardate noi: col progetto Genesi ve lo faremo in 6 minuti..."). Ecco appunto. Il cinema di oggi, spesso, è fatto così. Sarà anche ammirevole nel risultato tecnico, per carità (i computer generatori di immagini alleviano i dolori dei tecnici, i software che formattano le sceneggiature e gli story-board, quelli dei creativi e dei registi) ma si perde molto nel resto. Molto? A mio giudizio, troppo. La poesia insita nell'atto creativo di un'opera cinematografica si perde. Tutto va a velocità massima, tutto è progettato e predefinito. Il colpo di genio del regista, la correzione dell'ultim'ora del dialogo, l'inciampo leggero della MdP, l'esitazione quasi impercettibile dell'attore, un tempo messi in conto e, addirittura, in seguito venerati dagli appassionati, sono ora additati come aberrazioni intollerabili alla perfezione della macchina-cinema. Nostalgicamente, ripenso a volte alla carrellata in avanti alla prima apparizione di John Wayne in "Ombre Rosse" di John Ford: la MdP ha un leggerissimo e imprevisto sobbalzo, mentre l'operatore perde per un attimo il fuoco, ripristinandolo "in corsa": un errore che Ford mantenne in fase di montaggio, non tagliando o girando nuovamente la scena. Una piccola perfetta imperfezione.Ma erano altri tempi, con un'altra tecnologia, con un concetto diverso del termine "fare film".Si, erano altri tempi. Altri film. Era Cinema