Meglio old o new?

Post N° 5


Oggi scriverò di un film che sta facendo molto discutere: Munich di S. Spielberg.Come molti sapranno, il film parte dall'atto terroristico dei Giochi Olimpici di Monaco del 1972, quando un gruppo di terroristi palestinesi appartenenti a Settembre Nero, prese in ostaggio diversi membri della squadra olimpica israeliana. Dopo 21 ore di trattative, tutti gli ostaggi (e quasi tutti i terroristi) furono uccisi.Spielberg tratta marginalmente tale evento, concentrando la trama su un ipotetico seguito di accadimenti, ossia la vendetta perpetrata dal Mossad (il servizio segreto israeliano) contro i mandanti dell'atto terroristico.A differenza di quanto era stato fatto nel caso del rapimento del criminale nazista Eichmann (prelevato a forza dall'Argentina e tradotto in Israele per essere processato), in questo caso si tratta di pura vendetta: uccisioni sommarie senza processo.Il Mossad forma un gruppo di 5 agenti, ponendo alla guida Avner, agente scelto già addetto alla sicurezza del premier israeliano Golda Meir.Il gruppo, ucciderà progressivamente quasi tutti i mandanti palestinesi.Questi i fatti. Ma parliamo di cinema.I primi minuti del film, in cui Spielberg racconta per immagini (non c'è quasi dialogo, essendo i protagonisti di lingue differenti) sono eccellenti: una fotografia cruda, livida descrive freddamente solo i fatti, i movimenti di macchina sono sgraziati, nervosi a sottilineare la tensione. Bravo Steven.Ma qui il film si ferma. Le oltre due ore e mezza successive sono un guazzabuglio di luoghi, di nomi, di eventi più o meno verosimili, di esplosioni più o meno riuscite, di pedinamenti, di ansie, di semi-pentimenti e semi-giustificazioni. Mai il Mossad (considerato il miglior servizio segreto del mondo) fu più pasticcione e disorganizzato.Il protagonista (l'Eric Bana che già fu Hulk ed Ettore) ha la stessa carismatica espressività di un frullatore guasto. Pare possieda 2 sole espressioni - pensieroso e triste- ma il difficile è stabilire chiaramente quando le usi.E' noto a tutti che Spielberg sia di religione ebraica (Darei la mia vita per Israele, fu una sua frase) ma, in questo film, pare titubante se dar ragione agli ebrei od agli arabi.... tutti hanno le loro ragioni, i loro torti, i loro scheletri nell'armadio.Spielberg resta clamorosamente in bilico, non tenta a quanto pare di porre il piede in una sola staffa: lo fa esclusivamente quando ci coinvolge quali spettatori attoniti nel prefinale. In un montaggio alternato, mostra Avner che fa l'amore con la moglie mentre rievoca mentalmente il brutale omicidio degli ostaggi. Ma la nostra partecipazione è limitata agli eventi di Monaco, mentre restiamo quasi indifferenti allo sguardo allucinato di Avner, ormai conscio di essere un semplice assassino al servizio del Mossad.E quel finalone, con l'inquadratura della sky-line di New York, dove ancora troneggiano le Torri Gemelle, monito alla follia terroristica a venire...Caro Spielberg, si fa presto a dire che si darebbe la vita per la propria Patria di origine, nel lusso di ville hollywoodiane... ma si fa anche presto a capire che Munich non è Schindler's List che, affrontando temi raccapriccianti a noi ben noti, difficilmente necessitava di prese di posizione.Hai cercato di parlare di Pace dove pace nn c'è; hai parlato di possibile convivenza, hai cercato di pungerci nel vivo del nostro occidentalissimo sdegno, ma il tuo pungiglione era intriso di un veleno melenso e deboluccio, mescolato agli ingredienti di un american sunrise cocktail.Vai a Sabra, vai a  Chatila, nelle alture del Golan, sulla striscia di Gaza, vivi in un kibbuz, nei campi profughi, guarda le rovine di Beirut, passa da Nablus, Hebron e Ramallah, soggiorna a Gerusalemme o dovunque vuoi in quei territori martoriati, che siano ebrei, arabi, filopalestinesi, filosiriani, filo-quel-che-ti-pare: poi torna e dicci in faccia "Darei la vita per la mia Patria e per la Pace". Ma diccelo sicuro, prendendo posizione, non sorseggiando un ottimo Martini.**Passabile