Creato da Irina.Turcanu il 07/02/2009
La storia di un popolo

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Ritornano gli appuntamnti con la storia!

Post n°9 pubblicato il 22 Aprile 2009 da Irina.Turcanu
 

Un lungo silenzio a causa di una lunga tesi che non voleva materializzarsi. Ora è finita.

Sabato vi diamo appuntamento con la storia dedicando spazio al medioevo romeno e quindi ai suoi personaggi, alcuni ben noti come Vlad Tepes.

A sabato!

 
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Ci scusiamo per il silenzio, ma è doveroso.

Post n°8 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da Irina.Turcanu

"Il 58% degli stupri, in Italia, è commesso da italiani, il 9% da romeni. A Roma i numeri sono diversi: il 35% è commesso da italiani e il 31% da romeni. Questo accade perché a Roma c'é una forte concentrazione, per questo l'emergenza campi nomadi è più forte". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante la trasmissione Porta a Porta. (Marko's Blog)

Nonostante ciò vogliamo, per questa settimana, mantenere il silenzio in quanto crediamo che i fatti sconvolgenti accaduti negli ultimi tempi non possano essere risarciti con un semplice viaggio nella storia o tradizioni romene.

E' poco il nostro contributo, però, nel nostro piccolo vogliamo protestare con il silenzio.

Vreau un alt neam! Voglio altre radici, diceva Emil Cioran e in questo momento, di indescrivibile dispiacere, noi vogliamo altre radici, o meglio ci vergognamo degli atti commessi dai nostri connazionali e speriamo vivamente che questo incubo possa finire. Che quelle persone - se tali possono essere definite - se ne rendano conto della gravità dei loro gesti e capiscano che non è uno scherzo, non lo si fa perché si è arrabbiati o indisposti; distruggere la vita di donne e ragazze non dovrebbe scivolare come gocce di pioggia su una superficie verticale. A noi queste gocce ci toccano ragellandoci ogni vetricolo del cuore! Vogliamo altre radici, appartenere ad un popolo migliore e siamo sicure che quelle persone con uno sfrenato istinto animale si possono trattenere dal distruggere le vite di povere donne e ragazzine innocenti.

 
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San Valentino in Romania

Post n°7 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da Irina.Turcanu
 

La festa degli innamorati in Romania è una festa apparsa solo di recente, in primo luogo il giorno del santo (Valentin) è il 15 di febbraio per il rito ortodosso.


Mai festeggiata prima, in tempi recenti ha preso piede diventando anzitutto una festa commerciale nella Romania odierna.

 
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Scoperte recenti - nuove teorie

Post n°6 pubblicato il 13 Febbraio 2009 da Irina.Turcanu
 
Foto di Irina.Turcanu

Fino a poco tempo fa non si conosceva molto sul popolo daco sia perché gli studi archeologici sono una realtà recente sia per mancati fondi da investire in scavi archeologici, ma il periodo tra le due guerre mondiale e quello appena successivo hanno riportato alla luce innumerevoli informazioni sulla vita e le abitudini dei daci.


Alcuni di questi scavi hanno dato un nuovo volto alla cultura daca, non più avvolta nel mistero e nelle leggende antiche tramandate da Platone e Dio Cassius, essa si contorna sempre meglio mostrando la grande conoscenza posseduta dal popolo daco. Insieme alle nuove scoperte sulla cultura daca sono sorti alcune informazioni straordinarie atte ad offuscare le credenze dei popoli europei per quanto riguardano le origini del Vecchio Continente.


Alcune statuette di terracotta hanno mostrato che il popolo daco era a conoscenza di una forma primitiva di agopuntura, ma anche di concetti come il chakra indiano. Queste nuove informazioni hanno spinto gli studiosi a cercare ancor più in profondità, fatto che ha portato due dei più importanti archeologi americani, William Ryan e Walter Pitman, ha rivisitare alcune teorie sulle popolazioni indoeuropee e sulla loro origine.


I due geofisici americani hanno studiato un evento catastrofico che ha cambiato la storia, un diluvio di dimensioni gigantesche avvenuto circa 7.600 anni fa, nel luogo dove oggi si trova il Mar Nero. Utilizzando metodi di ricerca estremamente sofisticati, i due ricercatori hanno studiato i fondali del Mar Nero, all’origine il fondale di un lago dolce le cui rive erano 110 metri più basse rispetto a oggi. Le tecniche di studio hanno confermato l’evento di 7.600 anni addietro. Montagne di acqua salata hanno invaso la fiorente valle del Bosforo, le acque salate del Mediterraneo si riversarono nel lago conosciuto oggi con il nome Mar Nero, con forze inimmaginabili, 200 volte più forte delle cascate del Niagara, alzando la riviera del Mar Nero, invadendo e devastando tutto ciò che incontrava nella sua strada.


Come si è arrivati a questo fenomeno? Circa 12.500 anni a.C., la temperatura della terra crebbe bruscamente per cui la calotta euroasiatica iniziò a sciogliersi determinando così una crescita del livello dei mari e degli oceani di circa 110 metri. Inghilterra da penisola diventò isola, il Mar Mediterraneo s’innalzò di 110 m rendendo possibile la leggenda di Atlantide; la porzione di terra che legava la penisola Balcanica di oggi all’Asia fu inghiottita dalle acque, creando così un’infinità di nuove isole e un nuovo mare, il Mare Tracico, oggi il Mar Egeo. Civiltà sorprendentemente evolute verranno ritrovate su queste isole, o meglio, sulle vette delle montagne scampate all’inondazione. Si ha così una brusca migrazione di popolazioni partendo dall’area Carpato-Danubiana verso il centro dell’Europa, un’esplosione migratoria scoperta solo recentemente.


In questo modo, un gruppo conosciuto come LBK (Linear-Band-KeramiK) – ceramica lineare non colorata – giunge sino sulle rive del Rino e Senna. Questo gruppo ha determinato la comparsa di una nuova tipologia di case, molto più lunghe, di circa 150 piedi, mai incontrate fino ad allora nello spazio europeo, come ad esempio nell’area di Parigi odierno. Appaiono vasi coperti con forme spirali  (la spirale Carpato-Danubiana), onde concentriche, disegni rettangolari e un’infinità di forme assomiglianti a quelle ritrovate sul territorio della Moldova.



Contemporaneamente un altro gruppo dell’area carpato-danubiana migra verso il centro dell’Europa conosciuto con il nome di Vincea. Essi costruiscono le case su terre ben livellate, con strade parallele. L’arte decorativa dei vasi è eccezionale, in netto contrasto con quella precedente al loro insediamento. Ciò che li ha resi noti nel mondo è la scrittura pittografica, utilizzata da essi già 2500 anni prima dei sumeri. Tracce di questa civiltà sono ancora ben conservate in alcune località romene ma anche dell’ex Iugoslavia e Bulgaria.  Da questi studi risulta che il primo messaggio scritto dell’umanità risale a circa 5.500 a.C e appartiene alla civiltà Vincea. Altri gruppi come ad esempio Hamangia appare nello stesso periodo lasciando sculture come il Pensatore, è l’unico gruppo che non ha esitato a insediarsi accanto al Mar Nero, mentre altri gruppi si sono spostati sino in Cina e Giappone, come attestano tessuti in lana europea.


Queste nuove teorie gettano il dubbio sulle verità nelle quali si è creduto per secoli mentre la culla del vecchio continente pare si sposti nell’area Carpato-Danubiana costringendo coloro che vogliono conoscere le proprie origini a scrutare anche nella direzione delle civiltà apparentemente meno coinvolte nella storia dell’umanità.   


Bibliografia


Dacia Magazin, nr. 13 – giugno 2004


Segnalo un libro molto interessante sull’argomento: Noi nu suntem urmasii Romei (Noi non siamo i successori di Roma).

 
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Il tesoro di Decebal. La leggenda (approfondimento)

Post n°5 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da Irina.Turcanu
 
Foto di Irina.Turcanu

M. Orastie - fortezza daca

Sono secoli da quando circola la leggenda del grande tesoro di Decebal, già Dio Cassius, nell’antichità, sosteneva che Decebal , nel momento in cui capì che la guerra era ormai persa, aveva deviato il corso del fiume Sargetia (fiume nei dintorni di Sarmisegetuza – capitale daca) seppellendo i suoi inestimabili tesori protetti così dal fiume e dalla maledizione espressa dal re nei confronti di chiunque avesse mai provato ad impossessarsene.

Studi recenti, specialmente dell’accademico Jérôme Carcopino, ha fatto luce sulle ricchezze dache ridimensionando le stime di Critone, medico di Traiano, il quale sosteneva che il bottino di guerra fosse di circa 5.000.000 libre di oro, argento, vasi e vetri. Per l’accademico francese la quantità d’oro doveva aggirarsi su i 165.500 kg mentre l’argento era di circa 331.000. Questo ben si sposa con la ripresa economica dell’impero romano il quale aveva conosciuto un tragico momento di crisi nel periodo appena precedente alla conquista della Dacia.

In tempi recenti, molti sono stati i ricercatori di oro dando vita ad una vera e propria febbre dell’oro. Turisti romeni e stranieri hanno passato al settaccio le vecchie fortezze dache alla ricerca del grande tesoro. Il risultato di questa frenetica ricerca ha portato alla distruzione  di molti muri delle fortezze ma anche al ritrovamento di monete, gioielli e vasi daci, i quali purtroppo sono sfuggiti alle autorità oltrepassando i confini romeni per poi essere ritrovati nei paesi Ovest-Europei.

provincia sibiuA Orlat (Sibiu) la leggenda del tesoro di Decebal  è ancora viva: gli anziani del posto ricordano con un sorriso quando da piccoli si avventuravano sulla Collina Maledetta e nel silenzio della natura pareva che soldati in marcia stessero per raggiungerli attraversando le foreste. A Orlat la leggenda iniziò con la storia di un soldato disertore dall’armata del re Mihai, il quale cercando di nascondersi nella foresta finì in un tunnel che lo portò ad una stanza quadrata dove la statua in oro di Decebal vegliava sul tesoro. Pare che il soldato avesse preso un po’ dell’oro prima di chiudere l’entrata del tunnel con sassi e terra e scappare nuovamente in cerca di un altro rifugio. La maledizione di Decebal, però, gli fece trovare il rifugio eterno: catturato dai soldati del re fu impiccato.

La verità si lascia celare dalla leggenda; la leggenda si lascia avvolgere da pallide verità: un connubio perfetto affinché i posteri continuino a cercare il vero nel mito ed il mito nella verità.

 
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Chi sono - Irina Turcanu

Sono nata in Romania, dove ho vissuto fino al 2002, trasferendomi successivamente in Italia. Romania e Italia, sono diventati due paesi molto importati per me, per questo vorrei fungere da minuscolo ponte tra di essi, aiutarli a comprendersi a vicenda.

Laureata in Filosofia presso l'Università di Milano, lavoro come corrispondente di zona ad un giornale provinciale, Libertà,  e mi diletto a scrivere poesie e romanzi.

Home page: www.irinaturcanu.com

 

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