Creato da no_body3 il 10/12/2008

ARMONIA NASCOSTA

dedicato agli incantatori.. ai demagoghi di professione.. con la speranza che si tratti di specie in via di estinzione

 

 

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G L A D * * * * * * *

Post n°404 pubblicato il 13 Giugno 2010 da no_body3

 

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Salta un battito il mio cuore quando la parola Herat viene pronunciata.
   E la nuvola del sogno si posa su di me. L’arrivo ad Herat si ripete nel mio ricordo.. continuo da sempre ad arrivare ad Herat e l’emozione palpita nella mia gola.

   Attenti.. perché Herat non si vede.. potreste superarla.. dicevano tutte le guide.

   E’ vero: Herat giace.. non si erge.. giace nella pianura desertica e nel passato.

   Io sto ad occhi spalancati.. fremente. Ci siamo lasciati alle spalle la frontiera afgana e corriamo da un’ora.. sulla strada dissestata.. nell’ocra e nella polvere.

   Siamo attenti e silenziosi. Poi l’ocra si fa verde ai lati della strada.. verde brillante e intenso. Il grano si piega e ondeggia. Dopo tutta quell’aridità.. quella secchezza disperata.. il verde del grano è come una carezza.. come un bacio sulle palpebre.
Siamo vicini.. vicini. Su una curva una vecchissima pompa di benzina di quelle a mano ed accanto una stradina di terra rossa che piega verso destra. La imbocchiamo come chiamati.. è qui.. deve essere qui.

   La stradina si allarga.. diventa un viale e il viale ad un certo punto è fiancheggiato da pini altissimi. Sono maestosi.. si allineano in due file per lato.. nascono direttamente dalla terra rossa e soffice.. sulla quale le ruote della macchina affondano un po’.. incipriandosi.

   Poi appare la prima casa. Mura di terra e paglia.. lavorate a disegni geometrici.. colorate di turchese e rosa spento. La terra è ancora terra rossa.. non c’è asfalto ad Herat. Le case basse.. si susseguono. Nell’aria si sente l’odore dei pini e gli uccelli che curiosano sulla strada si sollevano in volo davanti a noi. Due mucche bevono nel djub.

   Poi cominciano ad apparire le prime persone: uomini nei larghi pantaloni verdi.. lilla.. marroni.. bianchi.. pedalano lungo la strada. Il viale corre per diversi chilometri.. tra i pini e le case basse. Man mano che avanziamo.. nel silenzio tranquillo si intensifica la presenza di uomini e bambini su asinelli che trotterellano. Ancora non abbiamo incontrato neanche una donna. Gli uomini si girano a guardarci mentre avanziamo a passo d’uomo.. ci salutano con un gesto della mano.. ci sorridono. Accolti da quei sorrisi.. da quel silenzio.. dal primo illanguidirsi della luce del sole.. penetriamo nella città.

   È tutta così Herat.. viali di terra rossa scanditi dai pini solenni.. niente luce elettrica nelle strade e niente asfalto.. non il più piccolo tratto asfaltato.. e sulle porte delle case lumi di petrolio appesi. Nell’aria l’odore di resina e di ginestra e quello di legna fresca. Cataste ordinate stanno accanto alle case. La gente si muove a cavallo.. sugli asini o in bicicletta. Le case sono di fango e paglia.. piccole o grandi.. modeste o lussuose.. decorate con arabeschi complicati o versetti del Corano o con semplicissimi fregi.. tutte fango e paglia. Al secondo piano hanno verande aperte.. che aggettano sulla strada.. sono senza vetri o imposte e uomini e donne guardano in giù.. sulla strada.. bevendo il tè e conversando.

   Grandi drappi di stoffe colorate avvolgono i pali di legno che sostengono le verande.. e si agitano fluttuanti nell’aria. Si sta facendo sera.. ma è una sera come un’alba: una luce dolce.. morbida.. colpisce la leggera polvere rossa che si solleva da terra. Ogni tanto i viali sono interrotti da piccole piazze che hanno al centro un giardino di un verde brillante e uomini e donne siedono sulle sedie di casa e parlano.

   Il solo mezzo di trasporto pubblico che si scorga sono le carrozzelle.. condottte da cavalli infiocchettati e decorate con decine di campanellini tintinnanti. Sulle carrozzelle viaggiano le donne.. dietro le grate dei loro burqa gialli.. viola.. verdi.. rossi e si girano a guardarci bisbigliando tra di loro. Ad un tratto un cavaliere passa al galoppo.. sollevando la terra rossa. Cavalca a pelo. L’uzbeco dal berretto multicolore continua a passare al galoppo accanto a me.. e io continuo a seguirlo con lo sguardo. Da trent’anni lui galoppa e nel superarmi si piega un po’ sul collo del cavallo e volge indietro il capo a guardarmi. Da trent’anni io lo seguo con lo sguardo.

   E sto fermo di fronte alla Moschea del Venerdì. Immensa.. solenne.. posa direttamente sulla terra rossa e rifulge di verde e turchese. In cima al minareto volto ad occidente.. brilla un fuoco. È scesa la sera e poiché la vita è buona.. nel cielo azzurro fondo di Herat.. la luna si è alzata. La vela appena il fumo che si alza dai camini a legna.

   Da trent’anni continuo ad arrivare ad Herat e mi fermo davanti alla Moschea e la guardo con gli occhi sgranati di un bambino e l’emozione è tale che mi porto una mano al petto a contenere il cuore.

   La guerra strappò Herat al secolo diciannovesimo in cui allora viveva e la fece approdare nel nostro tempo. Un secolo vale l’altro.. lo so.. non esistono le età dell’oro.. il dolore.. l’ingiustizia.. la violenza.. rotolano attraverso i secoli e attraverso le regioni del mondo. Herat non era l’Eden. L’Eden non esiste!  

   Ma mi concederete che esistono momenti speciali.. piccoli miracolosi momenti.. in cui elementi diversi si accostano e si compongono.. e stanno là in equilibrio perfetto.. in una nicchia protetta del tempo.

   Chi ha vissuto uno di questi momenti non li dimenticherà mai e li chiamerà con il solo nome appropriato: felicità.

 

 

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Commenti al Post:
donnadaipassiperduti
donnadaipassiperduti il 13/06/10 alle 01:57 via WEB
Rileggo questo racconto pieno di sensazioni ed emozioni,di momenti che si incastrano e regalano felicità..Molto bello:)
 
Harmonia2
Harmonia2 il 15/06/10 alle 22:21 via WEB
Ed Herat in quella nicchia vivra' per sempre, nessuna guerra potra' mai cancellare ricordi cosi' intensi. Ciao
 
virgola_df
virgola_df il 16/06/10 alle 00:43 via WEB
I sogni sono come le conchiglie che il mare ha depositato sulla riva. Bisogna raccoglierle ed ascoltare la loro voce..*Romano Battaglia*
Notte, notte!
virgola<i<
 
trylli22
trylli22 il 19/06/10 alle 08:26 via WEB
per qualche istante sono stata con te ad Herat,ho visto con occhi incantati di bambina quello che tu vedevi...un cavaliere che calalcava su un cavallo senza sella, terra rossa..sentito odori ,profumi...le tue emozioni! E sarà così ogni volta che rileggerò le tue parole.Grazie
 
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