Oi dialogoi

Letterina


Caro Babbo Natale, quest’anno non è che io sia stata troppo buona, perciò, piuttosto che rivolgerti delle richieste provvederò ad elencarti quelle cose che che non vorrei più. 1. non voglio più essere considerata come un “pollo da spennare”, un imbecille buona solo a far girare l’ingranaggio di una macchina che conduce al portafogli di poche persone a danno di tante altre. 2. non voglio più essere costretta ad ascoltare discorsi di persone che inneggiano alla dignità umana, alla sacralità della vita e all’uguaglianza solo perché il raggiungimento di tali obiettivi non comporta per loro nessuna rinuncia o sacrificio o sforzo 3. non voglio più per strada sentirmi addosso lo sguardo severo di uomini e donne di carta che non sanno nulla di me, delle mie aspirazioni, delle mie passioni, ma che mi ingiungono ugualmente di divenire diversa, perché non vado bene così come sono 4. Non voglio più l’opposto, se l’opposto è solo un qualcosa di uguale e contrario, un immagine speculare che null’altro è se non il riflesso della stessa fonte 5. non voglio più l’analfabetismo dell’animo 6. non voglio più discorsi che incitano all’eccidio dell’intelligenza e dell’originalità 7. non voglio la morte della poesia nascosta in ciascun essere umano Mi fermo a sette perché è il mio numero preferito e magari mi porterà fortuna e tu verrai a riprenderti tutte queste cose per non rendermele mai. Buon Natale. P.