Oltre La Notte

Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo...


Questa è l'estate delle donne. Ma non nel senso bonario che le parole sembrano suggerire. Tutt'altro.Donne uccise, soprattutto, nel migliore dei casi (si fa per dire, ovviamente) picchiate, stuprate, mutilate, offese. Come nel cartello pubblicitario qui a fianco. Uno dei tanti, perchè sono tanti i cartelli che offendono la dignità della donna. Gli uomini, che studiano 'ste cose, hanno pensato bene che in un mondo di uomini, dominato dagli interessi e dagli appetiti degli uomini, un certo prodotto possa "sfondare il mercato" solo adottando un "certo tipo" di pubblicità.Ma, a parte questi episodi di per sé sintomi di un malessere maschile, più che femminile, quest'estate noi donne siamo state particolarmente al centro del mirino di maschi impotenti ed impreparati. Maschi che non sanno rimettersi in gioco, non sanno mettersi in discussione. Maschi figli di altre donne, è bene ricordarlo.L'escalation di violenza sulle donne, in Italia, è arrivata a picchi incredibili, durante quest'estate afosa e fastidiosa. Una violenza che fa sentire impotenti e frementi di rabbia e di sdegno. Una violenza che leggi - anch'esse fatte da uomini - non riescono a fermare. Una manciata di anni di galera (sempre che riesca a farseli tutti, poi) comminati ad uno stupratore oppure ad un marito o un compagno omicida non servono a granché. Certi uomini non imparano. Certi uomini sono schegge impazzite, incapaci di evolvere. Ed a farne le spese sono le donne che decidono di star loro vicine: mogli, amiche, compagne che siano. Talvolta anche madri.Ciliegina sulla torta queste pubblicità-regresso, come mi piace chiamarle, che sfruttano doppi sensi e volti femminili per ammiccare ad un certo "ruolo" (eufemismo) della donna nel mondo, nella vita in genere. Il tutto per vendere uno squallido prodotto commerciale, facendo leva sulla bava dell'uomo primitivo che, al pari del famoso cane di Pavlov, obbedisce ad istinti primordiali mai completamente elaborati e risolti.Ed ecco volti femminili sbattuti su grandi manifesti colorati, contornati di grandi scritte offensive e lesive della dignità dell'universo femminile. E quando va bene sono solo volti. Quando va male sono tette enormi, culi in bella mostra, pose ammiccanti, vedo-e-non vedo al limite del porno. Questo pare essere l'universo femminile per l'uomo comune. Antesignana, in fatto di pubblicità del genere, è stata la colla "Saratoga". Che fosse una colla al silicone non tutti (i maschi) sono riusciti a comprenderlo subito. La telecamera, infatti, era come ipnotizzata dalla bellona sinuosa e poco vestita di turno. Che il prodotto fosse una colla e che si chiamasse Saratoga era un'informazione superflua.