VIVERE RAGIONANDO

CARLO DI DIO


CARLO DI DIOUn ragazzo in vena di confidenze mi ha detto ,alcuni giorni fa: “sono un giovane come tanti in cerca di qualcosa in cui credere, dando un senso alla vita, che mi appare piuttosto triste e ricca di amare sorprese. Nel mio  peregrinare mentale mi  sono imbattuto in questi giorni nella figura del mio coetaneo Carlo Acutis, un giovane milanese di 15 anni morto in odore di santità e beatificato in questi giorni. Senza nutrire alcun straordinario interesse la sua figura mi ha incuriosito ed ho voluto saperne di più, scoprendo che questo mio coetaneo spendeva il suo tempo nell’aiutare i poveri di madre Teresa a Baggio e alla mensa dei poveri dei Cappuccini di viale Piave dove i poveri sono di casa da tanti anni, così almeno mi  dicono i bene informati, ai quali ho chiesto di spiegarmi il senso di quella lunga fila di persone che stazionano nei suoi pressi all’ora di pranzo; una fila che ho più volte visto passando in macchina per andare a casa. Carlo giungeva al punto di usare le sue mance per comprare i sacchi a pelo da regalare ai clochard che stazionano sotto l’arco della Pace; tutte  località che costellano quella ricca Milano che offre ai giovani benestanti, come me, ogni sorta di conforto e di divertimenti, ai quali io stesso partecipo largamente da tempo; e non è detto che mi dispiaccia anche se per dire la verità quando mi trovo nella mia ben fornita stanza di figlio unico a volte mi capita di sentirmi vuoto come un sacco sdrucito. Io che stimo del Vangelo il samaritano che considero un “cristiano senza timbro”, così come con alcuni miei compagni in crisi (contrariamente a quanto la gente pensa non siamo dotati di cervello evanescente), stimo proprio PAPA Francesco che si accontenta di tre stanze mentre molti servitori di Cristo alto locatI pensano che pecunia non olet, con tutto quel che ne deriva sul piano concreto, per non dire altro. Spero che il mio professore di latino apprezzi questa mia citazione. Per concludere devo dire che Carlo mi ha dato un benefico schiaffo al cuore; tanto che mi è venuto spontaneo di dire ad alcuni miei intimi amici di dargli un’occhiata perché  chi testimonia con la vita per me rappresenta il miglior garante della verità della sua fede, anche se io ancora non la condivido. Nella nebbia del mio spirito devo dire che mi hai fatto intravedere la traccia di un sentiero di luce che fende    il grigiore della società in cui viviamo: per ora ti dico grazie Carlo; spero un giorno di poterti dire di più.” Viva la sincerità dei giovani, dai quali molti “qualificati adulti” hanno tutto da imparare; per non dire altro.