VIVERE RAGIONANDO

LA VOCE DEL SILENZIO


 LA VOCE DEL SILENZIOsaperli ascoltare, in silenzio senza far prediche, i giovani offrono spesso spunti di riflessione sulla dinamica dei sentimenti che segnano la vita.  Mi piace riferire quanto mi diceva il mio giovane amico Carlo che ha perso la madre per il Covid e non riesce a darsi pace. Più o meno queste sono le sue confidenze “Ho perso la mamma alcuni giorni fa; sono ancora giovane e figlio unico senza famiglia. Lei era tutto per me. Il Covid ha reso più acuto il mio dolore per la sua assenza perché dopo averla isolata in ospedale l’hanno portata via senza che  potessi darle un’ultima carezza e un bacio. Spero di poterla rivedere un giorno in cielo se la nostra vita non finisce qui; ma purtroppo il mondo in cui viviamo fa di tutto per convincerci che non c’è nessun’altra vita e che pertanto ciò che se n’è andato ora è nulla, e altrettanto  saremo noi quando moriremo. Ma io sento che non può essere così, che così non è perché mia madre non può avermi lasciato per sempre. Mai come ora sento forte il problema di Dio di cui mia madre spesso mi parlava; se mi interrogo seriamente mi rispondo di non sentirmi destinato ad esaurirmi in polvere, che c’è qualcosa di più in me che il Covid non potrebbe del tutto cancellare se dovesse portarmi via come ha fatto con mia madre. Mi capita spesso, nel silenzio del mio bell’appartamento “vuoto” di sentire la sua voce, o almeno così mi sembra. Il mio giovane parente che studia psichiatria, mi ha lasciato intendere che sono “malato”, ed è logico che sia così perché il suo Dio è la scienza che finisce qui.……” Quando il mio, depresso, giovane interlocutore ha chiesto il mio parere mi sono limitato a suggerirgli la lettura del DIARIO di Faustina Kowalska;e l’ho riletto anch’io ,qua e là: offre senz’altro buoni motivi per “pensarci su”, in silenzio, senza appellarsi ai troppi esperti in circolazione