VIVERE RAGIONANDO

MISERICORDIA


MISERICORDIA  in questo momento di grande confusione anche non pochi  credenti appaiono  disorientati e cercano disperatamente il conforto in un Dio che sembra inafferrabile e lontano, proprio nel momento in cui lo si vorrebbe amico, e soccorritore vicino. Vien  fatto di chiedersi se per caso quei credenti non siano da annoverarsi fra quelli che il cardinale Carlo Maria Martini, nel libro “Pietro-Le confessioni” ( a pagina 63) così descrive: sono molte le persone che vanno in chiesa, recitano preghiere, ma in realtà per loro Dio non significa quasi nulla. Lo stesso può accadere nella vita ecclesiastica: ci si attiene a prescrizioni, si rispettano certe leggi, ci si sforza di acquistare qualche virtù senza tuttavia vivere il dinamismo della fede, perché la presenza del Dio vivente è spenta. Se ci esaminiamo con spirito critico, noi che ci diciamo credenti, forse scopriamo di essere ben lontani dal possedere lo spirito del colloquio interiore, quello che Gesù, in cui diciamo di credere,  preferisce intrattenere con i piccoli e gli umili; in verità siamo piuttosto cerebrali nel vivere la nostra fede, abitudinari del ne quid nimis, elitari rispetto agli “altri”, che guardano a noi cercando un comportamento esemplare, dal quale emani un silenzioso giudizio “ credibile” sulla morte imperante, che ci inchioda all’interrogativo sulla reale esistenza di un regno accessibile attraverso una  porta aperta sull’infinito. A quanto pare c’è una santa che l’ha trovata e per espresso comando del suo Dio la svela agli uomini in un’interessante “DIARIO” : è suor Faustina Kowalska. Dandogli uno sguardo si trovano delle interessanti promesse da parte della misericordia divina; di cui, anche chi ha inventato l’atomica e  sfoggia un ultramoderno cellulare, potrebbe scoprire di averne bisogno. Per fortuna c’è un Francesco in sintonia con tali promesse; forse non sarebbe male prestare attenzione a quello che dice, giudicandolo con onestà intellettuale.