VIVERE RAGIONANDO

NON SONO INDISPENSABILI


 NON SONO INDISPENSABILIC’è chi afferma che il comportamento di alcuni politici di fronte al Covid  sottolinea, ancora una volta, quanto sia opportuno porre molta attenzione alla selezione del personale politico, tenendo conto non solo delle sue competenze ma anche della sua capacità di comunicare. La conoscenza della dinamica del consenso sembra non faccia parte del patrimonio culturale di alcuni politici, che non si rendono conto come il loro modo di relazionarsi all’opinione pubblica sia talvolta lesivo non solo dell’immagine personale ma anche di quella della compagine politica alla quale appartengono. In particolare in presenza della tragedia del Covid, le continue reciproche accuse, a volte affidate ad una terminologia a dir poco non  elegante, chiaramente ispirate ad interessi di parte in un momento in cui dovrebbe prevalere l’interesse generale e la convergenza degli sforzi in difesa di esso, può indurre a sospettare  una carenza etica che richiama la differenza fra politico e uomo politico: un argomento che potrebbe essere oggetto di una serena discussione, ispirata ad onestà intellettuale. Ciò potrebbe indurre a concludere, per rifarsi ad una recente affermazione emersa nel mare del “pensiero politico”, circa la non indispensabilità di alcuni personaggi sulla cresta dell’onda; intendiamo dire che potrebbe mettere in luce un nuovo concetto di “indispensabilità sociale” legato all’età della mente anziché a quella anagrafica; in vista del fatto che la prima sembra tendere a preferire il parlar concetti al parlar parole, con tutto quello che ne consegue: compresa l’eloquenza del silenzio quando essa costituisce l’opzione migliore.