VIVERE RAGIONANDO

PENSANDO A LORO


PENSANDO A LORO                  mio Dio ti ringrazio per avermi salvato dalla pandemia e ti prego di fare oggetto della tua misericordia quanti sono stati da essa in vario modo colpiti, e coloro che fanno parte del loro circolo familiare ed affettivo.Quanti sono ammalati li vedo prigionieri dei teli protettivi come di una casa fuori della realtà,  vedo a tratti le loro mani protendersi nel vano tentativo di annullare quella barriera, che seppur protettiva, funge da  invalicabile muro verso ogni mano al di fuori di essa, portatrice di familiari affetti: è la straziante solitudine di un universo di moderna carità scientifica.Mio Dio  ti raccomando in modo particolare coloro che sotto la coltre protettiva non possono nemmeno andare col pensiero a qualcuno che al di fuori di essa tuttora li accompagna col pensiero oltre la soglia della vita: sono uniti a “nessuno” e preda di un desiderio struggente di amore che non riesce a penetrare quella barriera protettiva, strumento di umana carità rivestita di scienza.Non so quali colpe queste creature abbiano commesso per finire così; ma Tu Signore di loro come dicesti al buon ladrone” oggi sarai con me in paradiso”; e fallo più in fretta che puoi se hai deciso che la loro vita sia giunta al termine. Nessuno più di loro ha bisogno della tua misericordia, ma anche nessuno più di noi ne ha bisogno, pellegrini smarriti come siamo nel buio di una notte in cui andiamo disperatamente in cerca di un barlume di luce. A te, fratello e sorella che stai morendo da solo tendo la mano per la via dello spirito che non conosce confini; non so chi tu sia ma vedo scritto sul tuo volto quella stessa sembianza di Cristo che pendeva straziato dalla croce. Credo che anche il tuo  solitario dolore concorra,come il  suo, a salvare quel che resta di umano in un mondo ricco di nuovi dei e povero di umana pietà. Un mondo in cui ognuno di noi ha i suoi limiti ma il peggiore di tutti è quello di credere di non averne, per cui sappiamo ridere di tutto e di tutti meno che di noi stessi. Questa è la peggiore delle pandemie, dalla quale possiamo essere colpiti come singoli e come società.