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Sentenze Calciopoli

Post n°18 pubblicato il 26 Luglio 2006 da parkourz

Attese da molto..ecco qui le famose sentenze difinitive di calciopoli:

JUVENTUS: retrocessione in Serie B e 17 punti di penalizzazione. Tre giornate di squalifica del campo e multa di 120 mila euro. Non assegnazione dello scudetto 2006 e revoca del titolo 2005.

MILAN: penalizzazione di 8 punti nella prossima Serie A, 30 punti di penalizzazione nello scorso campionato che significa possibilita` di disputare i preliminari di Champions League. Una giornata di squalifica del campo e multa di 100 mila euro.

LAZIO: riammissione in Serie A con 11 punti di penalizzazione. Due giornate di squalifica del campo e ammenda di 100 mila euro (-30 punti per il 2005-6).

FIORENTINA: riammissione in Serie A con 19 punti di penalizzazione. Tre giornate di squalifica del campo e ammenda di 100 mila euro (-30 punti per il 2005-6).

LUCIANO MOGGI: cinque anni di inibizione.

ANTONIO GIRAUDO: cinque anni di inibizione.

DIEGO DELLA VALLE: tre anni e nove mesi di inibizione.

ANDREA DELLA VALLE: tre anni di inibizione.

SANDRO MENCUCCI: inibizione di due anni e 6 mesi.

CLAUDIO LOTITO: due anni e sei mesi di inibizione.

FRANCO CARRARO: 80 mila euro di multa.

INNOCENZO MAZZINI: cinque anni di inibizione.

ADRIANO GALLIANI: nove mesi di inibizione.

LEONARDO MEANI: due anni e sei mesi di inibizione.

TULLIO LANESE: due anni e sei mesi di inibizione.

PIERLUIGI PAIRETTO: tre anni e sei mesi di inibizione.

MASSIMO DE SANTIS: quattro anni di inibizione.

FABRIZIO BABINI: tre mesi di inibizione.

CLAUDIO PUGLISI: tre mesi di inibizione.

GIANLUCA PAPARESTA: inibizione di tre mesi.

PAOLO DONDARINI: prosciolto.

GENNARO MAZZEI: inibizione di 6 mesi.

 
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Anonimo il 26/09/06 alle 02:24 via WEB
Moratti e il telefono dell'arbitro 25 settembre 2006 - Credo che sabato sera chiunque fosse collegato con il Tg5 sia rimasto scioccato per qualche minuto. Chi è quell'uomo dalla faccia nota, con tanta rabbia addosso, che lancia una feroce invettiva contro il calcio che lo ha condannato, contro l'Inter e Moratti? Non ha più il suo abituale sorriso irridente di chi dice una cosa e ne pensa un'altra. E’ serio, concentrato e conclude solennemente: "Questa storia mi ha schifato". Lo strano accusatore del sabato sera è l'arbitro Massimo De Santis. L’Inter - secondo lui - avrebbe ingaggiato "un tizio" (così lo ha definito Moratti in un'intervista a La Stampa) che le ha offerto i suoi servizi di controllo sulle abitudini e le frequentazioni dell'arbitro romano: semplici pedinamenti, ma secondo De Santis anche intercettazioni telefoniche e controlli vari, con un'ipotesi temeraria: ricatto. A cancellare in partenza ogni equivoco dico subito che se la trama di questa storia, ancora nebulosa, fosse quella raccontata da De Santis, non disgusterebbe solo l'arbitro, diretto interessato, ma anche noi: come persone e pubblica opinione. Ma sembra proprio che la parola "intercettazioni" non esista e che tutto si limiti al grottesco pedinamento offerto da quel "tizio". Forse una leggerezza, certamente una bidonata, ma resta il sapore sgradevole di una mossa quanto meno inopportuna, ispirata magari a un eccesso di difesa, non certo in linea con quella politica di lealtà e trasparenza che l'Inter ha proclamato. In questi casi si dice: stiamo ai fatti. Senza condannare o assolvere nessuno, riproponiamo quei comandamenti che ci hanno accompagnati lungo tutto l’itinerario dello scandalo del calcio: chiarezza e severità. L'Inter - lo ha ribadito Moratti - non c'entra niente con lo scandalo Telecom, ma l'inchiesta sull'episodio-De Santis è inevitabile e il primo a contribuire alla chiarezza dovrebbe essere proprio Moratti. Non basta replicare giustamente, come è stato fatto ieri, all'invettiva feroce dell’ex arbitro, ma stabilire l'onesta dimensione dei fatti.Che una società come l'Inter, che fa del comportamento la sua bandiera, possa accordarsi con "un tizio" che si offre di pedinare un arbitro discusso e discutibile è quanto meno stupefacente. Comunque si sviluppi questa vicenda, essa ci ricorda anche in quale clima si vivesse ai tempi di "Moggiopoli", avvelenati da quel potere occulto che ha schiacciato serenità, regolarità e credibilità del nostro calcio. Ci si difendeva con ogni mezzo. Ne sa qualcosa la Fiorentina, con le sue ferite addosso. Candido Cannavò
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