Essere e pensiero

Con la "forza" della fede...Buon Natale...


"La fede é una forza che si prende per una verità".Paul Valery,Quaderni, vol V,1912. G 12, IV, 665Adelphi...e quando questo avviene, quando la "forza" della fede e l'energia che essa infonde, vengono scambiate con la "Verità", tutto il potenziale "liberatorio" della fede si perde e inevitabilmente essa entra in collisione con altre fedi e con altre possibili verità, producendo profonde lacerazioni nelle coscienze degli uomini...pertanto, possiamo dire con Valery che..."Non c'è fede senza una malafede. Non c'è convinzione che non abbia il suo cono d'ombra, le sue obiezioni insolubili, le sue regioni sospette, così come la stessa roccia poggia su non si sa che cosa. Gli uni tentano di non pensarci; gli altri si sforzano di mascherare queste difficoltà con parole, immagini - a diluirle o stornarle al punto che la riflessione non vi giunge mai." Paul Valery,Quaderni, vol. VIbid., IV, 670Adelphi...la fede e le fedi trovano nel "dubbio" e non nella certezza della verità l'ambito che le accomuna. In quel "cono d'ombra" c'è spazio per un cammino che unifichi le coscienze umane nella ricerca di un "minimum" comune di verità, al di là delle differenze culturali ed etniche... *  *  *                         *  *  *                   *  *  * NATALENascerà in una stiva tra viaggiatori clandestini.Lo scalderà il vapore della sala macchine.Lo cullerà il rollio del mare di traverso.Sua madre imbarcata per tentare uno scampo o una               fortuna,
suo padre l’angelo di un’ora,molte paternità bastano a questo.In terraferma l’avrebbero depostonel cassonetto di nettezza urbana.Staccheranno coi denti la corda d’ombelico.Lo getteranno al mare, alla misericordia.Possiamo dargli solo i mesi di grembo, dicono le madri.Lo possiamo aspettare, abbracciare no.Nascere è solo un fiato d’aria guasta. Non c’è mondo                per lui.
Niente della sua vita è una parabola.Nessun martello di falegname gli batterà le ore dell’infanzia,poi i chiodi nella carne.Io non mi chiamo Maria, ma questi figli miei che non hanno portato manco un vestito e un nomei marinai li chiamano Gesù.Perché nascono in viaggio, senza arrivo.Nasce nelle stive dei clandestini,resta meno di un’ora di dicembre.Dura di più il percorso dei Magi e dei contrabbandieri.Nasce in mezzo a una strage di bambini. Nasce per tradizione, per necessità,con la stessa pazienza anniversaria.Però non sopravvive più, non vuole.Perché vivere ha già vissuto, e dire ha detto.Non può togliere o aggiungere una spina ai rovi delle              tempie.Sta con quelli che vivono il tempo di nascere.Va con quelli che durano un’ora.Erri De Luca,
Opera sull'acquaEinaudi