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Materialmente onirico: dell'impeto di Vivere


Tra sogni e realtà lascio che fluisca la mia vita, come granelli di sabbia, incanto e sofferenze scivolano confusamente tra le dita.Spesso  riuscii a imprimere il ritmo a quella massa caotica,nel desiderio di dominarla e poterla piegare,l'illusione fu complice intima e diabolica;commisi il più grande e folle errore , sognare,e resi materiali i sogni, così splendidi che per renderli luminosi smisi di brillare.Barattai la mia anima per rendere terreno il sognoe la mia dimensione divenne una vibrante solitudine.Un custode del tempo mi avvertì:"la tua ambizione è troppo forte, rimarrai schiacciato dal desiderare la materialità dei sogni. Desisti."Ma io non gli diedi retta.Continuai ad amplificare la visione delle cose per elevarmi oltre l'impossibile...Quando stremato capii che stavo dando tutto, caddi e terra.Il custode ricomparve al mio cospetto:"Ne è valsa la pena, folle uomo?"Io, sfinito e tremante, al suo cospetto esclamai:"Ho desiderato il divino e bramato la perfezione, folle fui, ma vissi fino in fondo il mio io. Ricordatemi, quando sarò cenere, per l'impeto con cui resi i miei sogni viva materia. Essi saranno eterni".